martedì, febbraio 26, 2013
Dichiarazione di Franco Miano, Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, sull’esito delle Elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013

Non era un profeta di sventura chi chiedeva, in tempi non sospetti, la riforma della legge elettorale e un drastico rinnovamento – all’insegna della trasparenza e della moralità - della politica. Tante realtà della società civile, compresa l’Azione cattolica, si sono spese con forza per lanciare, su questi temi, messaggi chiarissimi a tutti i partiti. Ma nulla è stato cambiato. L’esito del voto è dunque il frutto amaro di scelte, o meglio non-scelte, compiute con la vana speranza che anche l’Italia fosse rimasta placidamente immobile come la politica. Invece il Paese è cambiato, la crisi economica ha in parte aperto gli occhi e in tanti sono divenuti molto più esigenti verso la classe dirigente. È iniziato con senso d’inquietudine misto a frustrazione e protesta la ricerca di una nuova offerta politica più vicina alle esigenze dei territori e delle persone. Ma non si è trovato nei partiti cosiddetti “tradizionali” quella reale e radicale volontà di cambiamento che pure sembrava dover fare seguito ai fatti del novembre 2011. Allo stesso tempo, dobbiamo registrare come un dato di fatto la tendenza di larghe sacche di voto a costruire il consenso più intorno a promesse, miraggi o aneliti distruttivi che intorno alla reale situazione del Paese. A fronte di questo dato, occorre che ad interrogarsi siano non solo la politica ma anche tutte le realtà del panorama informativo, formativo ed educativo.

Ora dunque ci troviamo di fronte a un bivio. Centrodestra e centrosinistra hanno tra le mani primati d’argilla e risicatissimi. Possono usarli per insistere nella gara a chi colpisce con più forza le fondamenta e i nervi fragili del Paese. Oppure esercitarli con responsabilità. Coinvolgendo anche, in un nuovo clima di pace politica che sia preludio di pace sociale, la componente montiana e – per quanto possibile - la folta e giovane rappresentanza del Movimento 5 Stelle. Guardando al Paese, non mancano obiettivi che accomunano: in primis – stavolta da concepire come prima riforma, e non come ultima – il cambiamento dell’attuale orribile legge elettorale, vergogna democratica di cui portiamo lo stigma ovunque nel mondo; un pacchetto minimo di riforme istituzionali che snellisca lo Stato e le sue articolazioni sul territorio, riduca il numero dei parlamentari e della classe politica a ogni livello territoriale e diminuisca considerevolmente i costi della politica; una ricetta economica improntata a realismo per tenere insieme gli equilibri finanziari, la credibilità internazionale e sui mercati e il rilancio dell’economia attraverso la creazione di lavoro per i giovani e il sostegno alla famiglia.

In un momento in cui l’Italia ha gli occhi sgranati dinanzi ad uno spettacolo disarmante, l’Azione cattolica vuole ancora credere in un miracolo di corresponsabilità.

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