Lo conferma uno studio "euro-americano".

Greenreport - La battaglia commerciale che da anni si gioca intorno alla pesca del tonno ha prodotto risultati incontrovertibili: la cattura indiscriminata di questo pesce ha sensibilmente ridotto la sua popolazione nei mari dell'intero Pianeta, tanto che ormai si è giunti al limite della sostenibilità per alcune specie. Questo dato emerge da un nuovo studio apparso su Proceedings of the National Academy of Science of the United States of America (Pnas) ed effettuato in collaborazione tra università europee ed americane. Secondo gli esperti negli ultimi 50 anni la popolazione di tutte le specie di tonno è diminuita del 60%. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno il quadro è meno catastrofico di quanto prospettato da altre ricerche, alcune delle quali erano giunte a stimare la perdita di tonni addirittura al 90%. In ogni modo per alcune specie la cui pesca è più remunerativa, sono stati registrati cali fino all'80% e sono quindi a rischio. Ciò vale in particolare per il tonno rosso dell'Atlantico.

A tal proposito per l'Atlantico e il mediterraneo il totale ammissibile di cattura (Tac) del tonno rosso è stato fissato a 12.900 tonnellate per il 2012, in base a quanto deciso ad ottobre scorso dal Comitato scientifico dell'Iccat (International commission for the conservation of atlantic tunas) in accordo con l'Ue. Lo studio delle università americane ed europee mette in evidenza un altro aspetto preoccupante: tra le specie più falcidiate ve ne sono alcune i cui esemplari sono di piccole dimensioni, meno appetibili per i fini commerciali della pesca oceanica ai grandi tonni, ma indispensabili alla sopravvivenza di comunità locali, specialmente nei Paesi più poveri.