venerdì, aprile 27, 2012
Da 21 anni ormai senza rapporti con Comunione e Liberazione, è davvero il Vescovo di tutti

di Alberto Giannino, Presidente dell'Ass. Docenti Cattolici

Alcuni giornalisti, pur sapendo molto bene che l'Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, non fa parte da 21 anni del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, gli tendono spesso provocazioni o trappole durante incontri pubblici, convegni o in conferenze stampa. In sostanza, qualunque episodio che riguardi CL, la questione morale, Formigoni o presunte tangenti, viene utilizzato per rivolgere domande fuori luogo al Cardinale Scola, solo per cercare di metterlo in imbarazzo. Questo è un modo di fare giornalismo che non tiene conto della verità, che ha l'obiettivo di gettare discredito, di fare attacchi gratuiti e pesanti e di travisare volutamente i fatti e le notizie. Il tutto semplicemente perchè questi giornalisti, che avversano politicamente CL, vogliono denigrare e diffamare un arcivescovo che ha il peccato, ai loro occhi, di essere stato un amico fraterno di don Giussani, leader storico di tale movimento.

Il Cardinale Scola è stato vescovo di Grosseto, Patriarca di Venezia e ora da otto mesi è Arcivescovo di Milano, e in questo lasso di tempo non ha mai frequentato CL e il suo movimento perché, giustamente, egli si considera vescovo di tutti. Del resto Scola, alla riunione annuale con i giornalisti di Milano nel giorno di San Francesco di Sales, aveva chiesto loro di evitare di etichettarlo come ciellino.

Chi è allora un Vescovo di tutti? Facciamo riferimento al magistero ecclesiastico, alla Scrittura e alla Tradizione. Il Vescovo, ancor prima d’essere ministro del culto, pastore dei fedeli, maestro della comunità, è un uomo chiamato e assunto fra gli altri uomini (cfr. Eb 5, 1), un eletto, un preferito. Tutti ricordano la definizione che Gesù ha dato di Se stesso: "Io sono il buon Pastore" (Gv 10, 11): immagine semplice, espressiva, attraente, confortante. Ma anche immagine grande ed eroica, se pensiamo che Gesù ha detto d’essere buon Pastore per il fatto ch’Egli dà la sua vita per il suo gregge, consacra cioè al suo gregge, cioè all’umanità, a ciascuno di noi, il suo amore, l’amore più grande: «Nessun amore è più grande, dice ancora il Signore, di quello di colui che dà la vita per coloro che ama» (Gv 15, 13). E tutti ricordano la figura del buon Pastore che porta sulle spalle la pecora ritrovata (Lc 15, 1-7). E’ la prima dell’iconografia cristiana: ancor prima di presentare l’immagine del crocefisso, l’arte e la pietà dei cristiani antichi fissarono lo sguardo sull’immagine di Gesù buon Pastore. Così i primi cristiani delinearono e scolpirono Gesù, così lo pensarono, così lo pregarono: il cristianesimo primitivo intuì ciò che noi stessi, con la nostra teologia e con la nostra devozione, ancora comprendiamo e adoriamo, Gesù-amore.

Il pensiero di Gesù-amore, Gesù-Pastore, è presente per il fatto che lo cerchiamo non solo nel ricordo e nell’immagine nella missione del Papa e dei Vescovi. Tutti a Milano, per esempio, guardano al ministero del Vescovo Angelo Scola, al suo compito di guidare, ammaestrare, santificare la Chiesa di Milano, in nome di Cristo, unico e sommo Capo della Chiesa, come servizio di amore. Servizio per tutti, e non già solo per un movimento ecclesiale, come erroneamente e falsamente viene scritto per delegittimarlo. Tutti comprenderanno allora come bisogna giudicare la Chiesa, come aderirvi, per amore e con amore, come difenderla, come servirla. E comprenderanno come amando la Chiesa incontrano e amano Cristo, “Vescovo e Pastore - così scrive S. Pietro (1 Petr 2, 25) - delle vostre anime”.


Sono presenti 3 commenti

francesco ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=HJv_4GVajaA

francesco ha detto...

http://temi.repubblica.it/micromega-online/un-prete-invita-a-scendere-in-piazza-contro-larcivescovo-scola/

francesco ha detto...

Per favore, sono un dipendente della Chiesa Ambrosiana, la prego basta con la melassa, in nome della buona novella e di quelli che hanno versato e versano il loro sangue per annunziarla, basta

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