sabato, aprile 13, 2013
Sequestrate dalla GdF 1500 tonnellate di derrate

di Silvio Foini

Crolla un altro mito: vai a fare la spesa e ti riprometti di acquistare prodotti tipo verdure o altro che siano provenienti da coltura biologica. E’ giusto e lodevole anche se costano di più: perché dar da mangiare ai tuoi bambini dei pesticidi? Mica allontani dalle loro testoline pidocchi o altri parassiti, no? Esistono per questo farmaci mirati che non nuocciono alla salute. Ma per fortuna la nostra solita e beneamata GdF, con gli uomini dell'Ispettorato Repressioni Frodi del Ministero delle Politiche Agricole di Pesaro, ha svolto accurate indagini che hanno portato a sequestri e decine di perquisizioni in Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Molise e Abruzzo. Conseguenze: iscrizione nel registro degli indagati di ben 23 soggetti che avevano falsamente certificato quali “biologici” 1.500 tonnellate di soia, mais e grano tenero di origine ucraina. Una società italiana sdoganava le merci a Malta e poi provvedeva all’importazione in Italia.

Risultano coinvolte nella truffa, come si apprende, anche una decina di società, fra cui quelle moldave e ucraine che si prendevano cura dell’approvvigionamento delle granaglie, nonché gli enti deputati alla certificazione con sedi a Fano e Sassari. Per queste due ultime sono in corso accertamenti per definirne la responsabilità.

A quanto pare, se vuoi mangiare biologico devi crearti un orticello in giardino o, se sei sfortunato, sul balconcino del condominio, come tanti già fanno. Un po’ per risparmiare sull’insalatina che costa ormai cifre da record e un po’ per essere sicuri che non ci siano pesticidi. Di truffa in truffa, l’Italia prosegue ormai sul proprio dissestato viale del tramonto.

Sono presenti 3 commenti

Anonimo ha detto...

Questa é la spiegazione di tutti i cancri che fanno morire la gente. Per soldi non si guarda in faccia nessuno. Che mondo ammalato!
Gualtiero.

Anonimo ha detto...

Eh il dio denaro!

Anonimo ha detto...

Le certificazioni sono una bella falsità per far costare di più prodotti più brutti che nessuno acquisterebbe. Fateci caso.
Francesca

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