Intervenendo al Discovery Invest leadership summit, tenutosi a Johannesburg, in Sudafrica, l'ex vicepresidente Usa Al Gore ha detto che «Il cambiamento climatico è di gran lunga la sfida più importante che abbiamo di fronte e dovrebbe essere considerato nel contesto del nostro modo di guardare l'economia globale.
GreenReport -E' difficile trovare soluzioni ragionevoli riguardanti sia il cambiamento climatico che le sfide dell'economia globale. La crisi climatica è non solo una sfida pericolosa, ma anche una grande opportunità che, se affrontata correttamente, può aiutarci ad affrontare le altre sfide. Ogni crisi offre opportunità». Secondo Al Gore «Una delle cose più importanti che potrebbero aiutare l'economia globale sarebbe quella di una sfida veramente grande per il lavoro in tutto il mondo, convincere la gente a lavorare e mettere più dinamismo, ma questo richiede visione, leadership e coordinamento internazionale» .
Gore spera ancora che alla Cop 17 Unfccc di Durban possa essere fatto qualche progresso perché «La crisi finanziaria globale, le sfide ambientali e di le sfide per la sicurezza sono interconnesse. Gli Usa stanno prendendo in prestito enormi quantità di denaro dalla Cina, per comprare riserve di petrolio in una delle zone più instabili del mondo e poi bruciarlo, e mettere a repentaglio il futuro. La sicurezza energetica non può essere garantita dalla dipendenza dai combustibili a base di carbonio. La crescente domanda di petrolio e carbone, e il basso livello al quale si aggiungono nuove riserve, sarebbero di per sé una minaccia alla sicurezza. Quando si trattava di guardare alla grande sfida che è il cambiamento climatico, non possiamo permetterci di avere una prospettiva a breve termine. Oggi, tutti noi sulla terra, immettiamo 90 milioni di tonnellate di inquinamento da global warming nell'atmosfera ogni giorno e circa il 20% di quello che abbiamo messo lì oggi sarà ancora lì fra 20 mila anni. Più a lungo ritardiamo i tagli per proteggere il futuro, più grande è il rischio in cui stiamo mettendo i nostri figli e i loro figli».
Secondo l'ex vicepresidente Usa, «Una delle idee sbagliate sulla crisi climatica è che le sue conseguenze si faranno sentire solo per le generazioni future. Le conseguenze si sentono già oggi in tutto il mondo». Al Gore ha fatto gli esempi del Pakistan, dove ci sono 20 milioni di profughi interni a causa delle inondazioni, della Russia che nel 2010 ha conosciuto una siccità record ed è stata sconvolta dagli incendi: «Circa 56.000 persone sono state uccise dal fumo a Mosca e Russia, Ucraina e Kazakistan hanno messo il loro grano fuori dei mercati mondiali, salvando i loro raccolti per la loro popolazione. Questo ha avuto l'effetto di far aumentare i prezzi dei prodotti alimentari ai livelli record di tutti i tempi, provocando disordini in molte parti del mondo e mettendo sotto pressione la povera gente».
Per Gore però il rapporto tra la natura e crisi è anche un'opportunità: «Il lavori verdi non sono un mito. Ci sarebbero decine di milioni di posti di lavoro disponibili, nell'edilizia verde, eccetera, e per trovare i modi per ridurre le emissioni e l'inquinamento, riducendo al contempo le spese, che porterebbero ad imprese sempre più redditizie. Imprenditori buoni, intelligenti e visionari lo stanno già facendo. Credo che abbiamo l'opportunità di risolvere questa crisi in un modo da risollevare l'economia globale e da ispirare speranza per un futuro molto più roseo. Non possiamo continuare ad andare nella direzione in cui stiamo andando».
Al Gore vede dei segnali positivi: «Paesi come Sudafrica, India e Cina, hanno adottato piani per il crescente ricorso alle risorse rinnovabili: La Cina è leader mondiale nella costruzione di sistemi solari ed eolici. L'installazione di pannelli fotovoltaici è raddoppiata nel 2010 in tutto il mondo e i costi in un anno sono scesi del 30%. Se il mondo sviluppato avesse un piano per accelerare le risorse rinnovabili, ci sarebbe una aspettativa favorevole nella business community, così nei prossimi anni il mercato crescerebbe ad un ritmo molto più veloce e sempre maggiore. Il mondo è davanti ad una scelta: tornare ai combustibili a base di carbonio, o mettere le persone al lavoro per attuare la transizione verso la low carbon economy. Ma è necessario fare un passo avanti per fare in modo che questo accada: deve essere messo un prezzo al carbonio. India e Cina hanno appena annunciato una tassa sulla CO2 Penso che questo sia quel che il mondo dovrebbe fare. Capisco che sarà una cosa dura, ma come questi eventi meteorologici estremi dovrebbero portare ad avere una maggiore l'attenzione nel mondo. Avremo un dibattito ancora più vivace. Abbiamo bisogno di un "price signal" in modo che i mercati siano reattivi. Per risolvere la crisi climatica dobbiamo andare avanti velocemente. Sarà una bella sfida, ma una delle opportunità sta arrivando a Durban, in un futuro non troppo lontano. Abbiamo l'opportunità di fare grandi cose e di salvaguardare il futuro. Il mondo ha bisogno di trovare maggiore coraggio morale. Mi auguro che poteremo dire che la business community ha aperto la strada e che convincerà i leader dei governi che abbiamo oltrepassato il punto di svolta e che il mondo abbia chiaro che dobbiamo fare in modo di apportare queste modifiche. Credo che possiamo farlo e che lo faremo».
