Politica: Oliviero, "Ai cattolici è chiesto un nuovo protagonismo. A nessuno è lecito tirarsi indietro"
L’apertura ad Orvieto del 45° Incontro nazionale di studi delle Acli. Domani Bersani e Casini
No al
l’astensionismo. No alle «tendenze demagogiche e qualunquiste». Ma i partiti devono recuperare «credibilità e legittimazione». I cattolici possono fare molto per la «rinascita democratica del Paese», ma a loro è chiesto «un nuovo protagonismo» e «a nessuno è lecito tirarsi indietro». Lo ha detto il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, aprendo il 45° Incontro nazionale di studi delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, ad Orvieto, dove domani arriveranno il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini a confrontarsi con la platea aclista. Il tema dell’incontro: “Cattolici per il bene comune. Dall’irrilevanza al nuovo protagonismo”.
Il presidente delle Acli ha riconosciuto nel suo intervento il ruolo di «supplenza (anche etica) alla politica» svolto dal governo Monti ed ha espresso l'auspicio che «almeno lo stile istituzionale e l'attenzione all'Europa che lo hanno caratterizzato siano fatti propri anche dai futuri governi».
«Il berlusconismo – ha detto – ha lasciato ferite profonde nel tessuto civile del Paese» e «nessun restyling potrà oscurare le sue responsabilità di aver badato più al benessere di uno che al bene comune». C'è da «rifondare il patto di convivenza civile, affinché ogni cittadino sia e si senta parte e protagonista della vita del Paese».
«Le tendenze demagogiche e qualunquiste non ci affascinano» ha aggiunto il presidente delle Acli. «Né possiamo condividere le fughe indifferenti del partito del non voto». «Ma non per questo siamo estranei all'insofferenza verso l'attuale sistema partitico». «Nell'antipolitica si può annidare passione per la democrazia e interesse per il bene comune che non vanno dispersi ma rappresentati». Ma i partiti devono recuperare «credibilità e legittimazione». E i cattolici possono fare molto per la «rinascita democratica del Paese».
«Ai cattolici è chiesto un nuovo protagonismo» ha detto Andrea Olivero, e «a nessuno è lecito tirarsi indietro». «E' tempo di nuove scelte, nuove proposte, nuove prospettive da condividere e maturare insieme». C'è una tradizione - quella del cattolicesimo sociale e democratico - «da aggiornare e re-interpretare alla luce del presente» («coniugando questione sociale e questione antropologica»). C'è un patrimonio di «grandi idee»: «la partecipazione democratica, la giustizia sociale, i diritti di cittadinanza, il lavoro decente e dignitoso, il welfare equo e universale, la cultura della pace, l'interesse per la comunità territoriale in un orizzonte europeo». Ma «c'è bisogno di un laicato maturo, competente e responsabile». «Non di un partito cattolico» ha ribadito Olivero, ma di una «presenza visibile e autentica» dei cattolici impegnati in politica, «radicata sul territorio e capace di rappresentare la comunità cristiana e l'intera cittadinanza».
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l’astensionismo. No alle «tendenze demagogiche e qualunquiste». Ma i partiti devono recuperare «credibilità e legittimazione». I cattolici possono fare molto per la «rinascita democratica del Paese», ma a loro è chiesto «un nuovo protagonismo» e «a nessuno è lecito tirarsi indietro». Lo ha detto il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, aprendo il 45° Incontro nazionale di studi delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, ad Orvieto, dove domani arriveranno il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini a confrontarsi con la platea aclista. Il tema dell’incontro: “Cattolici per il bene comune. Dall’irrilevanza al nuovo protagonismo”.Il presidente delle Acli ha riconosciuto nel suo intervento il ruolo di «supplenza (anche etica) alla politica» svolto dal governo Monti ed ha espresso l'auspicio che «almeno lo stile istituzionale e l'attenzione all'Europa che lo hanno caratterizzato siano fatti propri anche dai futuri governi».
«Il berlusconismo – ha detto – ha lasciato ferite profonde nel tessuto civile del Paese» e «nessun restyling potrà oscurare le sue responsabilità di aver badato più al benessere di uno che al bene comune». C'è da «rifondare il patto di convivenza civile, affinché ogni cittadino sia e si senta parte e protagonista della vita del Paese».
«Le tendenze demagogiche e qualunquiste non ci affascinano» ha aggiunto il presidente delle Acli. «Né possiamo condividere le fughe indifferenti del partito del non voto». «Ma non per questo siamo estranei all'insofferenza verso l'attuale sistema partitico». «Nell'antipolitica si può annidare passione per la democrazia e interesse per il bene comune che non vanno dispersi ma rappresentati». Ma i partiti devono recuperare «credibilità e legittimazione». E i cattolici possono fare molto per la «rinascita democratica del Paese».
«Ai cattolici è chiesto un nuovo protagonismo» ha detto Andrea Olivero, e «a nessuno è lecito tirarsi indietro». «E' tempo di nuove scelte, nuove proposte, nuove prospettive da condividere e maturare insieme». C'è una tradizione - quella del cattolicesimo sociale e democratico - «da aggiornare e re-interpretare alla luce del presente» («coniugando questione sociale e questione antropologica»). C'è un patrimonio di «grandi idee»: «la partecipazione democratica, la giustizia sociale, i diritti di cittadinanza, il lavoro decente e dignitoso, il welfare equo e universale, la cultura della pace, l'interesse per la comunità territoriale in un orizzonte europeo». Ma «c'è bisogno di un laicato maturo, competente e responsabile». «Non di un partito cattolico» ha ribadito Olivero, ma di una «presenza visibile e autentica» dei cattolici impegnati in politica, «radicata sul territorio e capace di rappresentare la comunità cristiana e l'intera cittadinanza».
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