Agenda fitta di appuntamenti per il presidente americano Obama, sbarcato venerdì in Sudafrica.
Radio Vaticana - Ieri l’incontro a Pretoria con il presidente Zuma, a Soweto, luogo simbolo dell’apartheid, con centinaia di giovani leader africani, poi la visita in privato alla famiglia di Nelson Mandela che continua a lottare tra la vita e morte. Oggi sarà la volta di Robben Island. Intanto a Johannesburg e in altri luoghi non sono mancate proteste e scontri per questo tour. Cecilia Seppia: ascolta
Il Sudafrica continua a pregare per Nelson Mandela le cui condizioni, fa sapere il presidente Zuma, incontrando Obama, restano stabili ma decisamente critiche. A lui dice il capo della Casa Bianca dobbiamo le lotte più grandi: quelle per i diritti, per la dignità umana, per l’abbattimento delle barriere di classe. "Il coraggio morale di Madiba - aggiunge - è stato un’ispirazione personale e per il mondo intero, la sua è un’eredità da onorare sempre". Nel bilaterale tra Zuma e Obama molti gli argomenti toccati: dalle questioni economiche a quelle politiche, fino alla reciproca preoccupazione per le crisi regionali, prima tra tutti l’Egitto: per cui il presidente Usa ha chiesto lo stop della violenza e l’avvio di colloqui costruttivi, dopo i nuovi scontri di ieri, costati la vita anche ad un giovane americano.
Obama è arrivato poi nell’università di Soweto, luogo simbolo della lotta contro l’Apartheid. Qui accolto calorosamente, ha parlato davanti ai leader dei giovani africani: a loro il monito a portare valore aggiunto in tutto il Continente, ad essere esempio di coraggio ed ottimismo, a non perdere la speranza, come non l’ha persa Mandela durante i suoi 27 anni di carcere. Quindi l’annuncio di un nuovo importante programma di borse di studio in America per i giovani africani più meritevoli. Nella mattinata alcuni scontri e proteste contro Obama e la politica estera statunitense si erano registrati a Johannesburg dove i manifestanti hanno lanciato granate e dato alle fiamme le bandiere a stelle e strisce.
Radio Vaticana - Ieri l’incontro a Pretoria con il presidente Zuma, a Soweto, luogo simbolo dell’apartheid, con centinaia di giovani leader africani, poi la visita in privato alla famiglia di Nelson Mandela che continua a lottare tra la vita e morte. Oggi sarà la volta di Robben Island. Intanto a Johannesburg e in altri luoghi non sono mancate proteste e scontri per questo tour. Cecilia Seppia: ascolta
Il Sudafrica continua a pregare per Nelson Mandela le cui condizioni, fa sapere il presidente Zuma, incontrando Obama, restano stabili ma decisamente critiche. A lui dice il capo della Casa Bianca dobbiamo le lotte più grandi: quelle per i diritti, per la dignità umana, per l’abbattimento delle barriere di classe. "Il coraggio morale di Madiba - aggiunge - è stato un’ispirazione personale e per il mondo intero, la sua è un’eredità da onorare sempre". Nel bilaterale tra Zuma e Obama molti gli argomenti toccati: dalle questioni economiche a quelle politiche, fino alla reciproca preoccupazione per le crisi regionali, prima tra tutti l’Egitto: per cui il presidente Usa ha chiesto lo stop della violenza e l’avvio di colloqui costruttivi, dopo i nuovi scontri di ieri, costati la vita anche ad un giovane americano.
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