A tre anni dal crollo che seppellì 33 minatori in fondo a un giacimento nel nord del Cile, dove restarono intrappolati a 600 metri di profondità per 69 giorni, il caso giudiziario si è chiuso senza accusati mentre i protagonisti sono stati quasi dimenticati, mentre sembravano profilarsi per loro fama e denaro
Misna - Secondo il pm di Atacama Héctor Mella, l’indagine che mirava ad accertare la responsabilità penale dei proprietari della miniera San José è stata archiviata per mancanza di elementi validi per portarla avanti. La notizia è arrivata a ridosso del terzo anniversario dell’incidente, che cade proprio oggi 5 agosto. Per gli avvocati dei due proprietari del giacimento – Marcelo Kemeny e Alejandro Bohn – l’archiviazione “è una chiara dimostrazione che non c’è stato alcun reato, ma è stato solo un deplorevole incidente”.
“I nostri avvocati ci hanno detto di restare tranquilli perché c’è un’altra querela aperta per negligenza” ha detto ai giornalisti Luis Urzúa, portavoce dei minatori, il più pacato rispetto ad altri che hanno reagito senza nascondere rabbia e dolore. Urzúa ha fatto riferimento alla denuncia a carico del Servizio nazionale di geologia e miniere (Sernageomín), accusato di non aver ispezionato la miniera e controllato il rispetto delle norme di sicurezza, a cui i superstiti hanno chiesto indennizzi fino a 500.000 dollari ciascuno. “Provo dolore. Che si ritenga che non ci siano colpevoli è difficile da accettare” ha commentato la senatrice socialista Isabel Allende.
I minatori ricorderanno oggi il terzo anniversario dell’incidente con una messa a Copiapó, 800 km a nord di Santiago. “Ci chiedono se abbiamo fatto fortuna…Immaginatevi, se fossimo milionari non prenderemmo l’autobus. Siamo minatori, siamo persone solide e non andiamo in giro a piangerci addosso. Se piangessimo non saremmo minatori” ha detto ai giornalisti Urzúa, l’ultimo ad abbandonare il giacimento, la notte del 13 ottobre 2010, dopo una storica operazione di salvataggio.
Una produzione hollywoodiana sta preparando un film sui 33, con protagonisti Jennifer López e Antonio Banderas, ma dei proventi promessi per la cessione dei diritti d’autore sulla loro storia, i minatori non hanno ancora visto quasi nulla.
Misna - Secondo il pm di Atacama Héctor Mella, l’indagine che mirava ad accertare la responsabilità penale dei proprietari della miniera San José è stata archiviata per mancanza di elementi validi per portarla avanti. La notizia è arrivata a ridosso del terzo anniversario dell’incidente, che cade proprio oggi 5 agosto. Per gli avvocati dei due proprietari del giacimento – Marcelo Kemeny e Alejandro Bohn – l’archiviazione “è una chiara dimostrazione che non c’è stato alcun reato, ma è stato solo un deplorevole incidente”.
“I nostri avvocati ci hanno detto di restare tranquilli perché c’è un’altra querela aperta per negligenza” ha detto ai giornalisti Luis Urzúa, portavoce dei minatori, il più pacato rispetto ad altri che hanno reagito senza nascondere rabbia e dolore. Urzúa ha fatto riferimento alla denuncia a carico del Servizio nazionale di geologia e miniere (Sernageomín), accusato di non aver ispezionato la miniera e controllato il rispetto delle norme di sicurezza, a cui i superstiti hanno chiesto indennizzi fino a 500.000 dollari ciascuno. “Provo dolore. Che si ritenga che non ci siano colpevoli è difficile da accettare” ha commentato la senatrice socialista Isabel Allende.
I minatori ricorderanno oggi il terzo anniversario dell’incidente con una messa a Copiapó, 800 km a nord di Santiago. “Ci chiedono se abbiamo fatto fortuna…Immaginatevi, se fossimo milionari non prenderemmo l’autobus. Siamo minatori, siamo persone solide e non andiamo in giro a piangerci addosso. Se piangessimo non saremmo minatori” ha detto ai giornalisti Urzúa, l’ultimo ad abbandonare il giacimento, la notte del 13 ottobre 2010, dopo una storica operazione di salvataggio.
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