venerdì, aprile 26, 2013
Carmela Cirella si è tolta la vita sei anni fa dopo aver subito vari stupri. La sua storia, raccontata già in un libro scritto dal padre, è diventata una grapich novel.

di Chiara Giovanna Bartoli

Che la macchina della giustizia in Italia spesso arranchi è noto da tempo. Ma che improvvisamente smetta di compiere il suo corso naturale e si rivolti contro gli innocenti e i giusti è inaccettabile. La storia di Carmela Cirella è la storia di una giovane ragazzina di Taranto che subisce vari stupri sia da minori che da tre uomini che la rapiscono e drograno. La giustizia, però, invece di perseguire i tre stupratori si rivolge contro Carmela, che viene rinchiusa in un istituto nel quale le vengono somministrati psicofarmaci senza il consenso dei genitori. Terrificata dal brutale trattamento, la giovane non ha retto più e il 15 aprile 2007 si è gettata verso la morte dal settimo piano del palazzo gridando "Io so' Carmela" in un ultimo disperato tentativo di far sentire la propria voce.

Ma andiamo con ordine: Carmela nel 2005 viene seguita e importunata da un ufficiale napoletano, che addirittura la segue sotto casa e a scuola. A seguito di questi eventi, Carmela inizia una serie di colloqui con lo psicologo della Asl. Nel novembre dello stesso anno, però, fugge da casa. Durante la sua assenza da casa è vittima di numerosi stupri. Prima da due minorenni e poi da un uomo di 46 anni, infine da due ragazzi che vivono in un camper, che l'hanno attratta con una scusa all'interno del loro veivolo. Traumatizzata e indifesa viene ritrovata dai genitori, che denunciano le violenze alla polizia.

Il tribunale dei minori e gli assistenti sociali, però, con indifferenza e superficialità ritengono la giovane "disturbata" e la ricoverano nel gennaio del 2005 presso il centro per minori Aurora a Lecce, dove la giovane subirà un trattamento di psicofarmaci non autorizzato. Prima che il padre riesca a riportarla a casa, la giovane si suicida.

Alla sbarra del processo, ancora in corso dopo sei anni, vi sono Filippo Landro di 27 anni, Salvatore Costanzo di 26 anni (entrambi di Acireale) e Massimo Carnevale di 46 anni, di Taranto. L'avvocato che difende i primi due è Calliope Murianni, mentre l'avv. Maurizio Besio difende Massimo Carnevale. Nessuno dei tre uomini ha ancora ricevuto condanne. I minori invece hanno ottenuto la "messa alla prova". Il padre, Alfonso Frassanito, inoltre, ha sporto denuncia contro i servizi sociali e il tribunale, appellandosi alla Commissione bicamerale per l'infanzia e all'allora ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Durante il penultimo anniversario della morte di Carmela, il padre, si era espresso molto duramente sulla giustizia italiana, nella quale ormai aveva perso tutta la fiducia: "Ricorre il quinto vergognoso anniversario senza giustizia per Carmela, figlia, suo malgrado, di questo paese ipocrita e incivile, che con il suo silenzio e la sua indifferenza si rende complice di queste atrocità"."Sembra di essere a Hollywood, telecamere dappertutto, imputati divenuti vip e calca di curiosi - continua Frassanito - disposti a perdere giornate di lavoro pur di apparire davanti alle telecamere. Ma dove sono quando la giustizia la si chiede per Carmela e per altre vittime come lei?".

Per fortuna, però, la memoria della giovane è preservata dai genitori, che hanno dato vita all'associazione "Io so' Carmela", che si batte in difesa dei diritti dei minori e della famiglia. Come scrivono i genitori della giovane vittima nel loro sito, (qui il link) "abbiamo deciso di chiamare così la nostra Associazione perchè questa era una frase che nostra figlia usava tantissimo e ogni volta con significati diversi, a volte la usava quando si sentiva esclusa per richiedere attenzione, altre volte la usava a mò di vanto quando si sentiva non all'altezza della situazione, altre ancora per farsi coraggio da sola nell'affrontare i problemi". L'Associazione affianca ed assite tutti coloro che vivono le medesime drammatiche problematiche che la piccola Carmela ha dovuto affrontare da sola.

Da questa triste vicenda il padre di Carmela ha ricavato un libro, intitolato anch'esso "Io so' Carmela", mentre il musicista Luca Lattanzio ha dedicato un disco alla giovane. La storia di Carmela, inoltre, è diventata una grapich novel, scritta da Alessia di Giovanni e illustrata da Monica Barengo (edizioni Becco Giallo, licenza creative commons). La sceneggiatura del fumetto è basata su un diario di Carmela ritrovato dopo la sua morte in un cestino. «Quando ho incontrato il padre di Carmela, una persona combattiva, con un’umanità che ti avvolge, ho capito che dove cominciare a raccontare la storia di questa ragazzina – afferma la sceneggiatrice Alessia Di Giovanni – La storia di chi subisce una violenza e non sa neanche identificarla, non sa di essere una vittima».

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