A Bengasi un gruppo armato ha lanciato granate e sparato raffiche di colpi. Un americano è stato ucciso, un altro è ferito. Al Cairo è stata assaltata l'ambasciata e bruciata la bandiera Usa. Gli attacchi sono la reazione alla pubblicazione di un film su Maometto, giudicato blasfemo. Lo zampino di Terry Jones, il pastore che voleva bruciare il Corano.
Asia News - Un gruppo di uomini armati hanno messo a ferro e fuoco il consolato statunitense a Bengasi, attaccando anche con armi che hanno ucciso un rappresentante Usa e ferito un altro americano. L'attacco è avvenuto ieri sera a poche ore dall'assalto di centinaia all'ambasciata Usa al Cairo. Si pensa che entrambi gli attacchi - avvenuti nell'anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle di New York - siano legati allo scandalo verso un film prodotto negli Usa, che irride al profeta Maometto.
Nell'attacco di Bengasi, un gruppo di uomini armati sono entrati nell'edificio lanciando granate e sparando raffiche. Le forze di sicurezza libiche non hanno potuto fermare l'assalto.
Per ora non si conosce l'identità dei responsabili. In Libia, dopo la caduta di Gheddafi, vi sono molti gruppi armati e il governo centrale non riesce a garantire sicurezza.
Il film che pare aver scatenato l'assalto è prodotto da un israelo-americano e diffuso da un egiziano espatriato. Alcune sequenze sono visibili su Youtube. Fra i sostenitori del film vi è anche il pastore Terry Jones, il pastore protestante che nel 2010 ha scatenato una rivolta in Afghanistan dopo aver avvertito che avrebbe bruciato pubblicamente un Corano.
L'assalto all'ambasciata americana al Cairo è legata in modo esplicito al film blasfemo. Centinaia, se non migliaia di egiziani hanno bloccato l'entrata dell'edificio diplomatico, sono saliti sul muro e hanno strappato la bandiera Usa, bruciandone i pezzi. I dimostranti esigono che il film venga bandito e che gli Stati Uniti chiedano scusa.
L'ambasciata Usa in Egitto - e la stessa Hillary Clinton, segretario di Stato Usa - hanno dichiarato che "gli Stati Uniti deplorano ogni sforzo volto a denigrare il credo religioso degli altri". Allo stesso tempo, la Clinton ha aggiunto: "Ma non vi può mai essere giustificazione per atti violenti come questi".
Le tensioni al Cairo e in Libia giungono in un momento importante per il rapporto fra gli Stati Uniti e i due Paesi toccati dalla Primavera araba. Fino a poco tempo fa Washington appoggiava i dittatori locali, ricevendo in cambio controllo sulle forze ribelli e fanatiche. Ora gli Usa stanno cercando un rapporto coi nuovi governi. Ma in Libia la situazione è quasi incontrollabile. In Egitto, la settimana scorsa, gli Usa hanno detto di essere vicini a definire un prestito di 1 miliardo di dollari al governo cairota.
Dopo la firma del trattato di pace fra Egitto e Israele, Washington sostiene nel Paese un vasto programma di aiuti, oltre a versare 1,3 miliardi di dollari di sostegno all'esercito egiziano.
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L'assalto all'ambasciata americana al Cairo è legata in modo esplicito al film blasfemo. Centinaia, se non migliaia di egiziani hanno bloccato l'entrata dell'edificio diplomatico, sono saliti sul muro e hanno strappato la bandiera Usa, bruciandone i pezzi. I dimostranti esigono che il film venga bandito e che gli Stati Uniti chiedano scusa.
L'ambasciata Usa in Egitto - e la stessa Hillary Clinton, segretario di Stato Usa - hanno dichiarato che "gli Stati Uniti deplorano ogni sforzo volto a denigrare il credo religioso degli altri". Allo stesso tempo, la Clinton ha aggiunto: "Ma non vi può mai essere giustificazione per atti violenti come questi".
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È presente 1 commento
Anche questi uomini, come Irina, sono martiri di un incomprensibile odio verso l'uomo , odio in nome di una religione che è solo un pretesto,infatti nel Corano non c'è nessun "ordine di uccidere nè istigazione alla violenza" come vogliono far credere gli estremisti.
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