lunedì, agosto 06, 2012
"Gesù - dice il Papa - invita a non fermarsi all'orizzonte umano e ad aprirsi all'orizzonte di Dio, all'orizzonte della fede. Egli esige un'unica opera: accogliere il piano di Dio, cioè credere a colui che egli ha mandato”

di Alberto Giannino

"Gesù - ha spiegato papa Benedetto XVI all'Angelus di ieri a mezzogiorno a Castelgandolfo (presenti oltre 4 mila persone) - vuole aiutare la gente ad andare oltre la soddisfazione immediata delle proprie necessità materiali, pur importanti. Vuole aprire ad un orizzonte dell’esistenza che non è semplicemente quello delle preoccupazioni quotidiane del mangiare, del vestire, della carriera. Gesù parla di un cibo che non perisce, che è importante cercare e accogliere. Gesù dice: ‘Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’Uomo vi darà’”. E alla gente meravigliata che pensa solo alla osservanza della legge come automatismo per ottenere il pane materiale spiega cos’è la vera osservanza della legge, cioè l’amore: "Il centro dell’esistenza - continua il Papa- ciò che dà senso pieno e ferma speranza al cammino spesso difficile è la fede in Gesù, è l’incontro con Cristo. Non si tratta di seguire un’idea, un progetto, ma di incontrarlo come una Persona viva, di lasciarsi coinvolgere totalmente da Lui e dal suo Vangelo. Cari amici - ha poi concluso il Pontefice - nelle giornate cariche di occupazioni e di problemi, ma anche in quelle di riposo e di distensione, il Signore ci invita a non dimenticare che se è necessario preoccuparci per il pane materiale e ritemprare le forze, ancora più fondamentale è far crescere il rapporto con Lui, rafforzare la nostra fede in Colui che è il 'pane di vita', che riempie il nostro desiderio di verità e di amore".

Il Papa, in questi sette anni di pontificato, ci ha abituati a esprimere grandi concetti teologici in poche parole con una notevole capacità di sintesi. In questo Angelus il Papa ci ricorda che le cose materiali sono antitetiche a quelle spirituali: non si può parlare di spiritualismo, metafisica o trascendenza se ci si riconosce nel materialismo. A tal proposito, per due grandissimi poeti materialisti come Foscolo e Leopardi, oppure per filosofi del livello di Boyle, Vanini, Pomponazzi, Newton, Diderot, Helvetius, d'Holbach, Comte, Marx, Hegel, Lamarck, Darwin, il materialismo era la concezione filosofica per la quale l'unica realtà che veramente esiste è la materia, e tutto deriva dalla sua continua trasformazione. Ciò vuol dire, fondamentalmente e sostanzialmente, che tutte le cose hanno una natura materiale, ovvero che il fondamento e la sostanza della realtà sono materiali. Il materialismo si coniuga quindi con l'ateismo, cioè con la negazione di Dio. Ecco perché Benedetto XVI vede nel materialismo un'insidia pericolosa per il Cattolicesimo: tutte le verità di fede vengono messe in discussione, i dogmi sono ritenuti una prigione del pensiero e Gesù non è Dio, il Messia e il Risorto, ma solo un Uomo. E nell'anno della fede voluto e promosso da Benedetto XVI è impensabile negare la Tradizione, la Sacra Scrittura e il Magistero. Certo la nostra è una religione che contiene diversi misteri, ostica, difficile ma se rifiutiamo la Chiesa voluta e fondata da Cristo, e se in alcune Facoltà Teologiche o in alcuni Seminari propaliamo eresie ci avviciniamo alla mentalità scientista, positivista e relativista che ama il potere e la materia. Niente a che vedere con la carità e l'umiltà.

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