Lo studio di un medico nanopatologo lancia l’allarme su quali tra i cibi più comuni nei supermercati contengono sostanze inquinanti
di Irene M. Dianda
Stefano Montanari ha analizzato vari prodotti di un supermercato di Modena con spaventosi risultati: essi contenevano gran quantità di metalli chimici pesanti, cioè intossicanti tra cui alluminio, ferro, cromo, nichel, silicio, stronzio, sodio e magnesio. Si parla di nanoparticelle, nanomateriali che, come suggerisce, il nome hanno una dimensione inferiore al micrometro ovvero inferiore al milionesimo di metro. Lo stesso Montanari spiega nel suo studio: "Più una particella è piccola, più è capace di penetrare nei tessuti con dannose conseguenze per l'organismo. Si tratta di sostanze non biodegradabili che il corpo umano non è in grado di eliminare, né di assorbire“. Quando una nanoparticella entra nel nostro organismo ed arriva in alcuni organi interni, si comporta infatti come un corpo estraneo e induce la formazione di granulomi ed un'infiammazione della zona interessata.
“Nonostante l'origine delle nanoparticelle sia sia ambientale che naturale, esse possono penetrare nell'organismo attraverso le vie aeree e l'ingestione". Per questo il ricercatore ha concentrato i suoi studi sugli alimenti. Tra i numerosissimi analizzati, troviamo farine, prodotti da forno, biscotti, dolci, integratori ed omogeneizzati tra le marche più conosciute.
Il medico comunque precisa con chiarezza che lo studio non è da considerarsi come un’accusa alle differenti marche. Così come precisa che un prodotto acquistato a Modena possa esser più o meno contaminato dello stesso prodotto acquistato in un'altra zona. L'attenzione va puntata infatti sui macchinari utilizzati per la produzione alimentare: la maggior parte di essi sono composti da metallo, quindi il rischio di contatto è notevole.
di Irene M. Dianda
Stefano Montanari ha analizzato vari prodotti di un supermercato di Modena con spaventosi risultati: essi contenevano gran quantità di metalli chimici pesanti, cioè intossicanti tra cui alluminio, ferro, cromo, nichel, silicio, stronzio, sodio e magnesio. Si parla di nanoparticelle, nanomateriali che, come suggerisce, il nome hanno una dimensione inferiore al micrometro ovvero inferiore al milionesimo di metro. Lo stesso Montanari spiega nel suo studio: "Più una particella è piccola, più è capace di penetrare nei tessuti con dannose conseguenze per l'organismo. Si tratta di sostanze non biodegradabili che il corpo umano non è in grado di eliminare, né di assorbire“. Quando una nanoparticella entra nel nostro organismo ed arriva in alcuni organi interni, si comporta infatti come un corpo estraneo e induce la formazione di granulomi ed un'infiammazione della zona interessata.
“Nonostante l'origine delle nanoparticelle sia sia ambientale che naturale, esse possono penetrare nell'organismo attraverso le vie aeree e l'ingestione". Per questo il ricercatore ha concentrato i suoi studi sugli alimenti. Tra i numerosissimi analizzati, troviamo farine, prodotti da forno, biscotti, dolci, integratori ed omogeneizzati tra le marche più conosciute.
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È presente 1 commento
Questo articolo non vale niente: mette solo ansia!
Se non vengono denunciate le marche che contengono questi veleni, NON SERVE A NULLA SCRIVERE E LEGGERE TUTTO CIO'!
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