mercoledì, maggio 23, 2012
Il neo sindaco di Palermo, eletto per la quarta volta, ha vinto anche per l'elevata percentuale di astensionismo: solo il 40% degli aventi diritto ha votato. Ora Orlando deve amministrare una città con 30 consiglieri su 50, senza soldi per lo sviluppo e la crescita.

di Alberto Giannino

Leoluca Orlando Cascio, 65 anni, palermitano, ex docente universitario di diritto regionale, esponente di spicco dell'Idv, è sindaco di Palermo per la quarta volta. I giornali hanno scritto che la sua è una vittoria clamorosa. Io dissento da questa valutazione politica. Nessuno cita, per esempio, che a Palermo ha votato solo il 40% degli aventi diritto al voto, mentre un bel 60% non è andato a votare. Casomai ha vinto il partito dell'astensionismo. Questo è un dato politico che Leoluca Orlando Cascio deve tenere sempre presente durante il suo mandato. Certo, ha avuto quasi il 73% dei consensi, ma oltre metà città è stata a casa o per protesta o per stanchezza o perché si è spezzata la fiducia tra cittadini e istituzioni.

Anche la cosiddetta società civile ha evidenziato il suo aperto dissenso con la classe politica, una classe politica spesso collusa con la mafia. Palermo, sia chiaro, è una città difficile da amministrare, ma ora da amministrare non è rimasto nulla. Forse questa spiega perché i mafiosi non hanno votato o fatto votare Orlando Cascio. Palermo è stata divorata dalla mafia, in particolare da Cosa nostra. Negli anni ‘60 e ‘70 c'è stato il sacco della città di cui parlò tutta l'Italia. Ora da costruire non c'è più niente. La mafia ha dato indicazione di non votare il candidato sindaco dell'Idv, anche perché Orlando Cascio non piace ed diventato troppo giustizialista, troppo dipietrista, troppo legalitario e troppo di sinistra per una città che è sempre stata "moderata" .

Orlando Cascio è diventato sindaco di Palermo nel 1985, nell'era di De Mita segretario nazionale della Dc. In quella sinistra della Dc in cui c'erano Rognoni, Mattarella, Mannino, Granelli, Mancino, Andreatta, Bodrato, Galloni, Fracanzani, Anselmi, Garavaglia, Martini, Prodi, Pisanu, Cossiga, Goria e Tabacci. A Ciriaco De Mita riuscì, nel 1985, l'operazione di mandare al Quirinale Francesco Cossiga e di far eleggere Sindaco di Palermo Orlando Cascio. Poi quest'ultimo prese le distanze dalla Dc e dai professionisti dell'antimafia, come amava chiamarli. Ebbe anche uno scontro col giudice Falcone accusandolo di tenere nei suoi cassetti le inchieste che riguardavano nomi eccellenti. Falcone replicò duramente e gli disse di fare i nomi o di starsene zitto per sempre. Fu uno scontro durissimo. Orlando Cascio poi fondò un movimento denominato "La Rete" che lo elesse in Europa per cinque anni. Infine si avvicino al deputato Di Pietro e al suo soggetto politico.

Leoluca Orlando ora deve amministrare una città di 655mila abitanti, degradata, con carenti servizi sociali. Il patrimonio artistico, non valorizzato come merita, deve trovare un ottimo assessore alla Cultura e uno al Turismo. La città di Palermo intera merita di essere valorizzata. Il neo sindaco deve garantire la sicurezza nei quartieri della città, visitare le scuole e parlare agli studenti della cultura mafiosa che si respira nella città e deve amministrare la cosa pubblica nell'interesse del bene comune. E' vero che ha preso oltre 105mila preferenze personali, ma riguardano solo il 40% dei votanti. Pertanto, in questi prossimi cinque anni, Orlando Cascio deve recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, deve evitare lo scollamento e il divario tra società civile e società politica e creare una nuova primavera per i giovani e giovanissimi che altrimenti potrebbero essere "arruolati" da Cosa Nostra.

Leoluca parte favorito dal fatto che controlla 30 seggi su 50 e ha già fatto il Sindaco di Palermo, per cui conosce bene tutti i problemi della città, ma senza investimenti per questa bellissima città difficilmente i palermitani vedranno una qualche crescita (termine tanto in auge oggi).

Da ultimo ci sono i latitanti di Cosa Nostra che continuano a fare business con il pizzo, il riciclaggio, il traffico di droga e di armi, la prostituzione e gli appalti pubblici. Il contrasto alla mafia deve essere una priorità per questa città, oggi in mano ai mafiosi. Naturalmente, accanto a Orlando Cascio ci devono essere tutte le istituzioni: come diceva Giovanni Falcone, "la mafia non è invincibile".

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa