L'elezione di Hollande è stata uno scossone per tutti, per chi non osava sfidare Berlino direttamente, per chi cercava di fare il suo dovere da bravo scolaro, per chi prende la palla al balzo e pensa di approfittare politicamente del momento. Come il leader del partito di sinistra greco che cavalca la protesta, ha impedito la formazione di un governo di salvezza nazionale e ora conta di fare il pieno di voti alle elezioni che si ripeteranno a giugno, visto che quelle di maggio non hanno prodotto maggioranze possibili. Un mese, un mese in cui ci si prepara all'uscita della Grecia dall'euro con una tabella di marcia mozzafiato: dovrà avvenire in un fine settimana a borse chiuse, ma attenzione che con il gioco dei fusi orari ci sono solo 50 ore di tempo per fare tutto. Il cambio concordato 1 euro a una dracma per non cambiare tutti i software, i registratori di cassa, i bancomat. Stesso formato di banconote, da stampare e sostituire. E gli sportelli delle banche da tenere serrati per evitare che i greci ritirino tutto prima del cambio tracollo, che porterà l'inflazione a galoppare svalutando la moneta a botte del 40/50 per cento a volta. E l'ordine pubblico da garantire per evitare gli assalti a questi istituti, e le sommosse del popolo disperato. E non avverrà all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno: i greci già sanno che sarà tra un mese e che le banche potrebbero chiudere la prossima settimana, permettendo prelievi di soli 100 euro al giorno per le necessità quotidiane. Possibile che l'Europa unita, il progetto visionario di chi usciva dall'ultima guerra e la realtà di tanti giovani che non conoscono le barriere delle frontiere, si frantumi su un pugno di ambizioni perdenti e speculazioni rovinose?