In Albania un gruppo di studenti universitari sta lavorando alla realizzazione di un progetto unico: convertire i vecchi bunker costruiti durante il regime comunista in confortevoli bed and breakfast
di Paola Bisconti
Enver Hoxha, dittatore dell’Albania per oltre quarant’anni, fece costruire nel decennio 1970-80 circa 750.000 bunker perché ossessionato dall’idea che i nemici avrebbero potuto saccheggiare il cosiddetto “Paese delle Aquile”. Le cupole di cemento armato sarebbero servite alla popolazione per rifugiarsi in caso di un’eventuale aggressione, oppure a i militari come punti d’attacco per rispondere ad un’offensiva straniera (che non si è mai verificata). La paranoia di Hoxha ha “generato” un mega-progetto che a distanza di anni sta per essere convertito in qualcosa di utile per i cittadini ma anche per i turisti: lungi dal creare un business ma solo con l’intento di rivalutare un’opera morta, Iva Shtrepi, studentessa tedesca dell’Università Mainz di Scienze Applicate di Magonza, ha esposto nella sua tesi intitolata “Bunkerkunft” la possibilità di rendere le ex costruzioni militari dei bed and breakfast.
L’idea di far sorgere un “albergo diffuso” in un Paese come l’Albania, che negli ultimi tempi sta attirando sempre più turisti, è piaciuta talmente tanto al professore della giovane Iva Shtrepi che lo scorso settembre ha realizzato un corso di studi sperimentale insieme all’università Polis di Tirana. Il docente Markus Pretnar, insieme al designer Eno Barjam, ha intuito il messaggio che la studentessa intendeva trasmettere con la sua tesi, ossia mirare alla conservazione dell’eredità storica dell’Albania ricordando anche quei periodi non del tutto felici per il Paese, e così è stato creato un gruppo composto da 10 studenti tedeschi e 10 universitari albanesi che, riunitisi a Tale, città bagnata dall’Adriatico a 50 km da Tirana, stanno realizzando un progetto unico ed eccezionale. I giovani progettisti disegneranno gli interni del primo bunker che sarà trasformato in un singolare ostello, reso confortevole dal parquet e dai letti insieme ai servizi essenziali come doccia e cucina. Il B&B potrà ospitare fino a 8 inquilini per una spesa di circa 7 euro a notte a persona. La gestione delle vecchie opere di difesa sono di competenza del Ministero della Difesa ma i diritti di sfruttamento sono stati ceduti ai proprietari dei terreni su cui sorgono i bunker.
Ogni km quadrato conta 24 bunker, ciascuno caratterizzato da una cupola in cemento spessa 1,3 metri, ma la vera peculiarità dei “Bed and bunker” sparsi nelle montagne delle Alpi albanesi, o incastonati fra gli alberi delle riserve naturali, o ancora collocati in città, in campagna e in riva al mare, è la possibilità di ammirare le bellezze paesaggistiche attraverso quelle fessure dove un tempo i soldati puntavano i loro fucili. Le casematte diventeranno stazioni di sosta, rifugi minimalisti, luoghi prediletti dagli amanti della natura, dai backpaper, dagli escursionisti, dai viaggiatori che alle vacanze lussuose preferiscono il trekking.
di Paola Bisconti
Enver Hoxha, dittatore dell’Albania per oltre quarant’anni, fece costruire nel decennio 1970-80 circa 750.000 bunker perché ossessionato dall’idea che i nemici avrebbero potuto saccheggiare il cosiddetto “Paese delle Aquile”. Le cupole di cemento armato sarebbero servite alla popolazione per rifugiarsi in caso di un’eventuale aggressione, oppure a i militari come punti d’attacco per rispondere ad un’offensiva straniera (che non si è mai verificata). La paranoia di Hoxha ha “generato” un mega-progetto che a distanza di anni sta per essere convertito in qualcosa di utile per i cittadini ma anche per i turisti: lungi dal creare un business ma solo con l’intento di rivalutare un’opera morta, Iva Shtrepi, studentessa tedesca dell’Università Mainz di Scienze Applicate di Magonza, ha esposto nella sua tesi intitolata “Bunkerkunft” la possibilità di rendere le ex costruzioni militari dei bed and breakfast.
L’idea di far sorgere un “albergo diffuso” in un Paese come l’Albania, che negli ultimi tempi sta attirando sempre più turisti, è piaciuta talmente tanto al professore della giovane Iva Shtrepi che lo scorso settembre ha realizzato un corso di studi sperimentale insieme all’università Polis di Tirana. Il docente Markus Pretnar, insieme al designer Eno Barjam, ha intuito il messaggio che la studentessa intendeva trasmettere con la sua tesi, ossia mirare alla conservazione dell’eredità storica dell’Albania ricordando anche quei periodi non del tutto felici per il Paese, e così è stato creato un gruppo composto da 10 studenti tedeschi e 10 universitari albanesi che, riunitisi a Tale, città bagnata dall’Adriatico a 50 km da Tirana, stanno realizzando un progetto unico ed eccezionale. I giovani progettisti disegneranno gli interni del primo bunker che sarà trasformato in un singolare ostello, reso confortevole dal parquet e dai letti insieme ai servizi essenziali come doccia e cucina. Il B&B potrà ospitare fino a 8 inquilini per una spesa di circa 7 euro a notte a persona. La gestione delle vecchie opere di difesa sono di competenza del Ministero della Difesa ma i diritti di sfruttamento sono stati ceduti ai proprietari dei terreni su cui sorgono i bunker.
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