martedì, aprile 10, 2012
Ritorna a Pordenone l’evento che celebra una professione e i suoi maestri

di Paola Bisconti

Dall’11 al 15 aprile a Pordenone si svolgerà il festival “Le voci dell’inchiesta”, in cui interverranno autorevoli personaggi appartenenti al mondo del giornalismo e saranno presentati film e documentari realizzati da professionisti della comunicazione. Durante la cerimonia di apertura ci sarà un omaggio a Enzo Biagi, il maestro dell’inchiesta scomparso 5 anni fa, e verranno proiettati alcuni servizi da lui realizzati che hanno inaugurato un nuovo modello di giornalismo televisivo. Tra questi il reportage che racconta un lungo viaggio nel sud Italia, dove il grande giornalista espone, in un’avventura cine-giornalistica, i problemi legati appunto al meridione. Di particolare interesse è anche il documentario, realizzato dallo stesso autore, che riprende lo stile di vita in Gran Bretagna durante gli anni ’70 e l’incontro con il direttore del Times, il celebre quotidiano britannico, nonché le interviste a Muammar Gheddafi e Margaret Thatcher. Gli spettatori potranno rivedere inoltre l’interessante colloquio tra Enzo Biagi e Pier Paolo Pasolini e la conversazione con Giulietta Masina, la prima donna famosa malata di AIDS. Infine il programma prevede la proiezione del servizio effettuato dalla prima troupe televisiva ammessa a Ground Zero dopo l’11 settembre e coordinata proprio dal giornalista italiano.

Gli appuntamenti del festival affronteranno tematiche particolarmente importanti e attuali, come i decessi che avvengono nelle carceri. Il documentario di Maurizio Cartolano intitolato “Morti dell’inerzia” racconta la storia di Stefano Cucchi ed esprime una critica verso la società civile che con pavida condiscendenza ha tollerato le consuetudini che hanno provocato la morte di 148 vittime, più o meno con le stesse modalità con cui è deceduto il ragazzo durante i 6 giorni di custodia cautelare, a causa delle percosse subite da alcuni agenti della polizia penitenziaria. Werner Herzog affronta un argomento attinente al mondo del carcere raccontando nel suo “Sguardo estremo” la vita dei detenuti condannati a morte in una prigione texana. Gianfranco Rosi, invece, intervista un killer molto pericoloso che vive libero ma sulla cui testa pende una taglia di 250.000 dollari, e che nell’intervista mostra di possedere una profonda intelligenza, una grande dialettica e una straordinaria espressività gestuale (nonostante la maschera che gli copre il volto).

L’Italia sarà raccontata attraverso il reportage di Hofer Gustav e Luca Ragazzi che con “Storie di giovani italiani” descriveranno il precariato, il costo della vita, l’abbrutimento culturale e l’oltraggio alla meritocrazia. A tal proposito interverrà anche Francesco Izzo, membro del Comitato “Se non ora quando”, affrontando la questione sul binomio donne e lavoro. Di grande attualità è il filmato “Macerie dopo il terremoto” di Paolo Serbandini, Giovanna Massimetti e Guido Cecere che riprende i luoghi distrutti dal sisma avvenuto in Abruzzo nel 2009. I 150 km di sobborghi che da Mestre raggiungono il lago di Garda sono invece ripresi in “A Nordovest” di Milo Adami e Luca Scivoletto. Enrico Cava, giornalistico satirico, con “L’era legale” trasporta gli spettatori nel futuro raccontando una Napoli del 2020 senza “monnezza e camorra”, mentre Alessandro Scillitani ci presenta un’Italia nascosta tramite “Le dimore del vento”, un viaggio nei luoghi-fantasma come le fabbriche dismesse e le strutture abbandonate, che nella loro solitudine si vestono di un fascino struggente. Per farsi catturare dalla bellezza del paesaggio italiano ci sarà anche la proiezione del film documentario “Di mestiere faccio il paesologo” realizzato da Franco Arminio.

