Dubbi in Gran Bretagna sulla credibilità del “Rapporto Falconer”, che chiede di consentire il suicidio assistito ai malati terminali con un’aspettativa di vita inferiore a un anno.
Radio Vaticana - A manifestarli è l’arcivescovo di Southwark, mons. Peter Smith, che si occupa di temi bioetici ed è alla guida del Dipartimento per la responsabilità cristiana e la cittadinanza della Conferenza dei vescovi d’Inghilterra e Galles. Secondo la commissione presieduta da lord Falconer, i medici dovrebbero poter prescrivere dosi letali di medicine ai malati terminali, purché questi abbiano espresso chiaramente il desiderio di morire, siano in possesso delle facoltà mentali, assumano autonomamente tali farmaci. “Molte persone hanno giustamente messo in dubbio la credibilità della commissione” - scrive l’arcivescovo in un comunicato - ricordando che questa “è stata promossa dall’associazione ‘Dignità nella morte’, ex Società per l’eutanasia volontaria”. Uno degli sponsor dell’associazione è il finanziatore della commissione e al suo interno “tre quarti dei membri, compreso lo stesso lord Falconer, sostengono la legalizzazione del suicidio assistito”. “Non sarà certo stata una sorpresa – prosegue – che abbiano raccomandato un regime per la legalizzazione del suicidio assistito, addirittura meno severo di quello proposto da lord Joffe sei anni fa, che venne sconfitto con decisione in parlamento”. Mons. Smith dice di essere stato “colpito e incoraggiato da un’ampia gamma di risposte critiche” al rapporto, soprattutto provenienti da persone con handicap e da esperti medici e legali di ogni credo religioso. “Hanno ragione a sottolineare che legalizzare significa normalizzare; la nostra società – evidenzia il vescovo – non può cambiare una legge così importante, che esiste per proteggere i vulnerabili”. Secondo il presule “dobbiamo fare di più per curare bene coloro che stanno morendo e sostenere maggiormente e meglio gli hospice e le cure palliative. Legalizzare il suicidio assistito non è la risposta”. Se i suggerimenti della commissione Falconer trovassero applicazione oltre mille persone ogni anno verrebbero aiutate a morire, secondo il quotidiano britannico “Daily Telegraph”, il quale in un’inchiesta riconosce che la legalizzazione rischierebbe di mettere sotto pressione persone vulnerabili perché acconsentano a togliersi la vita. (F.S.)
Radio Vaticana - A manifestarli è l’arcivescovo di Southwark, mons. Peter Smith, che si occupa di temi bioetici ed è alla guida del Dipartimento per la responsabilità cristiana e la cittadinanza della Conferenza dei vescovi d’Inghilterra e Galles. Secondo la commissione presieduta da lord Falconer, i medici dovrebbero poter prescrivere dosi letali di medicine ai malati terminali, purché questi abbiano espresso chiaramente il desiderio di morire, siano in possesso delle facoltà mentali, assumano autonomamente tali farmaci. “Molte persone hanno giustamente messo in dubbio la credibilità della commissione” - scrive l’arcivescovo in un comunicato - ricordando che questa “è stata promossa dall’associazione ‘Dignità nella morte’, ex Società per l’eutanasia volontaria”. Uno degli sponsor dell’associazione è il finanziatore della commissione e al suo interno “tre quarti dei membri, compreso lo stesso lord Falconer, sostengono la legalizzazione del suicidio assistito”. “Non sarà certo stata una sorpresa – prosegue – che abbiano raccomandato un regime per la legalizzazione del suicidio assistito, addirittura meno severo di quello proposto da lord Joffe sei anni fa, che venne sconfitto con decisione in parlamento”. Mons. Smith dice di essere stato “colpito e incoraggiato da un’ampia gamma di risposte critiche” al rapporto, soprattutto provenienti da persone con handicap e da esperti medici e legali di ogni credo religioso. “Hanno ragione a sottolineare che legalizzare significa normalizzare; la nostra società – evidenzia il vescovo – non può cambiare una legge così importante, che esiste per proteggere i vulnerabili”. Secondo il presule “dobbiamo fare di più per curare bene coloro che stanno morendo e sostenere maggiormente e meglio gli hospice e le cure palliative. Legalizzare il suicidio assistito non è la risposta”. Se i suggerimenti della commissione Falconer trovassero applicazione oltre mille persone ogni anno verrebbero aiutate a morire, secondo il quotidiano britannico “Daily Telegraph”, il quale in un’inchiesta riconosce che la legalizzazione rischierebbe di mettere sotto pressione persone vulnerabili perché acconsentano a togliersi la vita. (F.S.)
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