Uno studio della prestigiosa università statunitense di Yale ha confermato la responsabilità dei ‘caschi blu’ della Minustah, la missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite presente dal 2004 ad Haiti, per l’introduzione del vibrione del colera, responsabile di un’epidemia gravissima che perdura dall’ottobre 2010, nove mesi dopo il devastante terremoto che provocò oltre 200.000 vittime mettendo il paese in ginocchio.
Misna - L’epidemia ha provocato fino a oggi 650.000 contagi e 8100 decessi; solo dall’inizio del 2013 si contano 184 morti e 18.000 nuovi casi. Già il Center for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta aveva accertato che il colera era stato introdotto nel paese dai ‘caschi blu’ nepalesi della base di Mirebalais, sul fiume Artibonite, veicolo della alla massiccia e veloce propagazione. Ma il Palazzo di Vetro non ha mai ammesso la sua responsabilità, ritenendo impossibile determinare con precisione l’origine della malattia e di recente ha respinto nuovamente una richiesta di risarcimento dichiarandola “irricevibile” in base alla sezione 29 della Convenzione sui privilegi e le immunità dell’Onu.
Secondo lo studio di Yale, condotto da studenti e insegnanti specializzati in diritto e sanità pubblica, introducendo il colera e rifiutando, per di più, di attivarsi a favore delle vittime dell’epidemia, l’Onu ha fallito i suoi obblighi in base al diritto internazionale umanitario. Il rifiuto reiterato del Palazzo di Vetro di accettare le richieste di ammissione di responsabilità e risarcimenti nei confronti delle vittime – sottolinea ancora lo studio – costituisce una palese violazione dei suoi doveri.
Yale riconosce che nei termini della sua Carta e della Convenzione sui privilegi e le immunità, l’Onu non può essere perseguita al livello legale di fronte alla maggior parte dei tribunali del pianeta, ma osserva che proprio questa immunità dovrebbe portare ad accordi dettagliati fra le missioni dei ‘caschi blu’ e i governi dei paesi che li ospitano ad assumersi la propria responsabilità in caso di danni alle popolazioni locali. Lo studio esorta inoltre l’Onu a prendere misure effettive per evitare altre catastrofi nei teatri, già più che difficili, in cui vengono inviati i ‘caschi blu’.
Misna - L’epidemia ha provocato fino a oggi 650.000 contagi e 8100 decessi; solo dall’inizio del 2013 si contano 184 morti e 18.000 nuovi casi. Già il Center for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta aveva accertato che il colera era stato introdotto nel paese dai ‘caschi blu’ nepalesi della base di Mirebalais, sul fiume Artibonite, veicolo della alla massiccia e veloce propagazione. Ma il Palazzo di Vetro non ha mai ammesso la sua responsabilità, ritenendo impossibile determinare con precisione l’origine della malattia e di recente ha respinto nuovamente una richiesta di risarcimento dichiarandola “irricevibile” in base alla sezione 29 della Convenzione sui privilegi e le immunità dell’Onu.
Secondo lo studio di Yale, condotto da studenti e insegnanti specializzati in diritto e sanità pubblica, introducendo il colera e rifiutando, per di più, di attivarsi a favore delle vittime dell’epidemia, l’Onu ha fallito i suoi obblighi in base al diritto internazionale umanitario. Il rifiuto reiterato del Palazzo di Vetro di accettare le richieste di ammissione di responsabilità e risarcimenti nei confronti delle vittime – sottolinea ancora lo studio – costituisce una palese violazione dei suoi doveri.
Yale riconosce che nei termini della sua Carta e della Convenzione sui privilegi e le immunità, l’Onu non può essere perseguita al livello legale di fronte alla maggior parte dei tribunali del pianeta, ma osserva che proprio questa immunità dovrebbe portare ad accordi dettagliati fra le missioni dei ‘caschi blu’ e i governi dei paesi che li ospitano ad assumersi la propria responsabilità in caso di danni alle popolazioni locali. Lo studio esorta inoltre l’Onu a prendere misure effettive per evitare altre catastrofi nei teatri, già più che difficili, in cui vengono inviati i ‘caschi blu’.
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