Il documentario di Daniele Vicari “Diaz. Don’t clean up this blood” servirà a ricordare il G8 di Genova del 2001, così come il reportage di Carlo Augusto Balchschmidt “Black block”, dove 7 giovani raccontano le brutali aggressioni subite durante le giornate del summit.

Non poteva mancare uno sguardo sull’ambiente, l’ecologia e l’inquinamento nel mondo, temi affrontati attraverso i reportage di Jardim Gramacho, che riprende la periferia di Rio de Janeiro, dove esiste la più grande discarica del mondo e lavorano i “catadores”, i riciclatori dei rifiuti. Nel documentario è presentato Vik Muniz, artista brasiliano, che ha creato delle splendide opere impiegando il materiale di scarto. Un altro film presenterà la vita di un gruppo di persone in una base militare dismessa a 250 km da Los Angeles, dove ha vissuto per 4 anni Gianfranco Rosi, l’autore del reportage. “Il grande processo dell’amianto” racconta invece cosa accomuna la morte di 100.000 italiani, belgi, francesi e svizzeri attraverso il racconto di Niccolò Bruna e Andrea Prandstreller. La storia invisibile del terrore radioattivo in Giappone in seguito al terremoto di Fukushima è ripresa da Pio D’Emilia, Pier Paolo Mittica e Alessandro Tesei, che sono stati i primi ad entrare nella “No Go Zone”. La deforestazione e il riscaldamento globale saranno inoltre presentati nel documentario “Home, la nostra terra” di Yann Arthus-Bertrand, che ha viaggiato in 54 nazionalità per effettuare, in 217 giorni di lavorazione, 488 ore di riprese. Un affascinante reportage realizzato da Giacomo Giommi intitolato “Bad weather” farà conoscere infine Banishant, un’isola-bordello in Bangladesh, continuamente minacciata dall’erosione delle acque del fiume Pashur e da fenomeni ciclonici.

Attraverso una mostra sul fotogiornalismo nei teatri di guerra si affronterà un altro tema delicato come i giornalisti morti nei fronti di combattimento nella prima e seconda guerra mondiale: gli autori Laura Morton e Martyn Burke attireranno l’attenzione sulla questione legata ai rischi del mestiere. Attinente alla guerra è il periodo del fascismo, che sarà presentato con i filmati dell’archivio Luce, la fabbrica del consenso istituita dal regime, che consacrava il duce e la sua ideologia attraverso la glorificazione dell’immagine; “Il corpo del duce” di Fabrizio Laurenti racconterà inoltre la fine del fascismo, attraverso i fatti accaduti nel 1945 in piazzale Loreto a Milano.

Un altro omaggio sarà dedicato ad un’icona della bellezza femminile: Marylin Monroe. A presentarla ci sarà una mostra fotografica a cura di Elisa Caldana e un lavoro realizzato da Monica Vitti nel 1982, pochi mesi prima che la star americana morisse, mentre Patrick Jeudi con il suo documentario presenta le debolezze, la tristezza, la fragilità del mito hollywoodiano che durante una seduta dal suo psicoanalista disse: “Gli uomini vengono a letto con Marilyn Monroe e si svegliano il mattino dopo con Norma Jean Baker”. Dedicato alle donne è “Girl Model” di Ashley Sabin e David Redmond, che raccontano il mondo dorato della moda dove le fanciulle subiscono umiliazioni e raggiri e sono sottoposte a dei contratti che vietano di prendere peso.

Non mancheranno gli spettacoli teatrali, come quello di Chiara Stoppa e Mattia Fabbris che racconteranno la pazienza di una paziente che combatte contro la sua malattia, mentre l’attore Ascanio Celestini interpreterà i fatti recenti di cronaca ne “La base” di Giuliano Musso, che ha curato un laboratorio sul teatro d’indagine; infine la regista Cristina Comencina presenterà uno spettacolo teatrale sugli scandali sessuali e la mercificazione mediatica.

Il festival sarà quindi un’occasione per conoscere e apprezzare un mestiere nobile, difficile e rischioso, svolto da professionisti che con coraggio riportano nero su bianco le verità nascoste.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa