Nucleare: altri 1,3 miliardi di euro dall'Ue per "Iter". Il feuilleton della sicurezza delle centrali nucleari francesi
Nell'Europa che esce dal nucleare o vorrebbe uscirne, la crisi, i tagli e le preoccupazioni per il debito pubblico non sembrano riguardare il nucleare
GreenReport - Ieri, proprio mentre Greenpeace France dava l'assalto alla centrale nucleare di Cadarache, il "trio" dell'Unione europea (Consiglio, Parlamento e Commissione) dava il via libera ad un accordo per finanziare con altri 1,3 miliardi di euro, per il 2012 e il 2013, il cantiere senza fondo dell'International thermonuclear experimental reactor (Iter) che è in costruzione proprio a Cadarache. Il commissario europeo al bilancio, Janusz Lewandowski, che tiene ben stretti i cordoni della borsa per il welfare, ha detto: «Penso che i bisogni finanziari supplementari dell'Iter siano coperti, l'Ue non non può perdere la credibilità di fronte ai suoi partner internazionali impegnati nel progetto».
L'Iter di Cadarache ha l'obiettivo di verificare «La fattibilità scientifica e tecnica della fusioone nucleare come nuova fonte di energia». Al colossale e costosissimo progetto partecipano 34 Paesi che puntano a realizzare nel novembre 2019 il "primo plasma" dell'Iter che è finanziato da Ue, Usa (che hanno ridotto drasticamente fondi e impegno), Giappone, Corea del sud, Cina, India e Russia. Si stima che la sola fase di costruzione dell'Iter costerà 12,8 miliardi di euro in 10 anni.
Il nuovo accordo adottato formalmente dal Consiglio e dal Parlamento europei si basa su: 100 milioni di euro già inclusi nel bilancio 2012 dell'Ue destinati all'Iter; 360 milioni di euro promessi nel bilancio 2013 dell'Ue; 840 milioni di euro provenienti dai maggiori finanziamenti per la competitività per la crescita ed il lavoro: 650 milioni di euro nel 2012 e 109 milioni di euro nel 2013.
I soldi per il nucleare Iter saranno presi da un taglio di spese per le risorse naturali (450 milioni di euro nel 2011) e dell'amministrazione (390 milioni di euro nel 2011 e 2012).
I lavori di costruzione, sono iniziati nel 2010 a Cadarache, nel sud della Francia, proprio dove ieri i militanti di Greenpeace e di altre organizzazioni ambientaliste, alle 6,39 di mattina, hanno cercato di introdursi nel sito nucleare senza riuscire a penetrare nel recinto. Si trattava probabilmente di un diversivo, un'azione di disturbo per raggiungere il vero risultato: violare la centrale nucleare di Nogent-sur-Seine (Aube) per far capire che "Le nucléaire sûr n'existe pas" (il nucleare sicuro non esiste), portando un beffardo striscione con scritto "Coucou" (Cucù) in cima all'edificio di uno dei reattori.
Dopo il blitz Greenpeace France ha emesso un comunicato che sottolinea «Questa azione dimostra a qual punto le centrali nucleari francesi sono vulnerabili: dei semplici militanti, con intenzioni pacifiste, sono riusciti, con pochi mezzi, a raggiungere il cuore di una centrale? Come? Perché I dispositive di sicurezza esistenti sono insufficienti ! E pertanto l'audit delle installazioni nucleari ordinato dal governo dopo la catastrofe di Fukushima non tiene conto del rischio di intrusione umana... E' per questo che Greenpeace chiede al governo di ampliare il perimetro dell'audit delle installazioni nucleari francesi, integrando l'insieme dei rischi».
Reséaui "Sortir du nucléaaire" definisce la vicenda un feuilleton iniziato poco dopo la tragedia nucleare di Fukushima con l'annuncio da parte del governo francese degli "stress test" iniziati a giugno che «Si sono limitati di fatto a semplici auto-valutazioni condotte dagli stessi gestori dei siti nucleari, incoraggiati dall'Asn (Autorité de sûreté nucléaire) a ritirare fuori dei pacchi di vecchi studi, essendo i tempi per condurre questi test in ogni modo troppo corti per con farne dei nuovi. Degli stress test volontariamente lacunosi, perché scartano I rischi legati ai trasporti di materiali radioattivi... ed una sottovalutazione enorme del fattore umano, insieme ad una negazione totale del rischio di atti di sabotaggio. Penetrando nel cuore della centrale di Nogent-sur-Marne e può darsi in altri siti, l'associazione ecologista Greenpeace ha dimostrato che le installazioni nucleari francesi sono dei veri colabrodi».
