I dettagli delle novità e dei punti cardini del testo di legge anti-corruzione approvato alla Camera
di Benedetta Biasci
Il 31 ottobre il ddl anti-corruzione è diventato legge. Dopo un iter parlamentare piuttosto lungo e travagliato, il decreto legislativo, contenente norme di prevenzione e norme sulla repressione della corruzione, è stato approvato alla Camera con ampio consenso (480 sì, 19 no e 25 astenuti). L'Idv è il partito che ha espresso con più fermezza il suo dissenso; all'indomani dell'approvazione, Di Pietro motiva così la sua votazione: “La legge, che è stata il risultato di un compromesso politico tra le forze che appoggiano il governo, non combatte la corruzione nè i reati contro la pubblica amministrazione, anzi è pro-corruzione e aiuta ancora di più i corruttori”. Mentre il Guardasigilli Severino esprime soddisfazione per l'ampia condivisione e aggiunge: “Il testo poteva essere migliore, ma non è stato «un compromesso al ribasso»”. Anche il Pd e l'Udc commentano positivamente la legge anti-corruzione, considerandola un “passo avanti” nella lotta contro la corruzione e contro l'illegalità.
Cosa prevede il ddl anti-corruzione diventato ormai legge il 31 ottobre? E quali sono gli effetti che produrrà sui processi già in corso? La “Commissione per la trasparenza delle amministrazioni pubbliche”, entrata in funzione nel 2010, diviene l'Authorithy anti-corruzione ed avrà funzioni di prevenzione e di controllo. Tramite la modifica dell'articolo 2635 del codice civile, viene istituito il reato di corruzione tra privati che prevede una pena da uno a tre anni di reclusione. Inoltre è previsto uno sdoppiamento del reato di concussione: la concussione per costrizione nei confronti del privato da parte del pubblico ufficiale verrà punita con una pena dai 6 ai 12 anni, mentre la concussione per induzione prevede una pena da 3 a 8 anni. La rimodulazione delle pene verso il basso comporta un minor tempo per la prescrizione.
Uno dei punti fondamentali della legge è la trasparenza dell'attività amministrativa: dovranno essere pubblicati i costi delle opere e dei servizi di ogni procedimento amministrativo. In tal modo si potrà monitorare l'attività delle istituzioni pubbliche. I dirigenti pubblici dovranno ruotare più frequentemente. Inoltre per gli impiegati pubblici e i dirigenti verranno predisposti dei corsi di formazione sui temi dell’etica e della legalità dalla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Infine i dirigenti e gli impiegati condannati con sentenza passata dovranno rispondere, oltre che con la sospensione dal servizio e dallo stipendio, anche per danno erariale e all'immagine della pubblica amministrazione. Sarà tutelato il “dipendente spia” (che avrà la funzione di controllare la corruzione all'interno di un ente pubblico): non potrà essere discriminato né licenziato.
Per quanto riguarda invece la questione dei condannati in parlamento, il Ddl delega il governo a disciplinare l'incandidabilità dei condannati con sentenza definitiva per reati gravi e per reati contro la p.a. E' la questione più spinosa di tutto il testo della legge.
La legge anti-corruzione stabilisce un limite massimo di dieci anni per le toghe fuori ruolo con deroghe per i membri del governo, per chi ricopre cariche elettive (Parlamento e Authority), per chi ha incarichi presso organi di autogoverno (come il Csm) e per i componenti delle Corti internazionali. Il testo stabilisce: “Tutti gli incarichi presso istituzioni, organi o enti pubblici, nazionali e internazionali attribuiti a posizioni apicali e semi apicali, compresi quelli di titolarità di ufficio di gabinetto, attribuiti a magistrati devono essere svolti con contestuale collocamento in posizione fuori ruolo”.
Infine in ogni Prefettura dovrà esserci una lista bianca delle imprese, ovvero un elenco delle “imprese virtuose”, non soggette a tentativo di infiltrazioni mafiose.
di Benedetta Biasci
Il 31 ottobre il ddl anti-corruzione è diventato legge. Dopo un iter parlamentare piuttosto lungo e travagliato, il decreto legislativo, contenente norme di prevenzione e norme sulla repressione della corruzione, è stato approvato alla Camera con ampio consenso (480 sì, 19 no e 25 astenuti). L'Idv è il partito che ha espresso con più fermezza il suo dissenso; all'indomani dell'approvazione, Di Pietro motiva così la sua votazione: “La legge, che è stata il risultato di un compromesso politico tra le forze che appoggiano il governo, non combatte la corruzione nè i reati contro la pubblica amministrazione, anzi è pro-corruzione e aiuta ancora di più i corruttori”. Mentre il Guardasigilli Severino esprime soddisfazione per l'ampia condivisione e aggiunge: “Il testo poteva essere migliore, ma non è stato «un compromesso al ribasso»”. Anche il Pd e l'Udc commentano positivamente la legge anti-corruzione, considerandola un “passo avanti” nella lotta contro la corruzione e contro l'illegalità.
Cosa prevede il ddl anti-corruzione diventato ormai legge il 31 ottobre? E quali sono gli effetti che produrrà sui processi già in corso? La “Commissione per la trasparenza delle amministrazioni pubbliche”, entrata in funzione nel 2010, diviene l'Authorithy anti-corruzione ed avrà funzioni di prevenzione e di controllo. Tramite la modifica dell'articolo 2635 del codice civile, viene istituito il reato di corruzione tra privati che prevede una pena da uno a tre anni di reclusione. Inoltre è previsto uno sdoppiamento del reato di concussione: la concussione per costrizione nei confronti del privato da parte del pubblico ufficiale verrà punita con una pena dai 6 ai 12 anni, mentre la concussione per induzione prevede una pena da 3 a 8 anni. La rimodulazione delle pene verso il basso comporta un minor tempo per la prescrizione.
Uno dei punti fondamentali della legge è la trasparenza dell'attività amministrativa: dovranno essere pubblicati i costi delle opere e dei servizi di ogni procedimento amministrativo. In tal modo si potrà monitorare l'attività delle istituzioni pubbliche. I dirigenti pubblici dovranno ruotare più frequentemente. Inoltre per gli impiegati pubblici e i dirigenti verranno predisposti dei corsi di formazione sui temi dell’etica e della legalità dalla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Infine i dirigenti e gli impiegati condannati con sentenza passata dovranno rispondere, oltre che con la sospensione dal servizio e dallo stipendio, anche per danno erariale e all'immagine della pubblica amministrazione. Sarà tutelato il “dipendente spia” (che avrà la funzione di controllare la corruzione all'interno di un ente pubblico): non potrà essere discriminato né licenziato.
Per quanto riguarda invece la questione dei condannati in parlamento, il Ddl delega il governo a disciplinare l'incandidabilità dei condannati con sentenza definitiva per reati gravi e per reati contro la p.a. E' la questione più spinosa di tutto il testo della legge.
La legge anti-corruzione stabilisce un limite massimo di dieci anni per le toghe fuori ruolo con deroghe per i membri del governo, per chi ricopre cariche elettive (Parlamento e Authority), per chi ha incarichi presso organi di autogoverno (come il Csm) e per i componenti delle Corti internazionali. Il testo stabilisce: “Tutti gli incarichi presso istituzioni, organi o enti pubblici, nazionali e internazionali attribuiti a posizioni apicali e semi apicali, compresi quelli di titolarità di ufficio di gabinetto, attribuiti a magistrati devono essere svolti con contestuale collocamento in posizione fuori ruolo”.
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