Ricordate Berlusconi che andava in Albania e si metteva d'accordo col premier Berisha per costruire una centrale nucleare in quel Paese e poi importare l'energia in Italia con un cavo sottomarino?
Anche questo megaprogetto, come il Ponte sullo Stretto, rimarrà nel libro dei sogni, senza mai essere stato neanche concretizzato. L'Albania ha congelato anche i piani di costruzione di una centrale nucleare prevista nella regione di Scutari, fino a quando non verranno chiarite fino in fondo tutte le questioni relative all'impatto sull'ambiente e l'insieme del territorio. “La catastrofe di Fukushima ha imposto un ripensamento sulla realizzazione dell'impianto a Scutari” ha detto Berisha al termine di un colloquio con il premier montenegrino, Igor Luksic. Il premier ha ricordato al tempo stesso come la zona di Scutari, e in generale l'intero territorio comprendente Albania e Montenegro, siano caratterizzati da grande attività tettonica, e che per questo il progetto della centrale nucleare viene rinviato fino a quando non saranno disponibili i pareri scientifici e specialistici al riguardo. Scutari si trova sul lago omonimo, le cui acque sono divise tra Albania e Montenegro.
Sventato il pericolo nucleare, rimane ora un dubbio progetto di sfruttamento idroelettrico. Quattro dighe di 600-700 gigawattora rischiano di distruggere per sempre la zona umida della Moraca e del lago di Scutari, area inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco, e tutelata dalla Convenzione internazionale di Ramsar. Anche in questo caso l'energia sarebbe destinata al nostro Paese. Il progetto, infatti, è dell’azienda italiana A2A, che dovrebbe esportare energia in Italia attraverso un elettrodotto sottomarino in Adriatico, per la cui realizzazione esiste già un accordo tra i due governi. L’Italia con 4,5 miliardi di euro è il primo investitore estero in Montenegro.
Il Wwf ricorda che la compagnia norvegese Statkraft, leader mondiale delle rinnovabili, ha rinunciato a lavorare in Montenegro perché applica procedure molto stringenti per lo sviluppo dell'idroelettrico in tutto il mondo. Secondo l'azienda norvegese, reduce dalla realizzazione di impianti in Albania, in Montenegro il quadro è incerto e non vi è garanzia che il progetto sia fondato su principi solidi di sostenibilità ambientale e inteso a minimizzare l'impatto sociale. Il lago Scutari, di cui il fiume Moraca è il principale affluente, è il principale dei Balcani, al centro di una zona umida, di importanza mondiale per lo svernamento degli uccelli, dove si trovano circa 1900 specie vegetali e più di 400 specie animali tra mammiferi, pesci, uccelli, rettili e anfibi, molte delle quali endemiche.
Ma le conseguenze della realizzazione delle dighe sarebbero anche per il clima, il turismo, l'agricoltura e la pesca. A rischio di sparizione specie ittiche molto rare e all’orizzonte una riduzione dei proventi dal settore della pesca del 30%, con una perdita di reddito pari a 1,5 miliardi di euro l’anno. La A2A si è impegnata, in seguito alle critiche ricevute, a proporre un progetto alternativo meno impattante. Staremo a vedere, ma forse sarebbe il caso di produrre energia pulita in modo sostenibile nel nostro Paese invece di guardare oltre Adriatico.
Anche questo megaprogetto, come il Ponte sullo Stretto, rimarrà nel libro dei sogni, senza mai essere stato neanche concretizzato. L'Albania ha congelato anche i piani di costruzione di una centrale nucleare prevista nella regione di Scutari, fino a quando non verranno chiarite fino in fondo tutte le questioni relative all'impatto sull'ambiente e l'insieme del territorio. “La catastrofe di Fukushima ha imposto un ripensamento sulla realizzazione dell'impianto a Scutari” ha detto Berisha al termine di un colloquio con il premier montenegrino, Igor Luksic. Il premier ha ricordato al tempo stesso come la zona di Scutari, e in generale l'intero territorio comprendente Albania e Montenegro, siano caratterizzati da grande attività tettonica, e che per questo il progetto della centrale nucleare viene rinviato fino a quando non saranno disponibili i pareri scientifici e specialistici al riguardo. Scutari si trova sul lago omonimo, le cui acque sono divise tra Albania e Montenegro.
Sventato il pericolo nucleare, rimane ora un dubbio progetto di sfruttamento idroelettrico. Quattro dighe di 600-700 gigawattora rischiano di distruggere per sempre la zona umida della Moraca e del lago di Scutari, area inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco, e tutelata dalla Convenzione internazionale di Ramsar. Anche in questo caso l'energia sarebbe destinata al nostro Paese. Il progetto, infatti, è dell’azienda italiana A2A, che dovrebbe esportare energia in Italia attraverso un elettrodotto sottomarino in Adriatico, per la cui realizzazione esiste già un accordo tra i due governi. L’Italia con 4,5 miliardi di euro è il primo investitore estero in Montenegro.
Il Wwf ricorda che la compagnia norvegese Statkraft, leader mondiale delle rinnovabili, ha rinunciato a lavorare in Montenegro perché applica procedure molto stringenti per lo sviluppo dell'idroelettrico in tutto il mondo. Secondo l'azienda norvegese, reduce dalla realizzazione di impianti in Albania, in Montenegro il quadro è incerto e non vi è garanzia che il progetto sia fondato su principi solidi di sostenibilità ambientale e inteso a minimizzare l'impatto sociale. Il lago Scutari, di cui il fiume Moraca è il principale affluente, è il principale dei Balcani, al centro di una zona umida, di importanza mondiale per lo svernamento degli uccelli, dove si trovano circa 1900 specie vegetali e più di 400 specie animali tra mammiferi, pesci, uccelli, rettili e anfibi, molte delle quali endemiche.
Ma le conseguenze della realizzazione delle dighe sarebbero anche per il clima, il turismo, l'agricoltura e la pesca. A rischio di sparizione specie ittiche molto rare e all’orizzonte una riduzione dei proventi dal settore della pesca del 30%, con una perdita di reddito pari a 1,5 miliardi di euro l’anno. La A2A si è impegnata, in seguito alle critiche ricevute, a proporre un progetto alternativo meno impattante. Staremo a vedere, ma forse sarebbe il caso di produrre energia pulita in modo sostenibile nel nostro Paese invece di guardare oltre Adriatico.
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