giovedì, ottobre 11, 2012
Mentre i giornali locali e internazionali riportano la spiacevole notizia degli slogan razzisti scritti sui portali dei conventi in Terra Santa, passa forse più inosservata la notizia che i frati francescani stanno aprendo le porte dei santuari alla visita delle bimbe e dei bimbi musulmani

di Miriam Mezzera

Si è svolta giovedì scorso la prima visita di una classe alla Basilica del Getsemani, che ora con cadenza settimanale vedrà le sue porte varcate dai ragazzini delle scuole locali, per una visita davvero speciale. Nel caldo ancora pungente di inizio ottobre, una quarantina di ragazzine con la divisa scolastica si avvicinano curiose alla chiesa, sbirciano dal portone socchiuso, osservano gli scavi dell'area archeologica esterna, rimangono incantate dagli enormi ulivi millenari del giardino. Sono eccitate per questa gita inconsueta, che per la prima volta le porta a visitare la Basilica del Getsemani, così vicina alla loro scuola eppure mai visitata prima. Da qualche mese questa chiesa ospita un cantiere: vi è in corso infatti un intervento di restauro dei mosaici delle volte interne, che procederà poi con il restauro della facciata, del tetto e del pavimento. Ma si sta realizzando allo stesso tempo un corso di formazione per cinque ragazzi locali, che piano piano stanno imparando dalle mani esperte dei loro formatori la tecnica e l'arte del mosaico. Lo scopo del progetto è sì restaurare, ma anche coinvolgere, aumentando la consapevolezza e l'interesse dei giovani per il patrimonio storico e artistico del loro paese. E sempre in quest'ottica di coinvolgimento e avvicinamento dei ragazzi di Gerusalemme alle bellezze del loro territorio sono iniziate da poco le attività con le scuole.

Le ragazzine scendono a piedi dal Monte degli Ulivi, dove si trova l'Istituto femminile Al-Tur. Come spiega Khaled Hamdan, coordinatore delle attività con le scuole: "Abbiamo iniziato a contattare gli istituti dei quartieri arabi adiacenti alla Basilica, poi ci allargheremo al resto della città". Tutte le ragazzine, così come le quattro maestre che le accompagnano, indossano un cappellino con un particolare del mosaico del Getsemani e i loghi dei donatori che stanno sostenendo il progetto: ATS pro Terra Sancta, Custodia di Terra Santa, Mosaic Center di Gerico, programma PMSP del Consolato Italiano, Comune di Rovereto, Fondazione Opera Campana dei Caduti e Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.

La visita inizia all'esterno, dove le ragazzine ascoltano attente la storia della Basilica, e osservano sulla carta le sue evoluzioni storico-architettoniche avvenute nel corso dei secoli. Si prosegue quindi all'interno, dove il mosaicista Raed Khalil racconta del suo lavoro e mostra loro i mosaici sulle volte e sul pavimento. Alcune prendono appunti, altre rimangono con il naso all'insù, affascinate dai colori e dalle figure così finemente realizzate. Dopodiché si accostano al tavolo dove due dei ragazzi in tirocinio stanno lavorando alla copia di un particolare del mosaico. Le tesserine in vetro - arrivate da una ditta italiana - risplendono nella luce del faretto. Le ragazzine, alla fine della visita, ne chiedono una da portare a casa, come ricordo di questa gita speciale. E una di esse, prima di uscire, chiede timidamente: "Ma posso portare al Getsemani anche tutta la mia famiglia?". ATS pro Terra Sancta, la ONG della Custodia francescana di Terra Sancta, continua a cercare donatori per poter portare avanti un progetto di grande valore, sia per la comunità locale che per quella internazionale, in una delle Basiliche più belle della Terra Santa. Per saperne di più sul progetto, cliccare qui.

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