La popolazione risponde al boicottaggio lanciato dall'opposizione. Le votazioni rischiano di essere annullate. I partiti islamisti, nazionalisti e liberali annunciano manifestazioni finché il parlamento non verrà sciolto.
Asianews - La minoranza sciita ottiene per la prima volta 15 seggi su 50 alle elezioni del 1mo dicembre per il rinnovo parlamento del Kuwait. Il voto è stato boicottato dai partiti di opposizione: islamisti, nazionalisti e liberali. Alle elezioni dello scorso febbraio, annullate dalle autorità i musulmani sciiti avevano guadagnato solo 7 seggi su 50. Secondo i sondaggi elaborati dai partiti avversari dell'attuale governo - dominato dalle tribù fedeli all'emiro Sabah al-Sabah - solo il 26,6% degli aventi diritto si è recato alle urne, rendendo di fatto il voto nullo. Tuttavia, il sito del ministero degli Interni sostiene che l'affluenza è stata del 38,8%.
Governato dall'emiro Sabah al-Sabah, il Kuwait è la più antica monarchia costituzionale del Golfo. La dinastia degli Sabah è di fatto al potere dalla fine de '700. Il sistema di governo è parlamentare. Per consuetudine l'erede al trono è anche il Primo ministro, ma il parlamento può decidere di rimuoverlo. La crisi attuale è iniziata lo scorso marzo dopo la vittoria degli islamisti alle elezioni, segnando un risultato storico per il Paese da sempre vicino alle posizioni degli Stati occidentali. Per timore degli estremisti, l'emiro ha giudicato incostituzionale l'attuale legge elettorale. Egli ha annullato il voto di marzo, proponendo nuove elezioni per lo scorso 1° dicembre.
Ahmad al-Saadoun, storico leader dell'opposizione, ha dichiarato che "la votazione è incostituzionale". Tale posizione è sostenuta anche da molti ex membri del parlamento legati alla famiglia reale, che contestano la presa di posizione dell'emiro, che in febbraio ha annullato le elezioni vinte dai partiti di opposizione. Secondo il Comitato popolare per il boicottaggio, il parlamento non rappresenta il popolo kuwaitiano. Oggi la coalizione dei partiti di opposizione islamista, nazionalista e liberale ha annunciato una mobilitazione generale finché l'attuale parlamento non verrà sciolto.
Mohammad al-Ajmi, analista politico, teme una nuova fase di instabilità nel Paese. "Il boicottaggio - afferma - ha reso nulla qualsiasi azione da parte della nuova formazione parlamentare". Lo studioso sottolinea che gli Awazen, i Mutair e gli Ajmans, le tre principali tribù beduine del Kuwait (circa 500mila persone) hanno solo un rappresentante, rispetto a una media di 15.
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