giovedì, luglio 26, 2012
Il presidente della Regione Lombardia è accusato di aver percepito 8,5 milioni di euro per vacanze, benefit, cene, viaggi e uno sconto favoloso per una villa in Sardegna

di Alberto Giannino

Il capo della Procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha letto stamani un comunicato nel quale afferma che Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, è ufficialmente “indagato per il reato di corruzione” con l'aggravante di reati transnazionali, in concorso con l'uomo d'affari Pierangelo Daccò e l'ex assessore regionale Dc alla Sanità Antonio Simone, entrambi attualmente in carcere nell'inchiesta sulla sanità lombarda, e con Umberto Maugeri e Costantino Passerino. Il nome di Formigoni era stato iscritto nel registro degli indagati il 14 giugno scorso. L'aggravante della transnazionalità è dovuta al fatto che i magistrati milanesi ritengono che ci siano stati una serie di passaggi in conti correnti in Svizzera. L'invito a comparire, con contestuale informazione di garanzia, è stato notificato al legale di Formigoni Salvatore Stivala. Secondo l’accusa Formigoni avrebbe preso 8,5 milioni di euro per favorire con 15 delibere regionali la clinica Maugeri di Pavia per un totale di 200 milioni di euro in 10 anni.

Corruzione, quindi, per una serie di molteplici benefit di ingente valore patrimoniale: si va dai 3,7 milioni per imbarcazioni di lusso messe a disposizione tra il 2007 e il 2011 agli 800mila euro per vacanze e aerei fra il 2006 e il 2011; dai 70mila euro per il meeting di Comunione e Liberazione a Rimini ai 500mila euro per cene e incontri pubblici. A ciò si devono aggiungere i 4 milioni di euro di 'sconto' in relazione alla compravendita della villa in Sardegna acquistata da Alberto Perego (anch’egli un Memores Domini e da 30 anni coinquilino di Formigoni nella comunità laicale) per soli 3 milioni di euro. Tutti soldi o benefit messi a disposizione dal mediatore Pierangelo Daccò: questa è l’ipotesi di reato per la quale il presidente della Regione Lombardia è indagato a Milano nell'inchiesta sui 70 milioni pagati negli anni a Daccò dalla Fondazione Maugeri per il suo ruolo di «facilitatore» nei rapporti tra questo importante polo privato della sanità italiana e i meandri amministrativi del Pirellone. "La Regione non ha alcuna responsabilità sul controllo dei bilanci delle fondazioni San Raffaele e Maugeri", si è difeso Formigoni durante un'audizione al Senato. "Bisogna tener presente che questi sono Irccs, enti a rilevanza nazionale. La vigilanza sui loro bilanci spetta al ministero della Salute".

Berlusconi ha dichiarato che ha ricevuto altri 11 avvisi di garanzia ed è sempre stato assolto in giudizio. Questa volta - ha dichiarato - sarà 12 a 0. Durante la conferenza stampa, Formigoni, visibilmente irritato, con indosso una polo color fucsia e una giacca blu, ha dichiarato: "Ho letto le carte. E a una seconda lettura mi sono detto: tutto qua? Non ho nulla da temere". Poi ha ribadito quanto aveva espresso in mattinata via Facebook: "Esprimo le mie più vive congratulazioni alla maggioranza di voi per l'equilibrio con cui è stata trattata la notizia relativa al rinvio a giudizio del presidente della Puglia, Nichi Vendola. Nessun quotidiano ha riportato la notizia oggi in prima pagina". E poi: "Qual è l'atto corruttivo? Dov'è la corruzione? Io non l'ho trovata". Quindi un altro attacco ai giornalisti: "Alcuni di voi sono stati degni gazzettieri dei magistrati". A proposito dei 'benefit' che gli sarebbero stati elargiti da Daccò: "Non è reato, eventualmente, essere stato ospite a una cena insieme con altre cinquanta persone o per qualche weekend". Sulle sue eventuali dimissioni Formigoni ha replicato: "Io rimango al mio posto, perché so che i miei comportamenti sono sempre stati rettilinei”.

Al di là delle dichiarazioni di Formigoni, egli è al quarto mandato al Pirellone: un periodo davvero troppo lungo per chiunque. La selezione della classe dirigente in Lombardia è bloccata mentre in CL esiste una oligarchia da anni: la rotazione della classe dirigente non avviene e le nuove generazioni non possono militare nei partiti perché non dispongono di denaro e vengono relegate ai margini. Contano oggi soprattutto i faccendieri alla Daccò.

Assistiamo a una gestione della cosa pubblica disinvolta la cui finalità è il denaro e il successo e non già il bene comune. Formigoni si dichiara estraneo alla corruzione, ma gli facciamo rilevare che i suoi amici sono stati tutti in carcere per alcuni mesi: Daccò, Simone, Maugeri, e Passerino. Tutti innocenti? Tutti estranei? I giudici tutti brutali e politicizzati? Una cosa è certa: la Fondazione Maugeri di Pavia in 10 anni ha avuto enormi vantaggi e ritorni e sono “sorti” politici, amministratori e faccendieri milionari. Il tutto con i soldi pubblici dei contribuenti.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Oggi contano solo i soldi , ma non per il bene comune, per le tasche degli amminisreatori che poi, se scoperti, cascano dal pero, ma i cittadini non ci"cascano" più. Bisogna fare pulizia , ed è anche compito nostro quando siamo nella cabina elettorale. Basta aspettare le indagini!

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