Papa: rimanere uniti a Gesù: senza di Lui non possiamo far nulla. Al Regina Caeli, Benedetto XVI spiega la parabola della vite e dei tralci ed esorta alla preghiera ai sacramenti e alla carità perché "ogni nostra azione abbia in Lui il suo inizio e in Lui il suo compimento". L'annuncio che dall'1 al 3 giugno prossimi egli sarà a Milano per partecipare al VII Incontro mondiale delle famiglie.
AsiaNews - "È indispens
abile rimanere sempre uniti a Gesù, dipendere da Lui, perché senza di Lui non possiamo far nulla": così Benedetto XVI riassume la sua spiegazione della parabola del vangelo odierno sulla vite e i tralci (Giova. 15,1-8), all'appuntamento del Regina Caeli coi pellegrini presenti in piazza san Pietro. "La vera vigna di Dio, la vite vera - spiega il papa - è Gesù, che con il suo sacrificio d'amore ci dona la salvezza, ci apre il cammino per essere parte di questa vigna.
E come Cristo rimane nell'amore di Dio Padre, così i discepoli, sapientemente potati dalla parola del Maestro (cfr Gv 15,2-4), se sono uniti in modo profondo a Lui, diventano tralci fecondi, che producono abbondante raccolto". "Nel giorno del nostro Battesimo - continua - la Chiesa ci innesta come tralci nel Mistero Pasquale di Gesù, nella sua Persona stessa. Da questa radice riceviamo la preziosa linfa per partecipare alla vita divina. Come discepoli, anche noi, con l'aiuto dei Pastori della Chiesa, cresciamo nella vigna del Signore vincolati dal suo amore. «Se il frutto che dobbiamo portare è l'amore, il suo presupposto è proprio questo 'rimanere' che profondamente ha a che fare con quella fede che non lascia il Signore» (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 305). È indispensabile rimanere sempre uniti a Gesù, dipendere da Lui, perché senza di Lui non possiamo far nulla (cfr Gv 15,5)".
Il "non poter far nulla senza Gesù" sembra uccidere la libertà dell'uomo. Il papa risponde a tale questione citando Giovanni il Profeta, vissuto nel deserto di Gaza nel V secolo, al quale un fedele aveva fatto la stessa domanda : "Se l'uomo inclina il suo cuore verso il bene e chiede a Dio l'aiuto, ne riceve la forza necessaria per compiere la propria opera. Perciò la libertà dell'uomo e la potenza di Dio procedono insieme. Questo è possibile perché il bene viene dal Signore, ma esso è compiuto grazie ai suoi fedeli (cfr Ep. 763, SC 468, Paris 2002, 206)".
"Cari amici - conclude il pontefice - ognuno di noi è come un tralcio, che vive solo se fa crescere ogni giorno nella preghiera, nella partecipazione ai Sacramenti, nella carità, la sua unione con il Signore. E chi ama Gesù, vera vite, produce frutti di fede per un abbondante raccolto spirituale. Supplichiamo la Madre di Dio perché rimaniamo saldamente innestati in Gesù e ogni nostra azione abbia in Lui il suo inizio e in Lui il suo compimento".
Dopo la preghiera del Regina Caeli, Benedetto XVI ha ricordato l'importante evento che si terrà a Milano alla fine del mese di maggio. "Desidero anzitutto ricordare - ha detto - che tra meno di un mese avrà luogo a Milano il VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Ringrazio la Diocesi ambrosiana e le altre Diocesi lombarde che stanno collaborando alla preparazione di questo evento ecclesiale, promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, presieduto dal Cardinale Ennio Antonelli. Anch'io, a Dio piacendo, avrò la gioia di parteciparvi e per questo mi recherò a Milano dall'1 al 3 giugno".
AsiaNews - "È indispens
abile rimanere sempre uniti a Gesù, dipendere da Lui, perché senza di Lui non possiamo far nulla": così Benedetto XVI riassume la sua spiegazione della parabola del vangelo odierno sulla vite e i tralci (Giova. 15,1-8), all'appuntamento del Regina Caeli coi pellegrini presenti in piazza san Pietro. "La vera vigna di Dio, la vite vera - spiega il papa - è Gesù, che con il suo sacrificio d'amore ci dona la salvezza, ci apre il cammino per essere parte di questa vigna.E come Cristo rimane nell'amore di Dio Padre, così i discepoli, sapientemente potati dalla parola del Maestro (cfr Gv 15,2-4), se sono uniti in modo profondo a Lui, diventano tralci fecondi, che producono abbondante raccolto". "Nel giorno del nostro Battesimo - continua - la Chiesa ci innesta come tralci nel Mistero Pasquale di Gesù, nella sua Persona stessa. Da questa radice riceviamo la preziosa linfa per partecipare alla vita divina. Come discepoli, anche noi, con l'aiuto dei Pastori della Chiesa, cresciamo nella vigna del Signore vincolati dal suo amore. «Se il frutto che dobbiamo portare è l'amore, il suo presupposto è proprio questo 'rimanere' che profondamente ha a che fare con quella fede che non lascia il Signore» (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 305). È indispensabile rimanere sempre uniti a Gesù, dipendere da Lui, perché senza di Lui non possiamo far nulla (cfr Gv 15,5)".
Il "non poter far nulla senza Gesù" sembra uccidere la libertà dell'uomo. Il papa risponde a tale questione citando Giovanni il Profeta, vissuto nel deserto di Gaza nel V secolo, al quale un fedele aveva fatto la stessa domanda : "Se l'uomo inclina il suo cuore verso il bene e chiede a Dio l'aiuto, ne riceve la forza necessaria per compiere la propria opera. Perciò la libertà dell'uomo e la potenza di Dio procedono insieme. Questo è possibile perché il bene viene dal Signore, ma esso è compiuto grazie ai suoi fedeli (cfr Ep. 763, SC 468, Paris 2002, 206)".
"Cari amici - conclude il pontefice - ognuno di noi è come un tralcio, che vive solo se fa crescere ogni giorno nella preghiera, nella partecipazione ai Sacramenti, nella carità, la sua unione con il Signore. E chi ama Gesù, vera vite, produce frutti di fede per un abbondante raccolto spirituale. Supplichiamo la Madre di Dio perché rimaniamo saldamente innestati in Gesù e ogni nostra azione abbia in Lui il suo inizio e in Lui il suo compimento".
Dopo la preghiera del Regina Caeli, Benedetto XVI ha ricordato l'importante evento che si terrà a Milano alla fine del mese di maggio. "Desidero anzitutto ricordare - ha detto - che tra meno di un mese avrà luogo a Milano il VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Ringrazio la Diocesi ambrosiana e le altre Diocesi lombarde che stanno collaborando alla preparazione di questo evento ecclesiale, promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, presieduto dal Cardinale Ennio Antonelli. Anch'io, a Dio piacendo, avrò la gioia di parteciparvi e per questo mi recherò a Milano dall'1 al 3 giugno".
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