Il ministro della difesa Ehud Barak ha implicitamente ammesso il raid che l’aviazione israeliana avrebbe realizzato lungo il confine siro-libanese mercoledì scorso.
Misna - Pur non confermando esplicitamente l’attacco, il ministro – nel corso della Conferenza sulla Sicurezza in corso a Monaco – ha detto che “gli eventi verificatisi alcuni giorni fa hanno dimostrato la nostra coerenza. Avevamo avvisato che era meglio non esportare in Libano tecnologia avanzata”. Secondo l’intelligence israeliana il centro di ricerca scientifica a Jamraya colpito da ordigni dell’aviazione di Tel Aviv avrebbe ospitato una struttura per la ricerca militare di armi sofisticate.
“Israele ha il diritto di autodifesa – ha rincarato il ministro degli esteri Danny Ayalon – Noi abbiamo l’obbligo di difendere la nostra popolazione. Purtroppo siamo di fronte ad una radicalizzazione della regione e quella che veniva definita primavera araba, purtroppo, si sta trasformando in un inverno islamico”. Damasco, dal canto suo, ha accusato Israele di voler destabilizzare il paese. In un colloquio con un alto responsabile iraniano, Saed Jalili, il presidente Assad ha dichiarato che il raid rivela il vero ruolo di Israele in Siria insieme alle forze straniere ostili al governo. Intanto sul terreno si contano altre vittime civili nel campo profughi palestinese di Yarmouk, alla periferia di Damasco. Fonti locali riferiscono che colpi di mortaio hanno centrato l’area davanti alla moschea Al Waseem, uccidendo due civili e ferendone altri.
Misna - Pur non confermando esplicitamente l’attacco, il ministro – nel corso della Conferenza sulla Sicurezza in corso a Monaco – ha detto che “gli eventi verificatisi alcuni giorni fa hanno dimostrato la nostra coerenza. Avevamo avvisato che era meglio non esportare in Libano tecnologia avanzata”. Secondo l’intelligence israeliana il centro di ricerca scientifica a Jamraya colpito da ordigni dell’aviazione di Tel Aviv avrebbe ospitato una struttura per la ricerca militare di armi sofisticate.
“Israele ha il diritto di autodifesa – ha rincarato il ministro degli esteri Danny Ayalon – Noi abbiamo l’obbligo di difendere la nostra popolazione. Purtroppo siamo di fronte ad una radicalizzazione della regione e quella che veniva definita primavera araba, purtroppo, si sta trasformando in un inverno islamico”. Damasco, dal canto suo, ha accusato Israele di voler destabilizzare il paese. In un colloquio con un alto responsabile iraniano, Saed Jalili, il presidente Assad ha dichiarato che il raid rivela il vero ruolo di Israele in Siria insieme alle forze straniere ostili al governo. Intanto sul terreno si contano altre vittime civili nel campo profughi palestinese di Yarmouk, alla periferia di Damasco. Fonti locali riferiscono che colpi di mortaio hanno centrato l’area davanti alla moschea Al Waseem, uccidendo due civili e ferendone altri.
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È presente 1 commento
Descrivo un mondo di intrusioni, nell'agire di paesi culturalmente capaci di difendere il proprio territorio. Non approvo raid aerei da nessun Stato. Sapranno cercare da soli le loro posizioni politiche sociali, anche i paesi mussulmani. questo si chiama democrazia, per tutti. rispettare vuol dire venire rispettati. La natura umana è uguale in tutti gli uomini.
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