GreenReport -E' difficile trovare soluzioni ragionevoli riguardanti sia il cambiamento climatico che le sfide dell'economia globale. La crisi climatica è non solo una sfida pericolosa, ma anche una grande opportunità che, se affrontata correttamente, può aiutarci ad affrontare le altre sfide. Ogni crisi offre opportunità». Secondo Al Gore «Una delle cose più importanti che potrebbero aiutare l'economia globale sarebbe quella di una sfida veramente grande per il lavoro in tutto il mondo, convincere la gente a lavorare e mettere più dinamismo, ma questo richiede visione, leadership e coordinamento internazionale» .Gore spera ancora che alla Cop 17 Unfccc di Durban possa essere fatto qualche progresso perché «La crisi finanziaria globale, le sfide ambientali e di le sfide per la sicurezza sono interconnesse. Gli Usa stanno prendendo in prestito enormi quantità di denaro dalla Cina, per comprare riserve di petrolio in una delle zone più instabili del mondo e poi bruciarlo, e mettere a repentaglio il futuro. La sicurezza energetica non può essere garantita dalla dipendenza dai combustibili a base di carbonio. La crescente domanda di petrolio e carbone, e il basso livello al quale si aggiungono nuove riserve, sarebbero di per sé una minaccia alla sicurezza. Quando si trattava di guardare alla grande sfida che è il cambiamento climatico, non possiamo permetterci di avere una prospettiva a breve termine. Oggi, tutti noi sulla terra, immettiamo 90 milioni di tonnellate di inquinamento da global warming nell'atmosfera ogni giorno e circa il 20% di quello che abbiamo messo lì oggi sarà ancora lì fra 20 mila anni. Più a lungo ritardiamo i tagli per proteggere il futuro, più grande è il rischio in cui stiamo mettendo i nostri figli e i loro figli».
Secondo l'ex vicepresidente Usa, «Una delle idee sbagliate sulla crisi climatica è che le sue conseguenze si faranno sentire solo per le generazioni future. Le conseguenze si sentono già oggi in tutto il mondo». Al Gore ha fatto gli esempi del Pakistan, dove ci sono 20 milioni di profughi interni a causa delle inondazioni, della Russia che nel 2010 ha conosciuto una siccità record ed è stata sconvolta dagli incendi: «Circa 56.000 persone sono state uccise dal fumo a Mosca e Russia, Ucraina e Kazakistan hanno messo il loro grano fuori dei mercati mondiali, salvando i loro raccolti per la loro popolazione. Questo ha avuto l'effetto di far aumentare i prezzi dei prodotti alimentari ai livelli record di tutti i tempi, provocando disordini in molte parti del mondo e mettendo sotto pressione la povera gente».
Per Gore però il rapporto tra la natura e crisi è anche un'opportunità: «Il lavori verdi non sono un mito. Ci sarebbero decine di milioni di posti di lavoro disponibili, nell'edilizia verde, eccetera, e per trovare i modi per ridurre le emissioni e l'inquinamento, riducendo al contempo le spese, che porterebbero ad imprese sempre più redditizie. Imprenditori buoni, intelligenti e visionari lo stanno già facendo. Credo che abbiamo l'opportunità di risolvere questa crisi in un modo da risollevare l'economia globale e da ispirare speranza per un futuro molto più roseo. Non possiamo continuare ad andare nella direzione in cui stiamo andando».
Al Gore vede dei segnali positivi: «Paesi come Sudafrica, India e Cina, hanno adottato piani per il crescente ricorso alle risorse rinnovabili: La Cina è leader mondiale nella costruzione di sistemi solari ed eolici. L'installazione di pannelli fotovoltaici è raddoppiata nel 2010 in tutto il mondo e i costi in un anno sono scesi del 30%. Se il mondo sviluppato avesse un piano per accelerare le risorse rinnovabili, ci sarebbe una aspettativa favorevole nella business community, così nei prossimi anni il mercato crescerebbe ad un ritmo molto più veloce e sempre maggiore. Il mondo è davanti ad una scelta: tornare ai combustibili a base di carbonio, o mettere le persone al lavoro per attuare la transizione verso la low carbon economy. Ma è necessario fare un passo avanti per fare in modo che questo accada: deve essere messo un prezzo al carbonio. India e Cina hanno appena annunciato una tassa sulla CO2 Penso che questo sia quel che il mondo dovrebbe fare. Capisco che sarà una cosa dura, ma come questi eventi meteorologici estremi dovrebbero portare ad avere una maggiore l'attenzione nel mondo. Avremo un dibattito ancora più vivace. Abbiamo bisogno di un "price signal" in modo che i mercati siano reattivi. Per risolvere la crisi climatica dobbiamo andare avanti velocemente. Sarà una bella sfida, ma una delle opportunità sta arrivando a Durban, in un futuro non troppo lontano. Abbiamo l'opportunità di fare grandi cose e di salvaguardare il futuro. Il mondo ha bisogno di trovare maggiore coraggio morale. Mi auguro che poteremo dire che la business community ha aperto la strada e che convincerà i leader dei governi che abbiamo oltrepassato il punto di svolta e che il mondo abbia chiaro che dobbiamo fare in modo di apportare queste modifiche. Credo che possiamo farlo e che lo faremo».
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