Secondo uno studio americano, i cani proverebbero sentimenti come gli uomini, per cui sarebbero persone. Sarà vero?
Un recente studio pubblicato sul New York Times descrive alcuni esperimenti condotti sui nostri amici a quattro zampe da Gregory Berns, neuroscienziato alla Emory University negli Stati Uniti. In pratica, lo studio si è basato sull'analisi dell'attività cerebrale di una dozzina di cani tramite una risonanza magnetica condotta sugli stessi animali. In genere è abbastanza frequente effettuare la risonanza magnetica su un animale, se però l'animale è sedato, ma in questo caso però non è possibile misurarne l'attività cerebrale, in quanto, appunto, l'animale è addormentato. Lo studio condotto dal prof. Berns, invece, ha utilizzato una dozzina di cani volontari (o meglio i loro padronisi sono offerti come volontari), cani che sono stati addestrati a sopportare per una trentina di secondi il rumore prodotto dalla risonanza.
Come risultato dello studio, il prof. Berns ha dimostrato che la presenza di determinati gesti positivi per il cane (ad esempio l'arrivo di qualcosa di piacevole) ha attivato la zona cerebrale chiamata nucleo caudato. Questa zona è la stessa che negli esseri umani si attiva in presenza di sentimenti positivi. Tale coincidenza tra uomini e cani ha portato Berns a sostenere che anche i cani proverebbero sentimenti, per cui anche loro sarebbero persone.
La domanda allora sorge spontanea: cosa si definisce persona? O meglio, chi si definisce persona? Si può dire che un cane sia una persona? A quanto dice Berns, una persona sarebbe semplicemente un essere in grado di provare sentimenti: “provo sentimenti, dunque sono”, per dirla alla Cartesio. Tuttavia, questa definizione sembra assai limitante: basti pensare ad un essere umano in coma, capace né di intendere né di volere, che secondo la definizione di Berns non sarebbe una persona. Oppure il feto nascosto nella pancia della madre: chi può dimostrare che provi dei sentimenti?
Andiamo allora alla radice del problema. Secondo il dizionario della lingua italiana, si definisce persona un individuo umano, senza distinzione di sesso, condizione, ecc. Una persona è, dunque, un essere umano, non un cane, né un gatto, con tutto il rispetto per gli animali. Che un cane provi sentimenti passi pure, ma che sia una persona proprio no!
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Come risultato dello studio, il prof. Berns ha dimostrato che la presenza di determinati gesti positivi per il cane (ad esempio l'arrivo di qualcosa di piacevole) ha attivato la zona cerebrale chiamata nucleo caudato. Questa zona è la stessa che negli esseri umani si attiva in presenza di sentimenti positivi. Tale coincidenza tra uomini e cani ha portato Berns a sostenere che anche i cani proverebbero sentimenti, per cui anche loro sarebbero persone.
La domanda allora sorge spontanea: cosa si definisce persona? O meglio, chi si definisce persona? Si può dire che un cane sia una persona? A quanto dice Berns, una persona sarebbe semplicemente un essere in grado di provare sentimenti: “provo sentimenti, dunque sono”, per dirla alla Cartesio. Tuttavia, questa definizione sembra assai limitante: basti pensare ad un essere umano in coma, capace né di intendere né di volere, che secondo la definizione di Berns non sarebbe una persona. Oppure il feto nascosto nella pancia della madre: chi può dimostrare che provi dei sentimenti?
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Sono presenti 2 commenti
Che stupidaggini in questo articolo! Secondo Cartesio gli animali sono automi, queste erano idee del 1700...non dimentichiamo che solo 200 anni prima si decise che anche le donne avevano un'anima. A me hanno dato di piu' gli animali che molte persone!
Molti nostri amici a 4 zampe forse non saranno persone ma sono certamente meglio di molti umani che si comportano da bestie. Priebke docet!
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