venerdì, giugno 28, 2013
In Egitto non accenna a diminuire la tensione.  

Radio Vaticana - Ieri sera un esponente dei Fratelli musulmani è stato ucciso in un attacco contro la sede del partito a Zakazik, nella regione orientale del Paese. E, mentre oggi le formazioni islamiche si riuniranno al Cairo, per sostenere il presidente Morsi, è già tutto pronto per la grande mobilitazione di domenica convocata dalle opposizioni riunite nel movimento Tamarod. Attese milioni di persone. Ma da chi è composto questo gruppo? Benedetta Capelli lo ha chiesto a Massimo Campanini, docente di Storia dei Paesi islamici all’Università di Trento: ascolta

R. – Il fronte del Tamarod è un fronte di ribelli, in cui sono presenti i copti e forze laiche di sinistra. Che il Fronte del Tamarod sia ostile all’instaurazione di un sistema pur vagamente e moderatamente islamizzanate possano costituire di fatto un’alternativa ai Fratelli musulmani, come dicevo prima, lo dovrebbero dire le urne. Io credo che ci sia una certa base popolare di questo movimento, ma è anche vero che i Fratelli musulmani credo conservino ancora un certo radicamento all’interno della popolazione e all’interno della società. Bisognerà vedere poi nella realtà dei fatti: certamente Tamarod riempirà le piazze, ma è anche vero che Tajarrud, cioè il movimento favorevole a Morsi, ha altrettanto riempito le piazze. Di conseguenza, viene confermata questa polarizzazione che potrebbe essere molto pericolosa per la stabilità interna dell’Egitto.

D. – Ma secondo lei, l’anima di Piazza Tahrir che ha infuocato la Primavera araba, dove è collocata oggi, in Egitto?

R. – Difficile dirlo … Secondo me, l’anima di Piazza Tahrir da un certo punto di vista non c’è più. I Fratelli Musulmani hanno tentato – apparentemente senza riuscirci – di presentarsi come gli eredi della rivoluzione. E’ difficile dire se il Fronte dei ribelli possa costituire effettivamente l’eredità di Piazza Tahrir. Personalmente credo di no, perché credo che quel tipo di forze siano state ormai assorbite dall’istituzionalizzazione. Io vedo piuttosto il Tamarrod come un’altra forza, come un’altra espressione che pretende di risventolare la bandiera della rivoluzione, ma anche risventolando la bandiera della rivoluzione i suoi obiettivi e le sue parole d’ordine dovranno essere adeguate e rispondenti all’attuale situazione egiziana, cioè una situazione di transizione incompiuta rispetto a quella che era la situazione all’epoca della rivolta contro Mubarak e della caduta del dittatore.


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