“Il cardinal Carlo Maria Martini ha fatto diventare semplice la Bibbia” dice alla MISNA padre Paolino Mondo, missionario comboniano parroco di Kariobangi, uno dei quartieri poveri di Nairobi. L’impegno di fede dell’arcivescovo emerito di Milano ha lasciato segni profondi nella vita delle comunità cristiane, soprattutto tra gli umili.
Misna - La testimonianza fisica di questo impegno è la Bibbia africana, un volume di 2240 pagine pubblicato dalle Edizioni paoline grazie all’intuizione e alla determinazione del cardinale Martini. “Ha stabilito i contatti necessari perché le Sacre Scritture fossero corredate da introduzioni, note e commenti redatti da esperti africani – sottolinea padre Mondo – nella convinzione che la Bibbia debba essere di tutti i credenti e non solo degli intellettuali”. L’obiettivo era dunque rendere la Bibbia più vicina alle tradizioni e al vissuto del continente, un processo di inculturazione indispensabile per coltivare la fede a tutti i livelli sociali. Un impegno delineato dai vescovi del continente e da Papa Giovanni Paolo II, che nella sua esortazione apostolica “Ecclesia in Africa” (1995) aveva chiesto “più sforzi per garantire accesso alle Sacre Scritture”.
Per capire basta scorrere le pagine del volume. Nell’introduzione all’Esodo si sottolinea che il Libro è rivolto agli africani che hanno sofferto a causa del colonialismo o di altre forme di oppressione e che “sono ora in cerca di dignità”. Parole che rimandano a un altro grande impegno del cardinal Martini, questa volta nella sua arcidiocesi di Milano. “Ai parroci – sottolinea padre Mondo – chiedeva di accogliere e dar da mangiare ai migranti africani, in Italia in cerca di lavoro e dignità”.
Misna - La testimonianza fisica di questo impegno è la Bibbia africana, un volume di 2240 pagine pubblicato dalle Edizioni paoline grazie all’intuizione e alla determinazione del cardinale Martini. “Ha stabilito i contatti necessari perché le Sacre Scritture fossero corredate da introduzioni, note e commenti redatti da esperti africani – sottolinea padre Mondo – nella convinzione che la Bibbia debba essere di tutti i credenti e non solo degli intellettuali”. L’obiettivo era dunque rendere la Bibbia più vicina alle tradizioni e al vissuto del continente, un processo di inculturazione indispensabile per coltivare la fede a tutti i livelli sociali. Un impegno delineato dai vescovi del continente e da Papa Giovanni Paolo II, che nella sua esortazione apostolica “Ecclesia in Africa” (1995) aveva chiesto “più sforzi per garantire accesso alle Sacre Scritture”.
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