La settimana scorsa Claude Birraux, un deputato notoriamente pro-nucleare dell'Ump, il partito del Presidente francese Nicolas Sarkozy, ha pesantemente criticato l'esercitazione di sicurezza notturna avvenuta nella centrale nucleare di Paluel (Seine-Maritime) alla quale ha partecipato, definendola «Situazione burlesca»: si simulava un blackout totale di elettricità e dei gruppi elettrogeni del reattore 1, ma la procedura di chiusura dei circuiti elettrici della "tranche n°2" ha richiesto ben 3 ore e mezzo perché non si triovava una chiave per aprire un pannello di alimentazione elettrica.
In un rapporto commissionato da Greenpeace e pubblicato a gennaio, la ingegnere nucleare Indiana Ariun Makhijani, presidente delll'Institute for energy and environmental research del Maryland, ha analizzato l'audit nucleare francese e ne è venuto fuori che «Dal punto dio vista delle cause e dello svolgimento dell'incidente, non è pertinente limitare l'analisi degli avvenimenti iniziali ai soli fenomeni naturali (sisma ed inondazione). I rischi di origine umana avrebbero dovuto, in una decisione di revisione globale della sicurezza, essere integrati in questa analisi. Questo concerne, al minimo, le cause accidentali e dovrebbe anche includere gli atti di sabotaggio».
Eppure sulla carta le misure di protezione degli impianti nucleari francesi sono impressionanti: intervento di aerei da combattimento in15 minuti su ogni sito nucleare; presenza continua di un plotone speciale della Gendarmerie in ogni impianto; radar aerei; doppia recinzione elettrificata e videosorveglianza intorno ad ogni sito; aree vietate all'esterno dei siti ed accesso sottoposto ad "autorisation spéciale" ... Ma nonostante tutte queste misure eccezionali gli attivisti di Greenpeace sembrano averle penetrate facilmente ed ora dicono: «E' probabilmente per questo che I rischi non-naturali esterni non sono tenuti di conto nell'audit. In questo caso, nessuna installazione potrebbe essere dichiarata sicura!».
GreenReport - Ieri, proprio mentre Greenpeace France dava l'assalto alla centrale nucleare di Cadarache, il "trio" dell'Unione europea (Consiglio, Parlamento e Commissione) dava il via libera ad un accordo per finanziare con altri 1,3 miliardi di euro, per il 2012 e il 2013, il cantiere senza fondo dell'International thermonuclear experimental reactor (Iter) che è in costruzione proprio a Cadarache. Il commissario europeo al bilancio, Janusz Lewandowski, che tiene ben stretti i cordoni della borsa per il welfare, ha detto: «Penso che i bisogni finanziari supplementari dell'Iter siano coperti, l'Ue non non può perdere la credibilità di fronte ai suoi partner internazionali impegnati nel progetto».
L'Iter di Cadarache ha l'obiettivo di verificare «La fattibilità scientifica e tecnica della fusioone nucleare come nuova fonte di energia». Al colossale e costosissimo progetto partecipano 34 Paesi che puntano a realizzare nel novembre 2019 il "primo plasma" dell'Iter che è finanziato da Ue, Usa (che hanno ridotto drasticamente fondi e impegno), Giappone, Corea del sud, Cina, India e Russia. Si stima che la sola fase di costruzione dell'Iter costerà 12,8 miliardi di euro in 10 anni.
Il nuovo accordo adottato formalmente dal Consiglio e dal Parlamento europei si basa su: 100 milioni di euro già inclusi nel bilancio 2012 dell'Ue destinati all'Iter; 360 milioni di euro promessi nel bilancio 2013 dell'Ue; 840 milioni di euro provenienti dai maggiori finanziamenti per la competitività per la crescita ed il lavoro: 650 milioni di euro nel 2012 e 109 milioni di euro nel 2013.
I soldi per il nucleare Iter saranno presi da un taglio di spese per le risorse naturali (450 milioni di euro nel 2011) e dell'amministrazione (390 milioni di euro nel 2011 e 2012).
