E’ trascorso un anno dalla scomparsa di Roberta Ragusa, la madre 43enne di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, di cui non si è saputo più nulla dalla notte tra il 13 e il 14 gennaio dell’anno scorso.
Pisa (youreporternews) - Solo di recente la procura di Pisa ha riferito della presenza di un testimone, che riportò un racconto diverso da quello del marito della donna, Antonio Logli, da 10 mesi indagato per omicidio e occultamento di cadavere, i cui resoconti hanno trovato sempre riscontro nella realtà, secondo le forze dell’ordine. Il testimone, come emerso la settimana scorsa, rivelò di aver assistito ad una discussione, una lite in strada molto animata fra un uomo e una donna quella notte. Proprio nei momenti in cui Logli aveva detto di essere andato a dormire, dopo mezzanotte e di aver lasciato la moglie in cucina, intenta a scrivere la lista della spesa.
I protagonisti del diverbio in strada, secondo gli inquirenti, potrebbero essere stati i coniugi: Roberta Ragusa e Antonio Logli.
Gli investigatori stanno lavorando per trovare il responsabile del delitto. Indagini e perquisizioni di pozzi, discariche, cimiteri e campi abbandonati, non hanno fatto avanzare le ricerche di un passo, in 12 mesi. Tanto che il procuratore stesso, pochi giorni fa, è arrivato a compiere una dichiarazione sconvolgente. Non può essere stato che un “omicidio premeditato”, ha detto, “poiché sarebbe stato impossibile far sparire un cadavere in così poco tempo”.
Ad un anno dalla scomparsa di Roberta, pochi sono i dubbi che rimangono sulla sua sorte, anche secondo le forze dell’ordine. La speranza di riabbracciarla viva e di rivederla altrove, magari protagonista di una nuova esistenza, lontano da quello che l’aveva fatta soffrire e le aveva reso “gli occhi tristi”, è ormai molto flebile, per parenti, amici, conoscenti e quanti hanno conosciuto e hanno avuto a cuore la sua storia, in tutti i mesi trascorsi.
Non sarà l’impossibilità di ritrovare il cadavere, come ha detto il suo avvocato, ad impedire di fare luce su quello che accadde quella notte e che cambiò per sempre il destino di Roberta e della sua famiglia.
Il testimone è considerato molto attendibile dagli inquirenti ed è stato rintracciato dai carabinieri del nucleo investigativo di Pisa dopo una complessa indagine, condotta con metodi tradizionali e generata da alcuni racconti nel paese. L’uomo, secondo quanto si apprende, avrebbe preferito non raccontare subito quanto aveva visto per timore di ritorsioni da parte della famiglia Logli.
Pisa (youreporternews) - Solo di recente la procura di Pisa ha riferito della presenza di un testimone, che riportò un racconto diverso da quello del marito della donna, Antonio Logli, da 10 mesi indagato per omicidio e occultamento di cadavere, i cui resoconti hanno trovato sempre riscontro nella realtà, secondo le forze dell’ordine. Il testimone, come emerso la settimana scorsa, rivelò di aver assistito ad una discussione, una lite in strada molto animata fra un uomo e una donna quella notte. Proprio nei momenti in cui Logli aveva detto di essere andato a dormire, dopo mezzanotte e di aver lasciato la moglie in cucina, intenta a scrivere la lista della spesa.
I protagonisti del diverbio in strada, secondo gli inquirenti, potrebbero essere stati i coniugi: Roberta Ragusa e Antonio Logli.
Gli investigatori stanno lavorando per trovare il responsabile del delitto. Indagini e perquisizioni di pozzi, discariche, cimiteri e campi abbandonati, non hanno fatto avanzare le ricerche di un passo, in 12 mesi. Tanto che il procuratore stesso, pochi giorni fa, è arrivato a compiere una dichiarazione sconvolgente. Non può essere stato che un “omicidio premeditato”, ha detto, “poiché sarebbe stato impossibile far sparire un cadavere in così poco tempo”.
Ad un anno dalla scomparsa di Roberta, pochi sono i dubbi che rimangono sulla sua sorte, anche secondo le forze dell’ordine. La speranza di riabbracciarla viva e di rivederla altrove, magari protagonista di una nuova esistenza, lontano da quello che l’aveva fatta soffrire e le aveva reso “gli occhi tristi”, è ormai molto flebile, per parenti, amici, conoscenti e quanti hanno conosciuto e hanno avuto a cuore la sua storia, in tutti i mesi trascorsi.
Non sarà l’impossibilità di ritrovare il cadavere, come ha detto il suo avvocato, ad impedire di fare luce su quello che accadde quella notte e che cambiò per sempre il destino di Roberta e della sua famiglia.
Il testimone è considerato molto attendibile dagli inquirenti ed è stato rintracciato dai carabinieri del nucleo investigativo di Pisa dopo una complessa indagine, condotta con metodi tradizionali e generata da alcuni racconti nel paese. L’uomo, secondo quanto si apprende, avrebbe preferito non raccontare subito quanto aveva visto per timore di ritorsioni da parte della famiglia Logli.
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