martedì, febbraio 19, 2013
Un semplice itinerario che l’autore Dom Guillaume ci invita a percorrere alla sequela di Gesù, per riscoprire noi stessi attraverso il dono dello Spirito di rinuncia

di Carlo Mafera

Uno dei capitoli più significativo del Vangelo di Giovanni è il quarto, dove l’evangelista rileva come sono gli esclusi dal rituale ebraico a comprendere e assimilare per primi la “Parola” del Signore, e non il popolo eletto al quale, inizialmente, era indirizzata. Dom Guillaume sviscera questo tema in un capitolo dal titolo “Percorso di rinascita”. L’episodio della Samaritana sviluppa due delle tematiche tipiche del quarto Evangelista: l’approfondimento del mistero “cristologico” e l’insegnamento, o meglio l’educazione alla fede; da una lettura molto attenta si nota, infatti, come Gesù conduca la donna, poco alla volta, all’esame della propria vita fino a penetrare nella profondità della sua coscienza. Ecco il significato del titolo del libro “Toccati dall’Amore”. Un Dio che non solo desidera farsi conoscere, secondo le esigenze della Gnosi greca, ma che ci vuole salvare “toccandoci”, e cioè facendoci sperimentare la sua Grazia attraverso segni tangibili (in questo caso l’acqua).

Ma solo chi ha la consapevolezza del proprio peccato può sentire la necessità della salvezza, e può riconosce in Gesù il vero Messia. Il dialogo tra Gesù e la Samaritana, molto bello, si sviluppa secondo uno schema letterario ben noto in Giovanni: il progressivo rivelarsi di Gesù non compreso dagli uomini, che per questo lo provocano a manifestarsi nella sua vera identità. Davanti a Gesù, davanti alla “luce” che viene da Dio, l’uomo è costretto a cambiare il senso della propria vita; è il dono della conversione, mediante la quale Dio, rivelatosi in Cristo, diventa come lo “spirito” nuovo che guida i credenti. L’autore mette in evidenza il mistero della “sete” di Gesù, che non è solo una sete fisica ma una sete proprio di noi uomini, povere creature, e una sete quindi di conversione.

Ma lo stile di Gesù è diverso dal nostro. L’autore dice infatti: “Dio viene a cambiare i nostri cuori non sollecitando il nostro idealismo, i nostri sogni di gloria e di potenza. Egli viene a noi scendendo nel più profondo di noi stessi, in quella povertà che così spesso ci vergogniamo di guardare in faccia. Per toccare il nostro cuore e cambiare la nostra vita, Gesù viene a raggiungerci nel più profondo delle nostre miserie, delle nostre ferite, delle nostre insufficienze”.

Dal simbolismo dell’acqua il discorso si spinge anche più in profondità, sempre però in chiave cristologica: Cristo non è soltanto l’acqua che disseta e dà vita, ma anche il “luogo” del nuovo incontro con Dio, il Profeta degli ultimi tempi che non solo Israele, ma anche i Samaritani aspettavano. Dio non è più il Dio “lontano” che gli uomini devono cercare di avvicinare e di propiziare con i loro sacrifici e le loro preghiere; Egli ormai, in Cristo, si è fatto “vicino” a ogni uomo e lo cerca come con la Samaritana, per donare il suo Spirito e la sua parola di verità. E Dom Guillame prosegue così nel suo approfondimento: “Ma se viene a raggiungerci fin lì, non è per affossarci o lasciarci lì. Con Gesù inizia quel lento movimento di risalita, di guarigione che passa attraverso il riconoscimento della nostra verità, anche se non è sempre piacevole da osservare. Con Gesù anche le cose più inconfessabili possono venire alla luce del sole. Come la Samaritana, che può confessare senza complessi tutto quello che ha fatto, anche chi ha incontrato Gesù è liberato da quella paura dello sguardo altrui che, molto spesso, ci impedisce di accedere alla nostra verità”.

Ecco, in fondo il significato dell’essere “Toccati dall’Amore”, essere amati cioè senza condizioni e senza giudizi e pregiudizi. Questa pagina del Vangelo fa anche comprendere come sia grande per tutti il desiderio di essere salvati, desiderio talvolta inconscio e nascosto da sentimenti di rabbia o di disperazione; e la Chiesa deve rispondere a queste “attese” della “povera gente”, siano essi giovani frustrati o delusi, poveri malati o dimenticati, intellettuali disorientati o smarriti per la loro cieca presunzione, benestanti ormai nauseati dalla loro stessa sazietà e dalla loro ricchezza. L’episodio della Samaritana insegna che anche nel cuore della gente apparentemente più lontana o più disperata c’è ancora il desiderio della salvezza e un filo di speranza; un invito per ogni fedele non solo a essere più cristiano, ma anche più “missionario”. Allora, conclude il capitolo Dom Guillame: “Sediamoci presso Gesù alla sorgente delle Scritture, e lasciamolo parlare al nostro cuore dei misteri nascosti nell’acqua profonda della Parola di Dio. Osiamo scendere anche noi, con Lui, per rinascere, anche noi, come Lui”. In fondo il messaggio di Dom Guillaume è proprio “Lasciati toccare dall’Amore di Dio”, e lui ci insegna questo difficile itinerario di umiltà e di coinvolgimento.

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