La salvaguardia del Creato è oggi essenziale per la pacifica convivenza dell’umanità.
Radio Vaticana - Questo concetto, espresso da Benedetto XVI, anima l’incontro della Scuola di Pace che si svolge a Roma in questi giorni, presso la sede della Cooperativa Sociale Frate Jacopa sul tema “L’ambiente e l’universo francescano. Stili di vita per un nuovo vivere insieme”. Obiettivo: la redazione di un Manifesto sulla Custodia del Creato. Partecipano esperti delle Pontificie Università Lateranense, Antonianum e della Cattolica di Brescia. “Occorre ripensare il rapporto con il Creato: esso va visto non come oggetto di sfruttamento, ma come dimora di ogni uomo”. Lo spiega, al microfono di Paolo Ondarza, Argìa Passoni, tra le promotrici della Scuola di Pace: ascolta.
R. – Questo nostro incontro è incardinato nella Scuola di Pace, che è un laboratorio di riflessione interdisciplinare portato avanti, da vari anni, proprio per promuovere una rinnovata coscienza sociale e civile in chiave francescana. In questo nostro tempo, in questa nostra epoca, l’uomo si muove più come padrone ed arbitro assoluto che come custode a cui il Signore ha affidato il Creato come casa di tutti.
D. – Oggi c’è, quindi, poca consapevolezza dell’incidenza dei nostri atti quotidiani nella tutela del Creato…
R. – Sì, veramente poca, tanto che l’educare alla custodia del Creato sembra quasi porsi in termini di diaconia, di servizio, all’umanità del nostro tempo. Non a caso la ‘Caritas in veritate’ parla proprio di un dovere gravissimo di tutto il popolo di Dio, affinchè la custodia del Creato possa divenire sempre più un obiettivo etico e sociale condiviso.
D. – Il cosiddetto ‘green style’ è sempre più diffuso, e non solo tra gli ambientalisti. Per il cristiano, tuttavia, non si parla solo di rispetto della natura ma di custodia del Creato. La prospettiva è molto più ampia…
R. – Molto più ampia. La custodia richiama ad una permanente coltivazione e cura di ciò che ci è affidato, e non solo: affidato come dono da far fiorire a favore di tutti. La consapevolezza che il Creato sia affidato ad ogni uomo, forse, è davvero da recuperare. Il Creatore ha consegnato la Creazione all’uomo proprio perché questa possa fiorire come giardino, come una casa bella per tutti, per ogni uomo e per le generazioni a venire. Credo, quindi, che questo ponga delle differenze molto forti, anche se a livello globale si sta levando un’attenzione molto forte verso un ripensamento dello stile di vita, del modello di sviluppo e dei modelli di comportamento.
D. – I vostri lavori si svolgono mentre, a livello mondiale, si celebra la Giornata Mondiale della Terra, l’“Earth Day”…
R. – Diciamo che è una felice coincidenza. Ci fa piacere, come ci fa piacere anche pensare come sia importante, come fraternità e come cristiani, sentire tutta la responsabilità di offrire le stupende prospettive che la nostra fede ci indica.
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