Legambiente: «Conferma la gravità della situazione. Fondamentale la nuova Aia»
Greenreport - Il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato il sequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva, che deve avere ome fine il risanamento - gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell'Ilva, e per l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso. Gli altri cinque indagati, tutti capiarea Ilva, sono stati rimessi in libertà. I giudici hanno nominato Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, custode e amministratore delle aree e degli impianti sotto sequestro e al posto del commercialista nominato dal Gip per i compiti amministrativi. Restano, per le procedure tecnico-operative, i tre ingegneri nominati dal gip.
Il tribunale ha disposto che «I custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti».
Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, «La conferma del sequestro anche se con diritto d'uso e degli arresti dei proprietari dell'azienda conferma l'impianto accusatorio del grave inquinamento ambientale causato dall'impianto. La strada tracciata dal Tribunale del Riesame è quella che prevede un forte e rapido ammodernamento degli impianti che per Legambiente deve avvenire attraverso una nuova Aia, che obbligherebbe l'azienda a procedere agli interventi. Gli atti d'intesa firmati negli anni scorsi a Taranto tra l'Ilva e le Istituzioni locali e nazionali ci hanno, infatti, insegnato che con l'azienda il gentleman agreement, come dimostrano le dichiarazioni di ieri di Ferrante, non funziona e che l'Ilva intraprende azioni per diminuire le proprie emissioni inquinanti solo se costretta. Non bastano le quattro modifiche impiantistiche di cui si è parlato ieri nella riunione tra enti locali e azienda, ma a nostro parere, come già ribadito con le nostre osservazioni inviate al ministro dell'ambiente Corrado Clini subito dopo la riapertura del procedimento di Aia dello scorso marzo, sono 26 i punti sostanziali e irrinunciabili da adottare nell'impianto e nelle pratiche operative per ridurre efficacemente le emissioni».
Greenreport - Il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato il sequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva, che deve avere ome fine il risanamento - gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell'Ilva, e per l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso. Gli altri cinque indagati, tutti capiarea Ilva, sono stati rimessi in libertà. I giudici hanno nominato Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, custode e amministratore delle aree e degli impianti sotto sequestro e al posto del commercialista nominato dal Gip per i compiti amministrativi. Restano, per le procedure tecnico-operative, i tre ingegneri nominati dal gip.
Il tribunale ha disposto che «I custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti».
Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, «La conferma del sequestro anche se con diritto d'uso e degli arresti dei proprietari dell'azienda conferma l'impianto accusatorio del grave inquinamento ambientale causato dall'impianto. La strada tracciata dal Tribunale del Riesame è quella che prevede un forte e rapido ammodernamento degli impianti che per Legambiente deve avvenire attraverso una nuova Aia, che obbligherebbe l'azienda a procedere agli interventi. Gli atti d'intesa firmati negli anni scorsi a Taranto tra l'Ilva e le Istituzioni locali e nazionali ci hanno, infatti, insegnato che con l'azienda il gentleman agreement, come dimostrano le dichiarazioni di ieri di Ferrante, non funziona e che l'Ilva intraprende azioni per diminuire le proprie emissioni inquinanti solo se costretta. Non bastano le quattro modifiche impiantistiche di cui si è parlato ieri nella riunione tra enti locali e azienda, ma a nostro parere, come già ribadito con le nostre osservazioni inviate al ministro dell'ambiente Corrado Clini subito dopo la riapertura del procedimento di Aia dello scorso marzo, sono 26 i punti sostanziali e irrinunciabili da adottare nell'impianto e nelle pratiche operative per ridurre efficacemente le emissioni».
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