Riunito d’urgenza nella notte tra ieri e oggi, il Consiglio di sicurezza dell’Onu non ha preso alcuna decisione sulla nuova escalation di violenze nella Striscia di Gaza, dove da ieri sono in corso bombardamenti israeliani ufficialmente in rappresaglia al lancio di razzi palestinesi sul Neghev.
Misna - Parlando ai giornalisti subito dopo la riunione, l’ambasciatore indiano Singh Puri – che presiede il Consiglio – ha detto che i 15 membri non hanno trovato una linea comune. A prendere le parti di Israele è stata Susan Rice, ambasciatrice degli Stati Uniti, secondo cui “nulla giustifica la violenza contro il popolo israeliano alla quale hanno fatto ricorso Hamas e altre organizzazioni terroristiche”. Il riferimento è ai razzi lanciati nell’ultima settimana dalla Striscia di Gaza, territorio dal 2007 sotto controllo di Hamas e da allora stretto da un embargo e da un rigido controllo dei confini operati da Israele
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Nella sequenza di reazioni diplomatiche seguite all’attacco, la reazione egiziana sembra essere stata quella più veemente sul lato arabo. Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha richiamato il suo ambasciatore in Israele (che a sua volta ha richiamato il suo dal Cairo) e ha chiesto una riunione della Lega Araba. Il ministro degli Esteri egiziano ha quindi chiesto agli Stati Uniti di intervenire “immediatamente” per mettere fine “all’aggressione israeliana”. Dalla Casa Bianca sono però partite telefonate per Morsi e per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in cui si è sostanzialmente ribadito “il diritto all’autodifesa” di Israele.
A chiedere invece una condanna di Israele da parte della comunità internazionale è stato il primo ministro del Qatar, Hamad Bin Jassem Al Thani secondo cui l’escalation a Gaza è “ingiustificata” e può favorire soltanto gli estremismi. L’intervento del primo ministro segue di poche settimane una storica visita dell’emiro del Qatar proprio a Gaza a favore della quale il piccolo emirato ha stanziato fondi per alcune centinaia di milioni di euro. Il Qatar ha anche chiesto una netta presa di posizione da parte dell’Onu, ma a testimoniare l’incapacità del massimo organismo regionale di assumere iniziative sono state la riunione senza esito del Consiglio di sicurezza e le dichiarazioni del segretario generale Ban Ki-moon che non ha potuto far altro che chiedere alle parti di “astenersi dall’uso della forza” e di rispettare il diritto umanitario internazionale.
Misna - Parlando ai giornalisti subito dopo la riunione, l’ambasciatore indiano Singh Puri – che presiede il Consiglio – ha detto che i 15 membri non hanno trovato una linea comune. A prendere le parti di Israele è stata Susan Rice, ambasciatrice degli Stati Uniti, secondo cui “nulla giustifica la violenza contro il popolo israeliano alla quale hanno fatto ricorso Hamas e altre organizzazioni terroristiche”. Il riferimento è ai razzi lanciati nell’ultima settimana dalla Striscia di Gaza, territorio dal 2007 sotto controllo di Hamas e da allora stretto da un embargo e da un rigido controllo dei confini operati da Israele.
Nella sequenza di reazioni diplomatiche seguite all’attacco, la reazione egiziana sembra essere stata quella più veemente sul lato arabo. Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha richiamato il suo ambasciatore in Israele (che a sua volta ha richiamato il suo dal Cairo) e ha chiesto una riunione della Lega Araba. Il ministro degli Esteri egiziano ha quindi chiesto agli Stati Uniti di intervenire “immediatamente” per mettere fine “all’aggressione israeliana”. Dalla Casa Bianca sono però partite telefonate per Morsi e per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in cui si è sostanzialmente ribadito “il diritto all’autodifesa” di Israele.
A chiedere invece una condanna di Israele da parte della comunità internazionale è stato il primo ministro del Qatar, Hamad Bin Jassem Al Thani secondo cui l’escalation a Gaza è “ingiustificata” e può favorire soltanto gli estremismi. L’intervento del primo ministro segue di poche settimane una storica visita dell’emiro del Qatar proprio a Gaza a favore della quale il piccolo emirato ha stanziato fondi per alcune centinaia di milioni di euro. Il Qatar ha anche chiesto una netta presa di posizione da parte dell’Onu, ma a testimoniare l’incapacità del massimo organismo regionale di assumere iniziative sono state la riunione senza esito del Consiglio di sicurezza e le dichiarazioni del segretario generale Ban Ki-moon che non ha potuto far altro che chiedere alle parti di “astenersi dall’uso della forza” e di rispettare il diritto umanitario internazionale.
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