In primo grado Danilo Restivo è stato ritenuto responsabile dell’omicidio di Elisa Claps e condannato a 30 anni.
Liberainformazione - Mercoledì avrà inizio l’appello per l’omicidio della giovane ragazza lucana, scomparsa a Potenza, 12 settembre 1993. A pochi giorni dall’inizio del processo Don Marcello Cozzi, vice presidente di Libera e fra i primi a seguire il caso, ha scritto una lettera aperta a Restivo chiedendogli di parlare, di spiegare, di dire la verità.
“Hai ucciso Elisa, così ha detto una Giudice – scrive Cozzi. L’impressione, a dire il vero, è che non lo dica solo lei. Da quel lontano 12 settembre sembra dirlo ogni cosa: i tuoi spostamenti di quel giorno, le tue contraddizioni, le cose non dette. Il tuo passato, le tue inquietanti manie, quelle tante ragazze che pure avevi importunato. E le tue bugie, quelle di ieri, quelle di questi anni, quelle di oggi. Ne sono sempre stato certo, tu lo sai, e la condanna di quella Giudice, per quel che mi riguarda, ha semplicemente messo il sigillo su una convinzione che in questi anni si è andata consolidando non sulla base di pregiudizi precostituiti ma sulla ragionevolezza dei fatti”.
“Ho passato anni, non ti nascondo, a chiedermi se ci fosse dentro di te un confine tra la follia e la normalità, e a capire dove collocarlo, per cercare – per quanto possibile continua Cozzi– di avere un appiglio che mi permettesse, di certo, non a giustificare ma almeno a comprendere. Quante volte mi sono chiesto se il tuo gesto omicida rispondesse di più al terribile e incomprensibile raptus del folle o invece al profondo disagio di un giovane che qualcuno avrebbe dovuto aiutare prima che le urla interiori che dominavano la sua solitudine prendessero il sopravvento. E quante volte a rifiutare l’immagine di mostro, comoda, in fondo, a chi avrebbe dovuto aiutarti, a chi avrebbe dovuto fermarti in tempo, a chi ti ha protetto e nascosto in questi anni, a chi in questa storia non ha detto tutto”.
“Metto tutto in conto, anche che il prossimo Giudice possa decidere di riaprire la partita; sono le regole della giustizia e io le rispetto – conclude il vicepresidente di Libera. Al momento, però, mi rifaccio a chi ha deciso che l’assassino di Elisa sei stato tu. Nessuno però finora ci ha detto chi ti ha aiutato quel giorno, chi ha occultato la povera Elisa, e chi poi negli anni successivi non ha fatto nulla per arrestare la tua corsa. Durante il prossimo processo di sicuro ti difenderai, e forse dirai ancora, per l’ennesima volta, una delle tue tante verità. È un tuo diritto. Noi, io, da te, invece, ci aspettiamo una sola cosa: che tu faccia quei nomi. Il resto già lo sappiamo. Non hai nulla da perdere. Pensaci”.
Liberainformazione - Mercoledì avrà inizio l’appello per l’omicidio della giovane ragazza lucana, scomparsa a Potenza, 12 settembre 1993. A pochi giorni dall’inizio del processo Don Marcello Cozzi, vice presidente di Libera e fra i primi a seguire il caso, ha scritto una lettera aperta a Restivo chiedendogli di parlare, di spiegare, di dire la verità.
“Hai ucciso Elisa, così ha detto una Giudice – scrive Cozzi. L’impressione, a dire il vero, è che non lo dica solo lei. Da quel lontano 12 settembre sembra dirlo ogni cosa: i tuoi spostamenti di quel giorno, le tue contraddizioni, le cose non dette. Il tuo passato, le tue inquietanti manie, quelle tante ragazze che pure avevi importunato. E le tue bugie, quelle di ieri, quelle di questi anni, quelle di oggi. Ne sono sempre stato certo, tu lo sai, e la condanna di quella Giudice, per quel che mi riguarda, ha semplicemente messo il sigillo su una convinzione che in questi anni si è andata consolidando non sulla base di pregiudizi precostituiti ma sulla ragionevolezza dei fatti”.
“Ho passato anni, non ti nascondo, a chiedermi se ci fosse dentro di te un confine tra la follia e la normalità, e a capire dove collocarlo, per cercare – per quanto possibile continua Cozzi– di avere un appiglio che mi permettesse, di certo, non a giustificare ma almeno a comprendere. Quante volte mi sono chiesto se il tuo gesto omicida rispondesse di più al terribile e incomprensibile raptus del folle o invece al profondo disagio di un giovane che qualcuno avrebbe dovuto aiutare prima che le urla interiori che dominavano la sua solitudine prendessero il sopravvento. E quante volte a rifiutare l’immagine di mostro, comoda, in fondo, a chi avrebbe dovuto aiutarti, a chi avrebbe dovuto fermarti in tempo, a chi ti ha protetto e nascosto in questi anni, a chi in questa storia non ha detto tutto”.
“Metto tutto in conto, anche che il prossimo Giudice possa decidere di riaprire la partita; sono le regole della giustizia e io le rispetto – conclude il vicepresidente di Libera. Al momento, però, mi rifaccio a chi ha deciso che l’assassino di Elisa sei stato tu. Nessuno però finora ci ha detto chi ti ha aiutato quel giorno, chi ha occultato la povera Elisa, e chi poi negli anni successivi non ha fatto nulla per arrestare la tua corsa. Durante il prossimo processo di sicuro ti difenderai, e forse dirai ancora, per l’ennesima volta, una delle tue tante verità. È un tuo diritto. Noi, io, da te, invece, ci aspettiamo una sola cosa: che tu faccia quei nomi. Il resto già lo sappiamo. Non hai nulla da perdere. Pensaci”.
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