La fazione islamista ha invocato l’obbligo dello jilbab. Associazioni pro diritti umani e una parte del Parlamento hanno sostenuto la richiesta. Il portavoce della polizia ricorda il codice interno, che prevede una divisa uguale per tutti e nega l’uso del copricapo. Unica eccezione la provincia islamica di Aceh.
Jakarta (AsiaNews) - I vertici delle forze dell'ordine in Indonesia resistono alle pressioni dell'ala estremista islamica e respingono al mittente la richiesta di obbligare le donne poliziotto a indossare lo jilbab, il tradizionale velo che copre il capo lasciando scoperto il volto. Da tempo la frangia fondamentalista chiede che tutte le rappresentanti del gentil sesso portino il tradizionale copricapo; tuttavia, la polizia difende il "codice interno di condotta" che prevede una divisa uguale per tutti gli appartenenti, senza distinzioni fra province e aree geografiche con l'unica eccezione della provincia islamica di Aceh.
Nella zona vige la Sharia in base all'accordo del 2005 fra il movimento indipendentista locale Gam e il governo centrale, che ha messo fine alla trentennale guerra civile nella provincia autonoma. Ad Aceh vigono alcuni dettami legati alla legge islamica, soprattutto in materia di costumi come il divieto imposto alle donne di sedere a cavalcioni sulle moto o di indossare jeans o minigonne. Il rispetto delle regole è inoltre assicurato dalla presenza per le strade della "polizia della morale", un corpo speciale che punisce le violazioni.
La polemica sul velo per le donne poliziotto si trascinava da qualche settimana. Sulla vicenda sono intervenuti anche gruppi pro diritti umani come il Komnas HAM - Commissione nazionale pro diritti umani - e alcuni parlamentari di vari schieramenti. A mettere la parola fine ci ha pensato il portavoce del corpo di polizia Ronnie F. Sompie che ha ricordato "il regolamento interno" che prevede "una uniforme ben precisa, anche per le donne". In materia di jilbab la posizione è "chiara e netta: non è autorizzato ed è contrario alle norme".
Nel 2009 il capo della polizia di East Java è stato rimosso dopo due mesi dalla sua promozione perché aveva imposto alle donne poliziotto l'obbligo di indossare il velo.
Va peraltro aggiunto che molti indonesiani non hanno affatto apprezzato "l'intrusione" della Komnas HAM e di una parte del Parlamento. La prima dovrebbe occuparsi di violazioni più serie ai diritti, come avviene spesso in materia di libertà religiosa (vedi attacchi contro cristiani e ahmadi), mentre sul fronte politico, la scelta di intervenire sembra dettata quasi esclusivamente dal desiderio di acquisire maggiore consenso nell'ala estremista del Paese.
L'Indonesia, con i suoi 231 milioni di abitanti secondo stime del 2009, è il Paese musulmano più popoloso al mondo. Tuttavia, vi sono presenze significative fra i gruppi etnici e le minoranze religiose. I fedeli dell'islam sono circa l'87% della popolazione (in grande maggioranza sunniti), i protestanti il 6,1%, i cattolici attorno al 4%, mentre induisti e buddisti l'1% circa.
Jakarta (AsiaNews) - I vertici delle forze dell'ordine in Indonesia resistono alle pressioni dell'ala estremista islamica e respingono al mittente la richiesta di obbligare le donne poliziotto a indossare lo jilbab, il tradizionale velo che copre il capo lasciando scoperto il volto. Da tempo la frangia fondamentalista chiede che tutte le rappresentanti del gentil sesso portino il tradizionale copricapo; tuttavia, la polizia difende il "codice interno di condotta" che prevede una divisa uguale per tutti gli appartenenti, senza distinzioni fra province e aree geografiche con l'unica eccezione della provincia islamica di Aceh.
Nella zona vige la Sharia in base all'accordo del 2005 fra il movimento indipendentista locale Gam e il governo centrale, che ha messo fine alla trentennale guerra civile nella provincia autonoma. Ad Aceh vigono alcuni dettami legati alla legge islamica, soprattutto in materia di costumi come il divieto imposto alle donne di sedere a cavalcioni sulle moto o di indossare jeans o minigonne. Il rispetto delle regole è inoltre assicurato dalla presenza per le strade della "polizia della morale", un corpo speciale che punisce le violazioni.
La polemica sul velo per le donne poliziotto si trascinava da qualche settimana. Sulla vicenda sono intervenuti anche gruppi pro diritti umani come il Komnas HAM - Commissione nazionale pro diritti umani - e alcuni parlamentari di vari schieramenti. A mettere la parola fine ci ha pensato il portavoce del corpo di polizia Ronnie F. Sompie che ha ricordato "il regolamento interno" che prevede "una uniforme ben precisa, anche per le donne". In materia di jilbab la posizione è "chiara e netta: non è autorizzato ed è contrario alle norme".
Nel 2009 il capo della polizia di East Java è stato rimosso dopo due mesi dalla sua promozione perché aveva imposto alle donne poliziotto l'obbligo di indossare il velo.
Va peraltro aggiunto che molti indonesiani non hanno affatto apprezzato "l'intrusione" della Komnas HAM e di una parte del Parlamento. La prima dovrebbe occuparsi di violazioni più serie ai diritti, come avviene spesso in materia di libertà religiosa (vedi attacchi contro cristiani e ahmadi), mentre sul fronte politico, la scelta di intervenire sembra dettata quasi esclusivamente dal desiderio di acquisire maggiore consenso nell'ala estremista del Paese.
L'Indonesia, con i suoi 231 milioni di abitanti secondo stime del 2009, è il Paese musulmano più popoloso al mondo. Tuttavia, vi sono presenze significative fra i gruppi etnici e le minoranze religiose. I fedeli dell'islam sono circa l'87% della popolazione (in grande maggioranza sunniti), i protestanti il 6,1%, i cattolici attorno al 4%, mentre induisti e buddisti l'1% circa.
di Mathias Hariyadi
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