La crescita globale dell'economia sarà del 3,3%, la più bassa dal 2009. Rischi che essa possa scendere anche al 2%. Per l'Europa è urgente un criterio comune di tassazione e spese, oltre all'unione bancaria. Negli Usa occorre rivedere i criteri fiscali e innalzare il tetto del debito. I Paesi emergenti (Brasile, India, Cina) risentono del calo dell'export e dei problemi interni. Il prezzo del petrolio dovrebbe aggirarsi sui 106.18 dollari al barile.
Tokyo, (Asianews) - Il Fondo monetario internazionale ha abbassato ancora una volta le sue previsioni sulla crescita globale dell'economia, puntando il dito sulle difficoltà dell'eurozona e quelle degli Stati Uniti, che creano ondate di povertà anche negli altri Paesi. A pochi giorni dal suo incontro annuale nella capitale giapponese, presentando il suo "World Economic Outlook" (previsioni economiche mondiali), l'Fmi prevede una crescita globale del 3,3% quest'anno, la più bassa dal 2009 e del 3,6% per il 2013. Solo in luglio esso aveva predetto una crescita del 3,5% per quest'anno e del 3,9% per l'anno prossimo. Ma l'Fmi afferma che i rischi di una discesa ancora più rapida - anche meno del 2% - sono "alti in modo allarmante".
Secondo l'Fmi tutto dipende da come si muovono Europa e Stati Uniti. In Europa esso sottolinea l'importanza di un criterio comune nell'eurozona su tasse e spese dei Paesi, come pure la creazione sempre più urgente di un'unione bancaria.
Gli Stati Uniti devono risolvere il problema fiscale e innalzare il tetto del debito. Secondo l'Fmi, se questo non avviene, gli Usa rischiano la recessione.
La crescita è problematica anche per i Paesi emergenti, colpiti sia dalle difficoltà di Europa e Stati Uniti (calo dell'export), che da difficoltà interne. Le previsioni sono una drastica riduzione della crescita del Brasile, dell'1,5% quest'anno (in luglio le previsioni erano del 2,5) e del 4% nel 2013. L'India potrebbe crescere del 4,9% e del 6% l'anno prossimo (in precedenza le cifre erano del 6,2 e del 6,6). Anche le stime per la Cina scendono dello 0,2%, assestandosi al 7,8% nel 2012 e all'8,2 nel 2013.
Un altro rischio per l'economia globale potrebbe derivare da un incremento del prezzo del petrolio. L'Fmi prevede che il prezzo del barile di greggio si aggirerà attorno ai 106,18 quest'anno e a 105,10 nel 2013.
Tokyo, (Asianews) - Il Fondo monetario internazionale ha abbassato ancora una volta le sue previsioni sulla crescita globale dell'economia, puntando il dito sulle difficoltà dell'eurozona e quelle degli Stati Uniti, che creano ondate di povertà anche negli altri Paesi. A pochi giorni dal suo incontro annuale nella capitale giapponese, presentando il suo "World Economic Outlook" (previsioni economiche mondiali), l'Fmi prevede una crescita globale del 3,3% quest'anno, la più bassa dal 2009 e del 3,6% per il 2013. Solo in luglio esso aveva predetto una crescita del 3,5% per quest'anno e del 3,9% per l'anno prossimo. Ma l'Fmi afferma che i rischi di una discesa ancora più rapida - anche meno del 2% - sono "alti in modo allarmante".
Secondo l'Fmi tutto dipende da come si muovono Europa e Stati Uniti. In Europa esso sottolinea l'importanza di un criterio comune nell'eurozona su tasse e spese dei Paesi, come pure la creazione sempre più urgente di un'unione bancaria.
Gli Stati Uniti devono risolvere il problema fiscale e innalzare il tetto del debito. Secondo l'Fmi, se questo non avviene, gli Usa rischiano la recessione.
La crescita è problematica anche per i Paesi emergenti, colpiti sia dalle difficoltà di Europa e Stati Uniti (calo dell'export), che da difficoltà interne. Le previsioni sono una drastica riduzione della crescita del Brasile, dell'1,5% quest'anno (in luglio le previsioni erano del 2,5) e del 4% nel 2013. L'India potrebbe crescere del 4,9% e del 6% l'anno prossimo (in precedenza le cifre erano del 6,2 e del 6,6). Anche le stime per la Cina scendono dello 0,2%, assestandosi al 7,8% nel 2012 e all'8,2 nel 2013.
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