Da oggi vengono revocati tutti i controlli preventivi, anche su quotidiani e trasmissioni di natura politica e religiosa: si tratta di un forte segnale del cammino di riforme democratiche promosso da Thein Sein, che già lo scorso anno aveva rimosso i controlli su giornali e riviste meno “sensibili” a livello ideologico
di Claudia Zichi
Da oltre mezzo secolo giornalisti e organi di stampa birmani sono soggetti a durissime restrizioni, ma da oggi non sarà più così. La notizia ufficiale è stata rilasciata stamani dal Ministero dell’Informazione, ma da settimane circolavano voci e annunci riguardanti una reale ed effettiva libertà di stampa. L’esecutivo centrale guidato dal presidente Thein Sein si sta dimostrando da oltre un anno molto attivo per quanto riguarda le trasformazioni sia in campo economico che politico, dalla liberazione di centinaia di detenuti politici alla collaborazione attiva con la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi. In questa prospettiva la rimozione della censura è solo l'ultima di una serie di riforme promosse dal governo di Naypyidaw. Anche le maggiori aperture al mondo esterno incominciano a dare i loro frutti: i governi occidentali hanno infatti mostrato di apprezzare i cambiamenti birmani e hanno adottato una parziale rimozione delle sanzioni economiche e commerciali al Myanmar.
Il vaglio preventivo su riviste e quotidiani era in vigore dal 1962, anno dell'avvento al potere della prima dittatura militare in seguito a un colpo di stato del generale Ne Win. La notizia, apparsa oggi sul sito internet del ministero dell'Informazione, dove si legge che "la censura su tutte le pubblicazioni a carattere nazionale è sollevata a partire dal 20 agosto 2012”, è una decisione storica: fino allo scorso anno la censura preventiva riguardava anche le canzoni, i racconti e ogni altra forma d'arte che potesse avere dei risvolti politici e sociali. Da antologia alcuni titoli dei giornali birmani del passato, che usavano espedienti di ogni genere per aggirare le maglie del regime. Su tutti, la prima pagina di un quotidiano in occasione della liberazione di Aung San Suu Kyi, nel novembre 2010, con le iniziali della "Signora" sull'immagine di una partita di calcio. Tuttavia, già lo scorso anno il vaglio preventivo era stato cancellato per giornali e riviste meno "sensibili" a livello ideologico, così come per i testi delle canzoni e le fiabe date alle stampe. Da oggi anche le pubblicazioni di carattere religioso o politico hanno ottenuto il permesso di diffusione senza censura, in quel percorso di democratizzazione che sembra finalmente aver investito la società birmana.
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