Cali del 20-35% rispetto al 2008, e la pale sono sempre più costruite in America. Nel 2012 il 43% di tutta la nuova produzione energetica a stelle e strisce proviene dal vento.
GreenReport - Il Lawrence Berkeley National Laboratory (Lbnl), un ramo del Dipartimento dell’energia Usa ha recentemente pubblicato il suo 2012 Wind Technologies Market Report dal quale emerge che negli Usa sono stati collegati alla rete 13,1 GW di eolico, che rappresentano il 43% di tutta la nuova produzione energetica installata nel 2012. Una performance che si spiega anche come, negli Usa, un credito d’imposta aiuti a compensare il costo del capitale di parchi eolici, ma nonostante gli enormi investimenti, in parallelo calano i prezzi dei contratti dell’energia eolica arrivati ad una media di 40 dollari per megawatt-ora).
Secondo L’Lbnl, il motivo del calo del prezzo dell’energia eolica è da ricercarsi nella simultanea diminuzione, dal 2008, del 20 – 35% dei prezzi delle turbine eoliche, insieme al miglioramento dell’efficienza delle turbine nel convertire anche il vento più debole in elettricità.
L’energia eolica attualmente rappresenta oltre il 12% della produzione elettrica totale in 9 Stati Usa, con 3 di questi stati sopra il 20%, e fornisce più del 4% del totale del fabbisogno energetico degli Usa. Il rapporto fa anche notare che i parchi eolici sono sempre costruiti con materiale di produzione nazionale. 7 dei 10 fornitori di pale eoliche con la maggiore quota del mercato statunitense nel 2012 hanno visto entrare in fase operativa uno o più impianti di produzione, solo 8 anni fa negli Usa era attivo solo un produttore di turbine nazionale. Come conseguenza di questo boom produttivo, una percentuale crescente delle apparecchiature utilizzate nei progetti eolici è made in Usa.
Il rapporto si concentra sulle “selected trade categories”, e ne viene fuori che la percentuale dei costi delle pale eoliche attribuibile a componenti importate dall’estero è sceso dal 75% del 2006-2007 al 28% del 2012.
Dati che smentiscono indirettamente le accuse di repubblicani e dei comitati contro l’eolico, che accusano l’energia del vento di aprire il mercato Usa ai cinesi.
GreenReport - Il Lawrence Berkeley National Laboratory (Lbnl), un ramo del Dipartimento dell’energia Usa ha recentemente pubblicato il suo 2012 Wind Technologies Market Report dal quale emerge che negli Usa sono stati collegati alla rete 13,1 GW di eolico, che rappresentano il 43% di tutta la nuova produzione energetica installata nel 2012. Una performance che si spiega anche come, negli Usa, un credito d’imposta aiuti a compensare il costo del capitale di parchi eolici, ma nonostante gli enormi investimenti, in parallelo calano i prezzi dei contratti dell’energia eolica arrivati ad una media di 40 dollari per megawatt-ora).
Secondo L’Lbnl, il motivo del calo del prezzo dell’energia eolica è da ricercarsi nella simultanea diminuzione, dal 2008, del 20 – 35% dei prezzi delle turbine eoliche, insieme al miglioramento dell’efficienza delle turbine nel convertire anche il vento più debole in elettricità.
L’energia eolica attualmente rappresenta oltre il 12% della produzione elettrica totale in 9 Stati Usa, con 3 di questi stati sopra il 20%, e fornisce più del 4% del totale del fabbisogno energetico degli Usa. Il rapporto fa anche notare che i parchi eolici sono sempre costruiti con materiale di produzione nazionale. 7 dei 10 fornitori di pale eoliche con la maggiore quota del mercato statunitense nel 2012 hanno visto entrare in fase operativa uno o più impianti di produzione, solo 8 anni fa negli Usa era attivo solo un produttore di turbine nazionale. Come conseguenza di questo boom produttivo, una percentuale crescente delle apparecchiature utilizzate nei progetti eolici è made in Usa.
Il rapporto si concentra sulle “selected trade categories”, e ne viene fuori che la percentuale dei costi delle pale eoliche attribuibile a componenti importate dall’estero è sceso dal 75% del 2006-2007 al 28% del 2012.
Dati che smentiscono indirettamente le accuse di repubblicani e dei comitati contro l’eolico, che accusano l’energia del vento di aprire il mercato Usa ai cinesi.
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