giovedì, novembre 08, 2012
I giovani dei Focolari si rimboccano le maniche in uno dei quartieri più difficili di Napoli per riparare una baracca fatiscente, ripulire un parco, creare momenti ricreativi per i bambini.

Città Nuova - "Let's Bridge... now!" è il titolo scelto per l'iniziativa dei Giovani per un mondo unito del Movimento dei Focolari, che sabato 3 novembre ha animato le strade di Scampia, con il concorso dell'Opera "Don Guanella" ed il sostegno dell'VIII Municipalità del Comune di Napoli. Non solo un semplice titolo, ma un vero e proprio impegno che si è concretizzato in un quartiere della periferia nord della città di Napoli, in cui criminalità e degrado regnano sovrane. Sono arrivati da tutta la Campania in circa 180. Ospitati nell'oratorio della parrocchia di santa Maria della Provvidenza da don Lillo De Rosa, nella mattinata hanno voluto riportare un pezzo di Genfest, l'evento che ha raccolto più di 12.500 giovani provenienti da tutto il mondo, a Budapest dal 31 agosto al 2 settembre.

Canti e danze hanno coinvolto tutti i presenti, che hanno avuto la possibilità, per chi ha sperimentato l'avventura del Genfest, di riviverla, e per tanti altri, invece, di toccare con mano un mondo dove è possibile che giovani di religioni e culture diverse e credenze non religiose possano lavorare insieme per la fraternità. In che modo? Attraverso le parole di Nancy, di Casoria, partita per pura curiosità, compiendo un vero e proprio salto nel buio, e ritornata invece con una forte carica, insieme a tanti che erano con lei in quei giorni, anche i più scettici, con la voglia di coinvoglere tanti altri per trasmettere quel "miracolo avvenuto in lei".

O ancora quelle di Ciro, di Arzano, che ha trascorso un anno duro e faticoso, lontano dalla realtà del Movimento dei Focolari, dall'Eucarestia e dagli amici. In occasione dell'intensa rivalità che ha respirato partecipando ad un concorso molto ambito, ha sperimentato lo spirito dell'aiutarsi a vicenda nel ripetere insieme ad altri le diverse materie. Si è così ripromesso di "ricominciare", iniziando proprio dal seguire tutto il genfest in diretta, via internet.

Anche Marco (di Ischia), e soprattutto Mariano di Monte di Procida e Gianluigi di Avellino si sono impegnati a "costruire ponti" nella quotidianità ed in particolare nelle difficoltà.

La stessa sfida è stata lanciata ai giovani, i quali sono stati invitati a mettere in pratica la cosiddetta Regola d'oro, del "fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te", e ad apporre una simbolica firma per appoggiare lo United World Project, la proposta, frutto del Genfest, di un patto mondiale di fraternità in vista della creazione di un osservatorio specifico presso l'Onu.

Immediata la possibilità di concretizzare l'impegno preso: nel pomeriggio si sono divisi nelle varie attività, ognuna contrassegnata da un colore, sul territorio di Scampia: dall'aiutare a riparare il tetto di una baracca nel campo rom a due passi dall'Asl Napoli 1 e dal quartiere al coinvolgere con giochi i bimbi dell'istituto della Comunità dei Gesuiti, secondo le regole di "Sports4Peace", una cultura dello sport che contribuisce alla pace e alla fraternità universale. Un gruppo si è impegnato nel colorare la città ripulendo il cosiddetto "campo", dove i bambini del parco dei Fiori giocano a calcio creando da sé le porte con tavole di cemento abbandonate sul posto.

Un altro si è dedicato all'animazione del vicinato con giochi, musica e canti. Nonostante in alcune situazioni i ragazzi abbiano dovuto fronteggiare situazioni difficili - con bambini e adulti scettici e restii - sono ugualmente riusciti ovunque ad attirare l'attenzione non solo di quanti erano affacciati alle finestre delle proprie case, ma soprattutto a coinvolgere concretamente i bambini dei vari quartieri.

Si potrebbe dire che sono stati proprio loro "i veri protagonisti", che si sono rimboccati da subito le maniche nel rendere più accogliente e meno pericoloso un luogo da loro quotidianamente frequentato, tanto da pensare a dei progetti per rendere partecipi anche i propri papà. Gli stessi genitori si sentivano coinvolti, tanto da far calare dai balconi bottiglie d'acqua e bicchieri, per tutti quei giovani che stavano dedicando il pomeriggio ai loro figli.

Ritornati all'oratorio, con al seguito alcuni bambini che non riuscivano a staccarsi dai ragazzi e che avevano ancora voglia di giocare e stare con loro, sono state lanciate iniziative future per costruire "nuovi ponti", ognuno nella propria città. "Avete un cuore grande! Spero di passare con voi altre giornate come questa, piene di cielo, di luce e di pace", dalle parole conclusive di don Lillo si può facilmente intuire quanto sia necessario impegnarsi concretamente per non far sì che quanto vissuto resti fine a se stesso, di essere sempre più presenti soprattutto in quei territori dove basta portare una ventata di solidarietà, non per "curiosare", ma per far assaporare e tastare la realizzazione di quel mondo più unito che hanno sperimentato.

di Roberta Formisano


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