Per mons. Jeanbart, vescovo greco-melchita di Aleppo, "tutte le autorità religiose, cattoliche e ortodosse, stanno lavorando per il rilascio dei due prelati". Mistero sulle ragioni del rapimento. Colpi di mortaio devastano uno dei principali quartieri cristiani della città, uccidendo quattro persone.
Aleppo (AsiaNews) - I due vescovi ortodossi rapiti ad Aleppo sono ancora nelle mani dei sequestratori. Lo conferma ad AsiaNews mons. Jean Clement Jeanbart, vescovo greco-melchita di Aleppo. Il prelato sottolinea "che le Chiese, cattolica e ortodossa, stanno facendo il possibile per cercare una mediazione con i sequestratori, ma al momento nessuno comprende le ragioni di questo gesto e chi si celi dietro ai questi criminali". Mons. Yohanna Ibrahim, vescovo della diocesi siro-ortodosso di Aleppo e Mons. Boulos Yaziji, arcivescovo della diocesi greco-ortodossa della città, sono stati sequestrati lo scorso 22 aprile a Kafr Dael, 10 km da Aleppo, sul confine turco. Il loro autista, un diacono siro-ortodosso, è stato ucciso.
Intanto, alcuni colpi di mortaio hanno colpito questa mattina uno dei principali quartieri a maggioranza cristiana della città. Nel bombardamento sono morte quattro persone e diverse abitazioni sono crollate. Mons. Jeanbart spiega che "la situazione nella città è terribile, nessuno è al sicuro, nemmeno i cristiani" da sempre neutrali nel conflitto fra ribelli e regime: "Non sappiamo chi ha voluto sparare contro le case dei cristiani e perché, ma di sicuro non è stato un errore balistico".
Il vescovo lancia un nuovo appello ai Paesi occidentali: "Fermate questa guerra, aiutate i leader siriani a far prevalere la logica del dialogo, della riconciliazione, non quella dello scontro e dell'odio". (S.C.)
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