giovedì, maggio 30, 2013
Nella sua ultima opera il monaco benedettino tedesco affronta il tema del passato e di come riconciliarsi con esso

«Chi non conosce le proprie radici non sa di che cosa necessita l'albero della sua vita per crescere nella forma che gli è propria»: così Alselm Grün nel suo ultimo libro “Radici, un saldo sostegno nella vita”. Non si può costruire il proprio futuro se non si accoglie il proprio passato, anche se questo è fatto da ferite, rimpianti o rimorsi provenienti soprattutto dai familiari e in modo particolare dai genitori. Che lo vogliamo o no, ognuno di noi è nato in un particolare contesto, in un preciso momento storico e in un luogo ben definito. E nessuno può fuggire da ciò: non si può sradicare una pianta che affonda le sue radici in un dato terreno, altrimenti la pianta secca, non porterà mai frutti. «Molti dubitano che le loro radici possano sostenerli (…) - continua Grün – Se però non ci fidiamo delle nostre radici che abbiamo ricevuto dai nostri antenati e da Dio, queste cominceranno ad essere rose, cosicché l'albero della nostra vita non potrà più produrre mele d'oro e si seccherà».

In questo libro il monaco benedettino tedesco guida il lettore alla riscoperta delle proprie radici, alla riconciliazione con il proprio passato. Per far ciò affronta anche temi dolenti della vita, legati al passato: una violenza subita da piccoli, le debolezze dei genitori, le colpe nascoste dei parenti e così via. Sebbene le ferite siano presenti nella vita di ogni uomo, è necessario riconciliarsi con esse, rimarginarle, altrimenti avranno sempre il sopravvento su di noi. «La causa di molte depressioni – afferma Grün – sta nella mancanza di radici». In fondo, Grün sembra dire che è necessario perdonare i propri genitori, perché nessuno è perfetto. Anzi è importante scoprire quello che di buono ci hanno dato i nostri genitori, primo fra tutti il dono della vita: nostra madre non ci ha rifiutato, ci ha portato nel suo grembo per nove mesi. E questo, con i tempi che corrono, non è scontato. Inoltre, aiuta molto guardare alle tradizioni della propria famiglia, per non dimenticarle e anzi continuare a farle vivere in noi: vedere per esempio come i nostri genitori hanno affrontato la vita, quali sono stati i loro obiettivi... solo così scopriremo quanto siamo profondamente legati ad essi, anche se inconsciamente.

Dentro ognuno di noi, continua Grün, si trova un bambino ferito, che grida ogni volta che le nostre ferite si riaprono. Anche da adulti questo bambino è presente, anzi grida ancora di più, vuole far sentire la sua voce. Eppure, se da bambini cercavamo qualcuno per consolare questo bambino, da adulti siamo chiamati a consolarlo noi stessi. Nessun altro può consolarlo, perché solo noi conosciamo di cosa egli ha veramente bisogno. Prendiamo in braccio quel bambino, culliamolo e coccoliamolo. Solo così scopriremo quel bambino divino che abita dentro di noi, quel germe di amore che Dio ha messo dentro ognuno di noi e che non può essere contaminato da nessuna ferita, da nessuna offesa, da nessun dolore.

Questo libro è consigliato a tutti coloro che sono alla ricerca di un senso da dare alla propria vita: solo guardando al passato si può conoscere veramente cosa speriamo per il futuro.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa