Dopo una campagna turbolenta durata 21 giorni, domani un po’ meno di 5,1 milioni di senegalesi sono chiamati alle urne per scegliere fra i 14 candidati quello che guiderà il paese per i prossimi sette anni. Contemporaneamente andranno anche a votare più di 203.000 cittadini senegalesi residenti all’estero, per la precisione in 42 paesi.
Misna - La Commissione ele
ttorale nazionale autonoma (Cena) ha assicurato che i preparativi sono ultimati e che quasi 20.00 agenti sono stati dispiegati in 6.190 seggi nei 45 dipartimenti del paese. Rimane tuttavia una certa confusione sul numero effettivo di aventi diritto – alcune fonti riferiscono di 5,3 milioni – e di quelli che hanno già ritirato il certificato elettorale, che può essere richiesto lo stesso giorno delle votazioni. Pur avendo risentito della forte mobilitazione popolare contro la sua contestata terza candidatura, l’85 enne presidente uscente Abdoulaye Wade appare ancora favorito.
Fondatore nel lontano 1974 del suo liberale Partito democratico senegalese (Pds), dopo anni all’opposizione nel 2000 Wade è stato eletto per un primo mandato di sette anni, diventando il terzo presidente dall’indipendenza dell’ex colonia francese, raggiunta nel 1960. Il voto del 2000 si è svolto pacificamente, facendo incamminare il Senegal sulla via del pluralismo politico dopo 40 anni di governo socialista. Nel 2007 ‘Gorgi’, l’anziano in lingua locale wolof, è stato riconfermato al primo turno con il 55,86% dei consensi e con un mandato di cinque anni.
A sfidarlo sono 13 candidati, tra cui molti esponenti di primo piano della vita politica degli ultimi decenni, in particolare personalità fino a pochi anni fa legati allo stesso Wade. I nomi più in vista sono quelli dell’ex primo ministro Idrissa Seck, già in lizza nel 2007 ma rimasto fermo al 14% delle preferenze, di un altro ex capo di governo, un tempo ‘delfino’ di Wade, l’ingegnere Macky Sall. Potrebbero fare ombra al presidente uscente anche il diplomatico e dirigente socialista Ousmane Tanor Dieng, legato all’ex capo di Stato Abdou Diouf, e gli ex ministri degli Esteri Moustapha Niasse e Cheikh Tidiane Gadio.
Per venire eletto al primo turno serve ottenere almeno il 50% dei consensi; nel caso contrario si andrà al ballottaggio previsto per il 18 marzo. I primi risultati provvisori potrebbero già essere diffusi lunedì in giornata grazie alla collaudata rete informatica della ‘Cena’.
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ttorale nazionale autonoma (Cena) ha assicurato che i preparativi sono ultimati e che quasi 20.00 agenti sono stati dispiegati in 6.190 seggi nei 45 dipartimenti del paese. Rimane tuttavia una certa confusione sul numero effettivo di aventi diritto – alcune fonti riferiscono di 5,3 milioni – e di quelli che hanno già ritirato il certificato elettorale, che può essere richiesto lo stesso giorno delle votazioni. Pur avendo risentito della forte mobilitazione popolare contro la sua contestata terza candidatura, l’85 enne presidente uscente Abdoulaye Wade appare ancora favorito.Fondatore nel lontano 1974 del suo liberale Partito democratico senegalese (Pds), dopo anni all’opposizione nel 2000 Wade è stato eletto per un primo mandato di sette anni, diventando il terzo presidente dall’indipendenza dell’ex colonia francese, raggiunta nel 1960. Il voto del 2000 si è svolto pacificamente, facendo incamminare il Senegal sulla via del pluralismo politico dopo 40 anni di governo socialista. Nel 2007 ‘Gorgi’, l’anziano in lingua locale wolof, è stato riconfermato al primo turno con il 55,86% dei consensi e con un mandato di cinque anni.
A sfidarlo sono 13 candidati, tra cui molti esponenti di primo piano della vita politica degli ultimi decenni, in particolare personalità fino a pochi anni fa legati allo stesso Wade. I nomi più in vista sono quelli dell’ex primo ministro Idrissa Seck, già in lizza nel 2007 ma rimasto fermo al 14% delle preferenze, di un altro ex capo di governo, un tempo ‘delfino’ di Wade, l’ingegnere Macky Sall. Potrebbero fare ombra al presidente uscente anche il diplomatico e dirigente socialista Ousmane Tanor Dieng, legato all’ex capo di Stato Abdou Diouf, e gli ex ministri degli Esteri Moustapha Niasse e Cheikh Tidiane Gadio.
Per venire eletto al primo turno serve ottenere almeno il 50% dei consensi; nel caso contrario si andrà al ballottaggio previsto per il 18 marzo. I primi risultati provvisori potrebbero già essere diffusi lunedì in giornata grazie alla collaudata rete informatica della ‘Cena’.
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