Nuovo bagno di sangue in Siria, nel giorno in cui si vota per il referendum sulla nuova Costituzione. Decine gli attivisti uccisi dalla violenta repressione governativa, mentre è fallito il tentativo di un accordo per la Croce Rossa, per far evacuare i feriti. Il presidente Assad non arretra di un passo: “Vogliamo vincere, siamo noi i più forti”.
Radio Vaticana - Mentre a Damasco i siriani hanno votato per la nuova Costituzione, che secondo il governo dovrebbe introdurre il pluralismo politico, nelle altre zone nevralgiche delle proteste gli attivisti continuano a morire sotto il fuoco della violenta repressione governativa. Almeno 22 le vittime di oggi soprattutto ad Homs, bombardata senza sosta dall'artiglieria del regime. Drammatica la situazione dei feriti per i quali la Croce Rossa ha tentato, invano, un negoziato per la creazione di un corridoio umanitario di soccorso: “Il presidente Assad – ha affermato il portavoce dell’organizzazione – è sordo a qualunque appello di cessate il fuoco”. Incrollabile, dunque, la posizione di Assad, che ha dichiarato: "Sul terreno siamo noi i più forti. C'e' un attacco dei media contro di noi, ma vogliamo vincere”. Ancora sconosciuti per ora i dati di affluenza alle urne, alle quali sono stati chiamati 14 milioni e mezzo di elettori. Solo domani forse si saprà se l’opposizione ha centrato obiettivo, annunciato, di boicottare il referendum perchè "macchiato di sangue". Uno dei punti deboli della lotta al regime, secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato americano Hillary Clinton è un’opposizione ancora non unita, nonostante il Consiglio nazionale stia facendo del suo meglio.
Radio Vaticana - Mentre a Damasco i siriani hanno votato per la nuova Costituzione, che secondo il governo dovrebbe introdurre il pluralismo politico, nelle altre zone nevralgiche delle proteste gli attivisti continuano a morire sotto il fuoco della violenta repressione governativa. Almeno 22 le vittime di oggi soprattutto ad Homs, bombardata senza sosta dall'artiglieria del regime. Drammatica la situazione dei feriti per i quali la Croce Rossa ha tentato, invano, un negoziato per la creazione di un corridoio umanitario di soccorso: “Il presidente Assad – ha affermato il portavoce dell’organizzazione – è sordo a qualunque appello di cessate il fuoco”. Incrollabile, dunque, la posizione di Assad, che ha dichiarato: "Sul terreno siamo noi i più forti. C'e' un attacco dei media contro di noi, ma vogliamo vincere”. Ancora sconosciuti per ora i dati di affluenza alle urne, alle quali sono stati chiamati 14 milioni e mezzo di elettori. Solo domani forse si saprà se l’opposizione ha centrato obiettivo, annunciato, di boicottare il referendum perchè "macchiato di sangue". Uno dei punti deboli della lotta al regime, secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato americano Hillary Clinton è un’opposizione ancora non unita, nonostante il Consiglio nazionale stia facendo del suo meglio.
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Per ora le operazioni referendarie sono terminate, ma non se ne conoscono ancora i risultati.
Può essere che l'ala dura del Baath, anche ringalluzzita degli indubbi successi sul campo ottenuti dalla attuale Presidenza, riesca a respingere ogni cambiamento all'ordine costituzionale vigente.
Interessante il fatto che la Hillary Clinton incominci a buttare addosso all'opposizione siriana la responsabilità dell'attuale fallimento dell'operazione di regime change ordita dagli USA.
Per ora le operazioni referendarie sono terminate, ma non se ne conoscono ancora i risultati.
Può essere che l'ala dura del Baath, anche ringalluzzita degli indubbi successi sul campo ottenuti dalla attuale Presidenza, riesca a respingere ogni cambiamento all'ordine costituzionale vigente.
Interessante il fatto che la Hillary Clinton incominci a buttare addosso all'opposizione siriana la responsabilità dell'attuale fallimento dell'operazione di regime change ordita dagli USA.
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