Creare una Chiesa per i poveri cominciando a mettere in pratica la Dottrina sociale cattolica nelle istituzioni ecclesiali a tutti i livelli.
Radio Vaticana - Con questo impegno si è concluso a Bangkok, in Thailandia , l’VIII riunione dell’Istituto dei vescovi asiatici per l’Azione sociale (Bisa VIII) promosso dall’Ufficio per lo Sviluppo Umano della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc). Per una settimana, dal 18 al 24 gennaio, 37 tra vescovi, sacerdoti, religiosi e laici da 17 Paesi hanno riflettuto sul ruolo delle Chiesa per promuovere la causa degli ultimi in Asia: dai poveri, ai lavoratori migranti, alle popolazioni indigene, ai malati di Aids, alle vittime del traffico di esseri umani.
Prima di iniziare i lavori alcuni delegati hanno vissuto per quattro giorni una reale “immersione” nella povertà, restando fra i più poveri e gli emarginati nelle baraccopoli alla periferia di Bangkok per comprendere a fondo la loro condizione, imparare dalla loro sofferenza e dalle vittime dell’ingiustizia. Dal successivo confronto, che ha occupato tre giornate, è emersa la comune convinzione che la Chiesa debba essere una voce più incisiva e fattiva per i poveri nel Continente. Nel documento finale, citato dall’agenzia Ucan, i partecipanti si impegnano quindi a “diventare agenti sociali di cambiamento, aiutando i poveri e gli emarginati a difendere i propri diritti economici, sociali e culturali”, a “diffondere gli insegnamenti sociali cattolici in modi e forme che la gente possa comprendere e a metterli in pratica nelle proprie parrocchie, diocesi e conferenze episcopali”. In concreto, precisa il documento, questo significa anche offrire salari più giusti e condizioni di lavoro dignitose per il personale che lavora nelle istituzioni e negli organismi ecclesiali, come anche riconoscere il diritto dei laici, uomini e donne, di partecipare ai processi decisionali nella Chiesa. Per rendere più incisiva l’azione della Chiesa in Asia in difesa dei poveri, i delegati si sono poi impegnati a cercare la collaborazione con altre organizzazioni non governative, religiose e secolari e a perorare insieme la loro causa presso le istituzioni a tutti i livelli. Essi hanno inoltre chiesto di riunirsi con maggiore frequenza e regolarità. L’ultima sessione del Bisa si è infatti tenuta 25 anni fa. Le precedenti sette si erano svolte tra il 1972 e il 1986. (A cura di Lisa Zengarini)
Radio Vaticana - Con questo impegno si è concluso a Bangkok, in Thailandia , l’VIII riunione dell’Istituto dei vescovi asiatici per l’Azione sociale (Bisa VIII) promosso dall’Ufficio per lo Sviluppo Umano della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc). Per una settimana, dal 18 al 24 gennaio, 37 tra vescovi, sacerdoti, religiosi e laici da 17 Paesi hanno riflettuto sul ruolo delle Chiesa per promuovere la causa degli ultimi in Asia: dai poveri, ai lavoratori migranti, alle popolazioni indigene, ai malati di Aids, alle vittime del traffico di esseri umani.Prima di iniziare i lavori alcuni delegati hanno vissuto per quattro giorni una reale “immersione” nella povertà, restando fra i più poveri e gli emarginati nelle baraccopoli alla periferia di Bangkok per comprendere a fondo la loro condizione, imparare dalla loro sofferenza e dalle vittime dell’ingiustizia. Dal successivo confronto, che ha occupato tre giornate, è emersa la comune convinzione che la Chiesa debba essere una voce più incisiva e fattiva per i poveri nel Continente. Nel documento finale, citato dall’agenzia Ucan, i partecipanti si impegnano quindi a “diventare agenti sociali di cambiamento, aiutando i poveri e gli emarginati a difendere i propri diritti economici, sociali e culturali”, a “diffondere gli insegnamenti sociali cattolici in modi e forme che la gente possa comprendere e a metterli in pratica nelle proprie parrocchie, diocesi e conferenze episcopali”. In concreto, precisa il documento, questo significa anche offrire salari più giusti e condizioni di lavoro dignitose per il personale che lavora nelle istituzioni e negli organismi ecclesiali, come anche riconoscere il diritto dei laici, uomini e donne, di partecipare ai processi decisionali nella Chiesa. Per rendere più incisiva l’azione della Chiesa in Asia in difesa dei poveri, i delegati si sono poi impegnati a cercare la collaborazione con altre organizzazioni non governative, religiose e secolari e a perorare insieme la loro causa presso le istituzioni a tutti i livelli. Essi hanno inoltre chiesto di riunirsi con maggiore frequenza e regolarità. L’ultima sessione del Bisa si è infatti tenuta 25 anni fa. Le precedenti sette si erano svolte tra il 1972 e il 1986. (A cura di Lisa Zengarini)
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