Questa la ricetta del ministro Fornero contro la crisi
di Silvio Foini
Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, parlando con i giornalisti a New York, commenta la rilevazione di Eurostat: “Abbiamo salari bassi e un costo del lavoro troppo alto. Dalla riforma delle pensioni abbiamo fatto molta strada ed ora cerchiamo una soluzione condivisa sulla riforma del lavoro. Dobbiamo riconsiderare gli ammortizzatori sociali senza stravolgimenti e una riforma che preveda una flessibilità positiva che porti i salari a salire e non a scendere. Occorre farla entrare in vigore tra tre o cinque anni, in un momento in cui non ci sia, come ora, una crisi economica. La soluzione è l'aumento della produttività”.
Secondo il ministro del lavoro, perciò, l'aumento della produttività è la vera chiave per sbloccare la situazione. Anche perché difficilmente bassi salari creano una crescita, che invece è proprio quello che serve. La Fornero tornerà in Italia alla vigilia dell'attesissimo incontro con le parti sociali di giovedì, prima del quale farà il punto della situazione con Monti.
Per quanto riguarda i salari italiani, che sono tra i più bassi d'Europa, il ministro dichiara che bisogna scardinare questa situazione (bassi salari ed elevato costo del lavoro) con nuove norme, come quella dei contratti a termine che costeranno di più alle imprese rispetto agli indeterminati e la creazione di un "apprendistato" che faciliti l’accesso al mercato del lavoro da parte dei giovani “spingendo le aziende ad investire su di loro”.
Chiudiamo riportando l'elenco delle paghe lorde medie annue dei Paesi dell'Unione europea pubblicato da Eurostat nell'ultimo rapporto 'Labour market Statistics', anche per gli anni precedenti all'ultimo aggiornamento (2009), così da poter anche osservare la crescita delle retribuzioni. L'avanzamento per l'Italia risulta tra i più ridotti: in quattro anni (dal 2005) il rialzo è stato del 3,3%, molto distante dal +29,4% della Spagna e dal +22% del Portogallo. Ma anche dai Paesi che partivano da livelli già alti, che hanno messo a segno rialzi comunque rilevanti: Lussemburgo (+16,1%), Olanda (+14,7%), Belgio (+11,0%), Francia (+10,0%) e Germania (+6,2%). Per l’Italia c’è davvero tanta strada da fare.
Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, parlando con i giornalisti a New York, commenta la rilevazione di Eurostat: “Abbiamo salari bassi e un costo del lavoro troppo alto. Dalla riforma delle pensioni abbiamo fatto molta strada ed ora cerchiamo una soluzione condivisa sulla riforma del lavoro. Dobbiamo riconsiderare gli ammortizzatori sociali senza stravolgimenti e una riforma che preveda una flessibilità positiva che porti i salari a salire e non a scendere. Occorre farla entrare in vigore tra tre o cinque anni, in un momento in cui non ci sia, come ora, una crisi economica. La soluzione è l'aumento della produttività”.
Secondo il ministro del lavoro, perciò, l'aumento della produttività è la vera chiave per sbloccare la situazione. Anche perché difficilmente bassi salari creano una crescita, che invece è proprio quello che serve. La Fornero tornerà in Italia alla vigilia dell'attesissimo incontro con le parti sociali di giovedì, prima del quale farà il punto della situazione con Monti.
Per quanto riguarda i salari italiani, che sono tra i più bassi d'Europa, il ministro dichiara che bisogna scardinare questa situazione (bassi salari ed elevato costo del lavoro) con nuove norme, come quella dei contratti a termine che costeranno di più alle imprese rispetto agli indeterminati e la creazione di un "apprendistato" che faciliti l’accesso al mercato del lavoro da parte dei giovani “spingendo le aziende ad investire su di loro”.
Chiudiamo riportando l'elenco delle paghe lorde medie annue dei Paesi dell'Unione europea pubblicato da Eurostat nell'ultimo rapporto 'Labour market Statistics', anche per gli anni precedenti all'ultimo aggiornamento (2009), così da poter anche osservare la crescita delle retribuzioni. L'avanzamento per l'Italia risulta tra i più ridotti: in quattro anni (dal 2005) il rialzo è stato del 3,3%, molto distante dal +29,4% della Spagna e dal +22% del Portogallo. Ma anche dai Paesi che partivano da livelli già alti, che hanno messo a segno rialzi comunque rilevanti: Lussemburgo (+16,1%), Olanda (+14,7%), Belgio (+11,0%), Francia (+10,0%) e Germania (+6,2%). Per l’Italia c’è davvero tanta strada da fare.
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Sono presenti 2 commenti
Se le banche non danno prestiti alle aziende e mutui alle famiglie, ve la sognate la produttività! Strigliare le banche che stanno facendo miliardi con i soldi della BCE ricevuti all'1% e tenuti in cassa. Vergogna!
Si, la strada da fare è tanta perchè negli anni scorsi non se n'è proprio fatta in tal senso, c'era altro a cui pensare, vedi come proteggere il capo da quei maledetti P.M. di sinistra.Ora spetta ai tecnici imboccare la strada giusta per mettere un po' d'ordine ed equità, o,quantomeno metterci al livello degli altri paesi europei. Speriamo!!
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