mercoledì, agosto 08, 2012
Quando siete tristi, depressi, ansiosi o con l’umore sempre nero rivolgetevi a uno specialista. Non lasciate che la depressione vi aggredisca, reagite e curatevi anche farmacologicamente. L’importante – come dice lo psichiatra-scrittore Vittorino Andreoli - è che la vostra mente sia “aggiustata” e non “rotta”.

di Alberto Giannino

In Italia ci sarebbero oltre 2 milioni di ammalati che soffrono di ansia, depressione, psicosi, disturbi della personalità e disturbi dell'umore. Patologie curate solo in parte, perché solo mezzo milione di italiani è in cura dallo specialista. In alcuni casi l'ignoranza spinge l'ammalato a rifiutarsi di curarsi e andare da un neurologo o uno psichiatra, con il rischio che la sua patologia si aggravi con conseguenze talvolta nefaste e deleterie. In altri pazienti prevale l'idea sbagliata che chi va dallo psichiatra sia matto, e quindi rifiutano specialisti e cure. Bisogna lavorare su questi malati e far capire loro, per esempio, che nel pianeta i malati di ansia sono 1 miliardo. Non parliamo poi dei depressi...

La situazione in Italia è grave perché dopo la chiusura dei manicomi la psichiatria non è migliorata. Infatti nei piccoli comuni ci sono i famosi Centri Psicosociali, dove lo Stato ti offre lo psichiatra gratis per curare la tua patologia. Ma il senso di vergogna spesso opprime il paziente e questi vi rinuncia. Chi ci va, per la maggior parte trova uno psichiatra per una visita mensile, riceve una terapia farmacologia e ritorna al suo domicilio (mentre prima si andava più facilmente in ospedali psichiatrici o in manicomio). Quindi la chiusura di questi istituti è stata positiva per certi versi ma ha anche creato tante tragedie familiari, perché lo specialista spesso non può fare altro che avere fiducia nel paziente e spesso quindi una depressione, un disturbo paranoide o una schizofrenia non possono essere curati adeguatamente. Quante volte abbiamo letto di persone che hanno sparato ad una intera famiglia, o ai genitori? O, viceversa, il padre ha ucciso il figlio? O la madre stressata ha strangolato i piccoli? Alcuni casi giudiziari sono stati archiviati perché la madre, quando ha ammazzato le sue creature, “non era se stessa”, “era un'altra persona” o "non sapeva quello che faceva".

E fra i giovani la brutta bestia, il male oscuro è la depressione: un cattivo risultato scolastico o l'abbandono del ragazzo o della ragazza possono indurre i giovani al suicidio. Per gli adulti sono invece i debiti, i soldi che non ci sono, il carcere, la perdita della casa, del lavoro o di una persona cara. O i vicini di casa con le loro carte bollate maledette, come è successo nel caso di una poliziotta a Treviso.

Invito tutte le persone sofferenti a non sottovalutare le loro patologie psichiche (altrimenti si aggravano) e di curarle adeguatamente. Controllate i figli, dialogate con loro e quando li vedete tristi, chiusi, che piangono o che non socializzano con nessuno, prendete provvedimenti.

Da non dimenticare nemmeno le vittime di mobbing, che sono esposte a queste patologie negli ambienti di lavoro. Non esitate a denunciare i vostri mobbers, i loro metodi violenti, le loro persecuzioni, le loro prepotenze e le loro angherie. Il loro scopo precipuo è quello di isolarvi e di indurvi a cambiare posto di lavoro, perché c'è già pronto il loro amico o la loro amica. La XVI legislatura di Fini e di Schifani dovrebbe licenziare il disegno di legge unificato sul mobbing che giace alla Camera e al Senato e che è la sintesi di tutti i Gruppi parlamentari. Se venisse approvato sarebbe una vittoria contro i mobbers arrivisti, sindacalisti al soldo del capo affamati di potere.

Concludo rivolgendomi agli psichiatri. So che il 90% della categoria è fatto di persone competenti, con grande professionalità e conoscenze. So che amate il vostro paziente e non lo considerate un mutuato da visitare sbrigativamente. So che molti di voi si tengono in contatto con i pazienti e le famiglie. Continuate lungo questo percorso. State vicino a questi pazienti bisognosi, non li trascurate, non lasciateli soli. Dialogate con essi per creare un rapporto basato sulla stima e sulla fiducia. Sono delle persone che hanno un'anima. Anche se il male oscuro della depressione li ha resi fragili come canne al vento.

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