domenica, aprile 14, 2013
“Mŏnēre et mănēre” o “oblīvisci et laedĕre”?

di Mariateresa Riola

Santa Maria Capua Vetere - L'anfiteatro Campano risalente al I sec a.C, primo anfiteatro del mondo romano e modello per il Colosseo, a cui è secondo per dimensioni, è stato colpito da ''un vulnus” . Si tratta di una canna fumaria, ma definita “ferita” dal sindaco della città Biagio Di Muro, perché deturperebbe piazza Primo Ottobre, che ospita il monumento. Nella piazza antistante difatti si sono avviati i lavori per la costruzione di un edificio, i cui propositi erano lodevoli, ossia far sorgere uno stabile con attività ricettive volto ad incrementare l’economia e il turismo in città. Tuttavia tale iniziativa ha incontrato l’opposizione del sindaco di Santa Maria Capua Vetere, che si espresso in maniera assolutamente contraria per quanto concerne la presenza di tale struttura al centro della monumentale piazza. Accanto alla canna fumaria, sempre all'interno della struttura in ferro coperta dai banner pubblicitari, è comparso un sostegno in ferro, e ad aggravare ulteriormente la situazione, per fermare i teli alla base della canna gli operai si son serviti dei marmi decorativi asportati da Piazza Primo Ottobre. Non sono certo loro gli artefici dello scempio che ha visto rimossi i marmi dalle panchine o dai muri dei vialetti, tuttavia ne va dell’immagine dell’Ufficio Archeologico sammaritano: la Sovrintendenza invece di segnalare i danneggiamenti si è servita impropriamente dei materiali di pertinenza della piazza. In merito alla vicenda sono intervenuti anche gli esponenti politici locali, sia della maggioranza che dell'opposizione.

L’Italia non è estranea ad “atti di vandalismo” (se così è lecito definirli in tale circostanza) a danno delle opere d’arte. Si pensi alla fontana del Moro di piazza Navona a Roma aggredita nel 2011, o Laszlo Toth che danneggiò la "Pietà" di Michelangelo di San Pietro, o ancora Thomas Lange che, entrato nella pinacoteca dei Musei vaticani, si avvicinò al capolavoro di Raffaello "Madonna di Foligno" tentando di incendiarlo… sarebbe davvero lunga la lista di opere da passare in rassegna. Il capolavoro di Rembrandt "La ronda di notte" è forse l’opera che ha subito il maggior numero di danneggiamenti: il primo risale addirittura al Settecento, quando le autorità cittadine fecero tagliare la tela per adattarla al muro del Municipio, per poi essere ricollocato definitivamente al Rijksmuseum di Amsterdam, ove ha subito ben altri tre attentati nel corso del Novecento.

Nel caso dell’Anfiteatro Campano, già oggetto di atti vandalici, molti dei quali risalgono a tempi davvero remoti, addirittura si parla di contaminazione con la Reggia di Caserta e si dice che in alcune ville di malavitosi sia possibile reperire materiale proveniente dal prezioso monumento. Tuttavia la violazione più grave sembra essere quella odierna, poichè inferta dalle autorità competenti che, paradossalmente, dovrebbero salvaguardare l’Anfiteatro e invece, forse per eccessivo lassismo, hanno fatto concessioni edilizie noncuranti del patrimonio archeologico. L’azione tempestiva del sindaco probabilmente permette farà di evitare il peggio, ma si resta sempre indignati di fronte alla mancata presa di coscienza, tipica dell’Italia, dell’inestimabile patrimonio artistico di cui godiamo.

L’anfiteatro, rinvenuto per mezzo degli scavi del settembre 1726 e di cui, grazie alle epigrafe recuperata, fu possibile ricostruire in parte la storia, sarebbe stato costruito dopo la battaglia di Azio, intorno al I secolo a.C.; restaurato nel 119 d.C. da Adriano, che fece aggiungere statue e colonne, venne infine inaugurato dall'imperatore Antonino Pio nel 155 d.C.

Ora la storia potrebbe intrecciarsi alla modernità in un felice matrimonio con l'apertura della suddetta attività di ristorazione (fra l’altro totalmente biologica ) all'interno dell'Anfiteatro, nell'ambito di una convenzione tra Sovrintendenza, istituzioni locali e attività commerciali, ma solo se non si cadrà nella contraddizione di deturpare l’immagine del monumento, che per etimologia è destinato a “monere et manere”, ossia a ricordare ed insegnare permanendo nel tempo.

Sono presenti 3 commenti

Anonimo ha detto...

Perché nessuno si lamentava quando la piazza antistante l'anfiteatro era uno scempio? Ora che è stata ripulita, illuminata e valorizzata vi lamentate? Ma avete visto quante opere d'arte sono state recuperate e restaurate?
Quando qualcuno valorizza i patrimoni che abbiamo in Italia c'è sempre qualcun altro che deve fare il bastian contrario!

Anonimo ha detto...

Perché nessuno si lamentava quando la piazza antistante l'anfiteatro era uno scempio? Ora che è stata ripulita, illuminata e valorizzata vi lamentate? Ma avete visto quante opere d'arte sono state recuperate e restaurate?
Quando qualcuno valorizza i patrimoni che abbiamo in Italia c'è sempre qualcun altro che deve fare il bastian contrario!

Anonimo ha detto...

Perché nessuno si lamentava quando la piazza antistante l'anfiteatro era uno scempio? Ora che è stata ripulita, illuminata e valorizzata vi lamentate? Ma avete visto quante opere d'arte sono state recuperate e restaurate?
Quando qualcuno valorizza i patrimoni che abbiamo in Italia c'è sempre qualcun altro che deve fare il bastian contrario!

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa