Un team internazionale di scienziati che coinvolge l'Istituto di scienze e tecnologie molecolari (Istm) del Cnr ha scoperto, studiando le cause della trasformazione chimica responsabile dello scurirsi dei celebri gialli dei quadri di Van Gogh, che l'irradiamento proveniente dai sistemi di illuminazione Led, considerati finora sicuri, può essere dannoso. La ricerca è pubblicata su 'Analytical Chemistry'.
Almanacco della Scienza - CNR - Per capire la ragioni del degrado, che non investe tutte le opere, ma solo alcune, i dipinti, provenienti da musei olandesi e francesi sono stati sottoposti a sofisticate tecniche ai raggi X, presso laboratori italiani e olandesi e presso l'Europen Synchrotron Radiation Facility (Esrf) di Grenoble (Francia) e il Deutsches Elektronen-Synchrotron (Desy) di Amburgo (Germania).
"Studiando i pigmenti usati nei quadri, siamo stati sorpresi nel notare che persino nelle condizioni di illuminazione comunemente considerate sicure alcuni dei nostri campioni di riferimento hanno cambiato colore piuttosto velocemente", spiega Costanza Miliani dell'Istm-Cnr.
Van Gogh non usava sempre lo stesso tipo di giallo. "Se il 'Middle yellow' (cromato di piombo) è apparso chimicamente stabile, anche per lunghi periodi e anche sotto gli aggressivi raggi UV, il 'Lemon yellow' e il 'Primrose yellow', che l'artista amava molto, sono apparsi molto reattivi alla luce, a causa della diversa struttura cristallina e del più alto contenuto di solfati", continua la ricercatrice del Cnr. "Queste due tonalità già dopo alcuni giorni di esposizione a semplice luce verde o blu si trasformano in uno spento marrone-verde olivastro. Una scoperta molto importante, perché l'illuminazione a pavimento delle sale museali è sempre più spesso realizzata con faretti Led che emettono una luce con una componente spettrale blu molto elevata".
"Suggeriamo a tutti i musei di verificare se tra le proprie opere d'arte ve ne siano alcune nelle quali il colore è stato utilizzato in forma instabile e, di conseguenza, se sia necessario filtrare i sistemi di illuminazione", riassume Koen Janssens dell'Università di Anversa, coordinatore del progetto di ricerca.
"Abbiamo già informato alcuni musei fortemente interessati, come il Van Gogh di Amsterdam, che custodisce proprio i celeberrimi 'Girasoli' e abbiamo scoperto la forma instabile del cromo anche nel 'Ritratto di Gauguin'", conclude la ricercatrice Letizia Monico dell'Università di Perugia.
C.B.
Fonte:
Costanza Miliani , Istituto di scienze e tecnologie molecolari, Perugia, tel. 075/5855639,
email miliani@thch.unipg.it
Almanacco della Scienza - CNR - Per capire la ragioni del degrado, che non investe tutte le opere, ma solo alcune, i dipinti, provenienti da musei olandesi e francesi sono stati sottoposti a sofisticate tecniche ai raggi X, presso laboratori italiani e olandesi e presso l'Europen Synchrotron Radiation Facility (Esrf) di Grenoble (Francia) e il Deutsches Elektronen-Synchrotron (Desy) di Amburgo (Germania).
"Studiando i pigmenti usati nei quadri, siamo stati sorpresi nel notare che persino nelle condizioni di illuminazione comunemente considerate sicure alcuni dei nostri campioni di riferimento hanno cambiato colore piuttosto velocemente", spiega Costanza Miliani dell'Istm-Cnr.
Van Gogh non usava sempre lo stesso tipo di giallo. "Se il 'Middle yellow' (cromato di piombo) è apparso chimicamente stabile, anche per lunghi periodi e anche sotto gli aggressivi raggi UV, il 'Lemon yellow' e il 'Primrose yellow', che l'artista amava molto, sono apparsi molto reattivi alla luce, a causa della diversa struttura cristallina e del più alto contenuto di solfati", continua la ricercatrice del Cnr. "Queste due tonalità già dopo alcuni giorni di esposizione a semplice luce verde o blu si trasformano in uno spento marrone-verde olivastro. Una scoperta molto importante, perché l'illuminazione a pavimento delle sale museali è sempre più spesso realizzata con faretti Led che emettono una luce con una componente spettrale blu molto elevata".
"Suggeriamo a tutti i musei di verificare se tra le proprie opere d'arte ve ne siano alcune nelle quali il colore è stato utilizzato in forma instabile e, di conseguenza, se sia necessario filtrare i sistemi di illuminazione", riassume Koen Janssens dell'Università di Anversa, coordinatore del progetto di ricerca.
"Abbiamo già informato alcuni musei fortemente interessati, come il Van Gogh di Amsterdam, che custodisce proprio i celeberrimi 'Girasoli' e abbiamo scoperto la forma instabile del cromo anche nel 'Ritratto di Gauguin'", conclude la ricercatrice Letizia Monico dell'Università di Perugia.
C.B.
Fonte:
Costanza Miliani , Istituto di scienze e tecnologie molecolari, Perugia, tel. 075/5855639,
email miliani@thch.unipg.it
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