lunedì, ottobre 29, 2012
Sono ormai 70 i malati gravi che da giorni stanno attuando lo sciopero della fame contro i tagli contenuti nella spending review. 

Radio Vaticana - Il prossimo 31 ottobre è prevista una manifestazione nazionale contro la stretta sui permessi lavorativi per i familiari di disabili e le riduzioni della spesa sanitaria. Sul web, Salvatore Usala, cagliaritano malato di Sla, ha lanciato un appello perché il governo torni indietro. Benedetta Capelli lo ha intervistato: la sua voce giunge attraverso un’ elaborazione al computer: ascolta

R. - Sono in sciopero della fame da domenica 21 con riduzione progressiva. Da lunedì 29 ottobre, non mi alimenterò più, solo acqua. Tutto questo perchè il governo è di un silenzio assordante.

D. - C’è un progetto che avete messo a punto, un progetto che si chiama “Restare a casa”, di che si tratta?

R. - Si tratta di dare un assegno di cura di 20 mila euro l'anno direttamente alle famiglie. L'alternativa sono le residenze sanitarie, che costano il quadruplo. In Sardegna, funziona da sei anni.

D. - Recentemente, una ricerca del Censis ha messo in luce un’Italia poco attenta ai bisogni dei disabili, evidenziando poi il grave peso che ricade sulle famiglie. Cosa cambiare anche nell’approccio alla disabilità?

R. - L'Italia ha governanti ipocriti: chi si è schierato per salvare Eluana ha azzerato i fondi sociali, le persone gravi muoiono abbandonate dalle istituzioni. Bisogna investire nella disabilità, un servizio virtuoso che genera crescita e occupazione.

D. - Nel suo appello, ha scritto che andrà fino in fondo perché non ci tiene a vivere in uno Stato che definisce “ipocrita e incivile”. Un gesto estremo?

R. - Una sfida ai nostri governanti, vediamo se loro hanno il coraggio di farmi morire. Non è un gesto estremo, ma un atto finalizzato a smuovere l'immobilismo del governo. Uno Stato civile deve avere un piano sulla non autosufficienza.


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