I lavori di costruzione, sono iniziati nel 2010 a Cadarache, nel sud della Francia, proprio dove ieri i militanti di Greenpeace e di altre organizzazioni ambientaliste, alle 6,39 di mattina, hanno cercato di introdursi nel sito nucleare senza riuscire a penetrare nel recinto. Si trattava probabilmente di un diversivo, un'azione di disturbo per raggiungere il vero risultato: violare la centrale nucleare di Nogent-sur-Seine (Aube) per far capire che "Le nucléaire sûr n'existe pas" (il nucleare sicuro non esiste), portando un beffardo striscione con scritto "Coucou" (Cucù) in cima all'edificio di uno dei reattori.
Dopo il blitz Greenpeace France ha emesso un comunicato che sottolinea «Questa azione dimostra a qual punto le centrali nucleari francesi sono vulnerabili: dei semplici militanti, con intenzioni pacifiste, sono riusciti, con pochi mezzi, a raggiungere il cuore di una centrale? Come? Perché I dispositive di sicurezza esistenti sono insufficienti ! E pertanto l'audit delle installazioni nucleari ordinato dal governo dopo la catastrofe di Fukushima non tiene conto del rischio di intrusione umana... E' per questo che Greenpeace chiede al governo di ampliare il perimetro dell'audit delle installazioni nucleari francesi, integrando l'insieme dei rischi».
Reséaui "Sortir du nucléaaire" definisce la vicenda un feuilleton iniziato poco dopo la tragedia nucleare di Fukushima con l'annuncio da parte del governo francese degli "stress test" iniziati a giugno che «Si sono limitati di fatto a semplici auto-valutazioni condotte dagli stessi gestori dei siti nucleari, incoraggiati dall'Asn (Autorité de sûreté nucléaire) a ritirare fuori dei pacchi di vecchi studi, essendo i tempi per condurre questi test in ogni modo troppo corti per con farne dei nuovi. Degli stress test volontariamente lacunosi, perché scartano I rischi legati ai trasporti di materiali radioattivi... ed una sottovalutazione enorme del fattore umano, insieme ad una negazione totale del rischio di atti di sabotaggio. Penetrando nel cuore della centrale di Nogent-sur-Marne e può darsi in altri siti, l'associazione ecologista Greenpeace ha dimostrato che le installazioni nucleari francesi sono dei veri colabrodi».
La settimana scorsa Claude Birraux, un deputato notoriamente pro-nucleare dell'Ump, il partito del Presidente francese Nicolas Sarkozy, ha pesantemente criticato l'esercitazione di sicurezza notturna avvenuta nella centrale nucleare di Paluel (Seine-Maritime) alla quale ha partecipato, definendola «Situazione burlesca»: si simulava un blackout totale di elettricità e dei gruppi elettrogeni del reattore 1, ma la procedura di chiusura dei circuiti elettrici della "tranche n°2" ha richiesto ben 3 ore e mezzo perché non si triovava una chiave per aprire un pannello di alimentazione elettrica.
In un rapporto commissionato da Greenpeace e pubblicato a gennaio, la ingegnere nucleare Indiana Ariun Makhijani, presidente delll'Institute for energy and environmental research del Maryland, ha analizzato l'audit nucleare francese e ne è venuto fuori che «Dal punto dio vista delle cause e dello svolgimento dell'incidente, non è pertinente limitare l'analisi degli avvenimenti iniziali ai soli fenomeni naturali (sisma ed inondazione). I rischi di origine umana avrebbero dovuto, in una decisione di revisione globale della sicurezza, essere integrati in questa analisi. Questo concerne, al minimo, le cause accidentali e dovrebbe anche includere gli atti di sabotaggio».
Eppure sulla carta le misure di protezione degli impianti nucleari francesi sono impressionanti: intervento di aerei da combattimento in15 minuti su ogni sito nucleare; presenza continua di un plotone speciale della Gendarmerie in ogni impianto; radar aerei; doppia recinzione elettrificata e videosorveglianza intorno ad ogni sito; aree vietate all'esterno dei siti ed accesso sottoposto ad "autorisation spéciale" ... Ma nonostante tutte queste misure eccezionali gli attivisti di Greenpeace sembrano averle penetrate facilmente ed ora dicono: «E' probabilmente per questo che I rischi non-naturali esterni non sono tenuti di conto nell'audit. In questo caso, nessuna installazione potrebbe essere dichiarata sicura!».
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